Rientrati con la loro Panda dalla Maroc Challenge invernale i tre cuneesi

11 dicembre 2019 | 19:27
Share0
Rientrati con la loro Panda dalla Maroc Challenge invernale i tre cuneesi
Rientrati con la loro Panda dalla Maroc Challenge invernale i tre cuneesi
Rientrati con la loro Panda dalla Maroc Challenge invernale i tre cuneesi
Rientrati con la loro Panda dalla Maroc Challenge invernale i tre cuneesi
Rientrati con la loro Panda dalla Maroc Challenge invernale i tre cuneesi
Rientrati con la loro Panda dalla Maroc Challenge invernale i tre cuneesi

“Commenti a caldo: è stata molto intensa e per nulla breve come vacanza e ci ha lasciato nel cuore e negli occhi davvero molto, dalla povertà dei quartieri marocchini alla ricchezza e bellezza dei paesaggi.” hanno dichiarato una volta “a casa”

Busca/Peveragno. Son appena rientrati in provincia di Cuneo dopo l’avventura nel deserto del Sahara alla Maroc Challenge invernale, edizione 2019, a bordo della loro panda.

Gabriele Enrici di Peveragno, Fabrizio Smiglio e Lorenzo Reina di Busca, soprannominati “Tre uomini e una Panda”, esperienza da poco conclusa, commenti a “caldo”? Commenti a caldo: è stata molto intensa e per nulla breve come vacanza e ci ha lasciato nel cuore e negli occhi davvero molto, dalla povertà dei quartieri marocchini alla ricchezza e bellezza dei paesaggi.

È stata come ve la immaginavate? Cosa vi portate di questa esperienza?Avevamo una vaga idea di quello ci aspettava ma alla fine quest’idea, man mano che passavano i giorni, ci siamo resi conto di aver toppato alla grande. La competizione pensavamo fosse molto più tranquilla e semplice invece una volta arrivati là ci siamo resi conto che il livello di difficoltà era stato sottostimato alla grande. La prima tappa è stata facile ma dalla seconda in poi il livello si è alzato notevolmente. Ad esempio nella seconda tappa ha nevicato e piovuto tutto il tempo e c’erano metri di fango da affrontare sulle montagne berbere e soltanto 3 vetture comprese la nostra hanno terminato la competizione quel giorno (della nostra categoria). Fortunatamente Fabrizio è sempre stato un ottimo guidatore altrimenti anche noi ci saremmo ritirati. Da lì in poi lo stress si è fatto più intenso perché le tappe diventavano sempre più lunghe e con ulteriori difficoltà e pericoli. In più dalla seconda tappa i nostri amici hanno cominciato ad avere dei problemi alla macchina e noi per aiutarli ci siamo fermati svariate volte in diverse tappe allungandone così la percorrenza. Abbiamo anche forato 2 volte lo stesso giorno in mezzo al deserto. Mentre alla quarta tappa, facendo un salto da una duna, nella fase d’atterraggio il supporto del motore si è allentato facendo cadere tutto il motore ed il cambio più in basso rispetto alla sua posizione originale. Alla fine tutti problemi facilmente risolvibili per chi ha esperienza nel settore, cosa che noi non avevamo e non abbiamo tutt’ora però siamo stati molto cauti e previdenti e questo ci ha permesso di terminare tutte le tappe. Un’altra cosa che non ci aspettavamo è stato il livello di povertà dei territori marocchini, per chi come noi non è mai stato nel continente africano certe cose le capisci realmente solo quando le vivi o le vedi direttamente. Molte persone vivono per strada o sono senza riscaldamento e in alcuni posti il metodo di commercio o pagamento è il baratto, questo ovviamente succede più frequentemente in periferia o nelle piccole città. Giovani, bambini ed adulti sono spesso per strada aspettando che passino delle macchine a lasciar loro soldi, cibo o vestiti. Questo capitava sovente nei tratti del rally nelle zone di montagna o di deserto. Mentre man mano che ci avvicinavamo al centro il fenomeno diminuiva pur preservando un certo numero di vagabondi o senzatetto, come succede anche nelle nostre grandi città. C’è da dire che tutte le persone che abbiamo incontrato di nazionalità marocchina sono state molto ospitali con noi cercando sempre di offrirci più di quel che possedevano, soprattutto le famiglie che ci hanno ospitato durante i soggiorni e che in ogni modo cercavano di aiutarci se avevamo un problema, senza mai chiedere qualcosa in cambio.

La consigliereste? Consigliere mo a tutti questa esperienza ma non sicuramente ai deboli di cuore o chi abituato a vivere nella propria comfort zone con tutte le comodità perché questa “vacanza” mette alla prova le persone e le amicizie. Ci è capitato più volte, ma solo durante la competizione, di “litigare” ma non le chiamerei neanche litigate perché guidare per 8 ore nel deserto ai 60km/h in 3 in una panda con terreni poco percorribili avrebbe stressato chiunque credo. Ma è il bello delle amicizie forti che una terminata la gara ritornano come prima e con qualcosa in più.

La tappa più dura e la più divertente? La tappa più dura la seconda e la più divertente nuovamente la seconda. La più dura perché tecnicamente è stata la più difficile, nevicava tantissimo e faceva davvero freddo, poi dopo qualche ora si è messo a diluviare e i dislivelli e le salite erano davvero alti. Infatti come detto prima molti si sono ritirati. Ma è stata la più divertente perché i paesaggi erano assurdi, abbiamo passato tutta una foresta di cedri con le scimmie berberine che ci facevano da spettatori poi siamo arrivati in un piano che sembrava di essere in territori della Mongolia ed infine ci hanno fatto passare in una cava abbandonata stile canyon americani con tutta la roccia viva e le gole che ci facevano da sfondo.

Eravate gli unici italiani in gara?No ce n’erano diversi italiani: uno di Genova, uno che vive a Lugano e poi un’altro di Trieste che vive a Malaga.

Come vi siete classificati? Fino alla penultima tappa eravamo terzi, poi abbiamo fatto quel famoso salto che ha staccato il supporto motore e ci siamo dovuti fermare, arrivando così purtroppo penultimi perché abbiamo preso troppe penalità dato che non potevamo andare troppo forte.

Che ne sarà ora della vostra Panda?Della Panda non ne abbiamo ancora idea, ci piacerebbe tenerla ma questi eventi costano molto, ora valuteremo, se magari ci fosse qualche sponsor la cosa si farebbe interessante anche perché abbiamo fatto molta pubblicità a chi ci ha sostenuto economicamente e il nostro profilo Instagram adesso ha 2333 followers e la gente ci ha contattati spesso per saperne di più.