La Corte dei Conti interviene sulle autostrade: una beffa per la Granda

Per la Corte dei Conti, nella sua relazione sulle “Concessioni autostradali” è necessario trovare un “equilibrio tra remunerazione del capitale e tutela degli interessi pubblici e dei consumatori” attuando i principi di “concorrenza ed efficienza gestionale”. Nel documento la Corte invita “a superare le inefficienze, quali l’irrazionalità degli ambiti delle tratte, dei modelli tariffari, di molte clausole contrattuali particolarmente vantaggiose per le parti private, gli investimenti in diminuzione o sottodimensionati con possibili extra profitti, la lunghezza delle procedure dopo la scadenza delle vecchie convenzioni”.

Inoltre, chiede di “procedere” rapidamente all’introduzione di “un sistema tariffario tale da consentire un rendimento sul capitale investito, compatibile con quello di mercato per investimenti
di rischio comparabile” e di accelerare “le procedure per la messa a gara delle convenzioni scadute”. In conclusione la Corte afferma che sono necessari “più controlli, anche sulle infrastrutture, accompagnate da una continua verifica sugli investimenti”.

Molte delle segnalazioni che leggiamo sopra suonano effettivamente beffarde in una provincia come quella di Cuneo in cui l’autostrada che ci dovrebbe collegare ad Asti è ben lontana da tutti i
parametri evidenziati dalla Corte dei Conti, semplicemente perché si tratta di un’autostrada monca, che si ferma nel bel mezzo della campagna. Anche il capitolo riservato alla manutenzione delle strutture suona amaro, specie dopo l’ultimo crollo registrato, quello della A6 Torino–Savona, arteria che i cuneesi usano per raggiungere il mare. Speriamo che questo vademecum di buone
intenzioni possa trovare presto applicazione anche nella Granda anche se al momento la situazione continua ad essere come nelle previsioni del tempo: Cuneo, non pervenuta…