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Il braidese Giovanni Botta, l’artista della Bic

20 dicembre 2019 | 19:29
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Il braidese Giovanni Botta, l’artista della Bic
Il braidese Giovanni Botta, l’artista della Bic
Il braidese Giovanni Botta, l’artista della Bic
Il braidese Giovanni Botta, l’artista della Bic
Il braidese Giovanni Botta, l’artista della Bic
Il braidese Giovanni Botta, l’artista della Bic

“Sogno una mostra a Bra dedicata alla senatrice Segre, ormai le opere le ho, mi aggiro intorno a 17/18 tavole” ha dichiarato

Bra. Giovanni Botta è conosciuto anche come Giò BIC. Deve questo nome alla famosa biro che utilizza nel realizzare ritratti.

Recentemente ha avuto la possibilità di incontrare la senatrice Liliana Segre, alla quale ha dedicato diverse opere, in visita ad Alba.

Chi è Giovanni Botta? Braidese da anni, sono nato a Carmagnola nel 1977. Sposato con un’angelo che è anche la mia musa ispiratrice e la mia parte razionale. Orfano di genitori ho un fratello e una sorella e due nipoti meravigliosi, mi ritengo la persona più fortunata al mondo.

Quando hai “scoperto” il mondo del disegno? Ho disegnato fin da piccolo, la mia dote fu notata già all’asilo. Alle elementari disegnavo i carri allegorici già in proporzione per il carnevale. In seguito ho frequentato il liceo artistico ad Alba e poi a Torino lo I.E.D. Istituto Europeo di Design, scuola forzata un po’ da mia madre, anche perché io ero una figura un po’ più da accademia delle belle arti.

Ricordi i tuoi primi disegni?Per pagarmi la scuola mi son avvicinato ai mondi notturni di bar e locali, fino a prenderne uno in gestione, il mitico pub “Druids Circle” dove spesso sulle tovagliette su cui i clienti mangiavano io donavo loro una caricatura fatta a penna, tecnica imparata durante il corso a Torino, perché usando la penna impari a non sbagliare.

Quando hai iniziato a ritrarre personaggi famosi? I personaggi famosi ho iniziato a ritirarli nel 2012, il primo fu Jerry Calà, consegna fatta in una discoteca, uno dei più impegnativi Luciano Ligabue, fino a Correggio per incontrarlo, con il rischio di non farmi autografare il ritratto. Arturo Brachetti tra i più brillanti, Antonella Clerici tra le più gentili, Claudio Bisio un vero signore.

Cosa ci racconti del recente incontro con la Segre? Un mese fa ho dedicato un’installazione alla senatrice Liliana Segre, ovvero una delle mie 25 scalinate. Quando vedo una bella scala che mi affascina, misuro l’alzata del gradino, la larghezza e conto i gradini, dopodiché mi faccio tagliare dal mio rifornire i listelli pari al numero dei gradini e della stessa misura, quando ho tutto il materiale a casa nel mio laboratorio, li metto uno sull’altro, inizio a disegnare il volto di chi vorrò poi vedere impostato sulla scalinata, poi passo una mano di impregnante che lascia una finitura tinta pelle e poi con la biro Bic nera inizio le sfumature scure del volto e con la matita bianca e l’acrilico bianco i colpi di luce. Aspettando il momento giusto, come quando vado a “pizzicare un personaggio famoso” e così entro in “modalità ritratto”, per la scalinata aspetto il tempo giusto, guardo il meteo, per entrare in “modalità scalinata ” ed andare a piazzarlo e farmi foto e video e portarmela via. Riguardo la senatrice avevo già fatto un paio di ritratti, le avevo già dedicato una mostra nel municipio di Genola, appena avevo saputo che iniziava a ricevere questi 200 messaggi d’odio al giorno. In quel momento un mio piccolo sogno sarebbe stato incontrarla, la naturalezza delle cose me l’ha portata vicino a casa. Tantissime le persone da ringraziare. L’incontro con lei è stato giusto una foto e via, ma ultimamente per me valgono di più i messaggi dei miei ritratti. L’anno scorso ho dedicato un’intera mostra a Madre Teresa di Calcutta a Ceva, lei per me è una figura che mi porto sempre dentro, visto che di lavoro faccio l’OSS, operatore socio sanitario, spesso mi ripeto due sue frasi “se giudichi il prossimo non imparerai mai ad amarlo” e poi “quello che facciamo noi è soltanto una goccia nell’oceano, ma se non la facessimo all’oceano mancherebbe”.

Prossimi obiettivi da raggiungere?Oltre una foto con un ritratto del Papa insieme a lui, far sì che le mie prossime mostre abbiano sempre di più valori per chi le osserva, non voglio essere banale, contro il razzismo, per far capire quanto siamo fortunati.

Cosa ti auguri per il tuo futuro?Spesso dico,”io non posso dire di essere un bravo ragazzo, come non posso dire non sono razzista… lascio parlare le mie tavole e giudicare gli altri… come dice Papa Francesco, “non abbiate paura della propria bontà e tenerezza”. Ovviamente sogno una mostra a Bra dedicata alla senatrice Segre, ormai le opere le ho, mi aggiro intorno a 17/18 tavole. Venisse a Bra Le dedicheremo una mostra con 30 tavole ed organizzeremo un incontro durante il quale lei possa parlare con i ragazzi delle scuole e non. Sarebbe bellissimo ed un’onore.

Chissà che sogno di Giò BIC non possa diventare realtà.