Funziona e quanto costa la “giustizia” a Cuneo?

2 dicembre 2019 | 15:09
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Funziona e quanto costa la “giustizia” a Cuneo?

Il bilancio sociale presentato dal Tribunale di Cuneo diventa l’occasione per riflettere sui dati relativi all’amministrazione della giustizia, tra la durata dei processi, il loro esito e il costo previsto per far funzionare una macchina a cui non sempre i cittadini guardano con fiducia

“Il bilancio sociale o report CSR è un documento con il quale un’organizzazione, che sia un’impresa o un ente pubblico o un’associazione, comunica periodicamente in modo volontario gli esiti della sua attività, non limitandosi ai soli aspetti finanziari e contabili”. Questo è quanto recita Wikipedia ed è ciò che è stato fatto dal tribunale di Cuneo che nei giorni scorsi ha presentato il suo bilancio sociale spiegando quanto durano i processi, quanti sono gli arretrati, i vari tipi di sentenze emesse e quali i costi per amministrare la giustizia. Una fotografia dello stato dell’arte che è stata resa più chiara e comprensibile perché la redazione del documento è stata affidata agli studenti universitari del Campus di Economia e Management di Cuneo, due dei quali, Andrea Blengini e Giovanni Demarchi Albengo, hanno spiegato i risultati ai ragazzi delle scuole nell’incontro organizzato presso il Teatro Toselli di Cuneo.

Un po’ di dati? A Cuneo c’è un giudice ogni 20 mila e 781 cittadini e gli organici, amministrativi compresi, sono scoperti al 20%. Insieme al presidente Paolo Giovanni Demarchi Albengo, sono 8 i giudici che si occupano del penale a cui si aggiungono 3 giudici onorari mentre nel civile sono 9 giudici e 4 onorari. Nonostante l’organico sottodimensionato, problema che riguarda tutta l’amministrazione della giustizia in Italia, nel capoluogo della Granda c’è stato uno smaltimento degli arretrati nei procedimenti civili, che vengono trattati nella sede di via Bonelli: nel 2018 ci sono stati 12.271 nuovi procedimenti e 12.438 sono stati smaltiti. Sempre nel 2018 i procedimenti pendenti finali per il settore civile erano 8179. Nel documento che si occupava di questo aspetto non è stata valutata la durata dei procedimenti elemento che spesso concorre nell’alimentare la sfiducia di chi si rivolge alla “giustizia”.

Se vogliamo confrontare i dati del tribunale di Cuneo con quelli italiani, bisogna segnalare che nel nostro Paese un processo civile, che attraversi tutti e tre i gradi di giudizio cioè Tribunale, Appello e Cassazione, dura in media otto anni. Servono 514 giorni, in media, per concludere il primo grado, quasi mille giorni (993, per la precisione) per il secondo e ben 1.442 giorni per il terzo. In totale sono circa tremila giorni (2.949 per essere pignoli), cioè quasi otto anni. In Europa la situazione è diversa, con una media di 233 giorni in primo grado, 244 giorni in secondo grado e 238 in ultima istanza. In totale poco meno di due anni (715). Ergo: siamo il Paese con la durata dei processi civili maggiore nell’Unione europea.

Passando ai procedimenti penali, che a Cuneo sono trattati nella sede storica di piazza Galimberti, questi si differenziano tra collegiali, se a giudicare sono tre magistrati, e monocratici, nel caso di un solo giudice. Nel caso dei collegiali si registra la parità tra i fascicoli arrivati, quindi nuovi processi, e quelli smaltiti. L’esito dei procedimenti collegiali, che nel 2018 sono stati 40, è stato: il 33% di sentenze di assoluzione, il 35% con patteggiamento e il 22% con condanna. I reati prescritti sono stati invece il 7%. La durata media dei processi a Cuneo è di 567 giorni contro una media italiana di 700. Nei procedimenti monocratici i fascicoli arrivati lo scorso anno sono stati 1249 e quelli smaltiti 1558. Per quanto riguarda le sentenze, il 46% è di assoluzione, il 33% di condanna, 10% i patteggiamenti, la prescrizione il 4%. Anche in questo caso la durata media dei processi a Cuneo è minore di quella a livello nazionale: 443 giorni contro 540. Considerando l’attività nella fase preliminare, le pronunce del gip in fase di indagini sono al 56% di archiviazione mentre il giudice per l’udienza preliminare, nel 2018, ha pronunciato sentenze di giudizio abbreviato al 56% e il 44% di ordinanze di rinvio a giudizio.

Allargando il discorso, quello penale è il settore più rapido della giustizia italiana: un processo che attraversi tutti e tre i gradi di giudizio dura in media 3 anni e 9 mesi, 310 giorni in primo grado, 876 in secondo e 191 in Cassazione. Restiamo però tra i peggiori nella Ue. In primo grado, il nostro dato è il peggiore di tutti, solo Cipro si avvicina con 304 giorni di durata media. La media europea è invece di 138 giorni. In secondo grado, il dato italiano è superato solo da quello di Malta con 1.025 giorni, che però ha solo due gradi di giudizio. In terzo grado sono due i Paesi Ue che hanno una durata media superiore a quella italiana: Cipro con 653 giorni e l’Irlanda con 275. La media dei Paesi membri del Consiglio d’Europa è invece di 138 giorni in primo grado, 143 giorni in secondo grado e ancora 143 in ultima istanza. In totale, dunque, si arriva a poco più di un anno.

Uno sguardo anche alla situazione italiana per quanto concerne la giustizia amministrativa quella branca del sistema giudiziario che si occupa della tutela dei diritti dei cittadini nei confronti della pubblica amministrazione. In Italia un processo amministrativo “completo”, che ha due soli gradi, i Tar e il Consiglio di Stato, dura in media 5 anni abbondanti: 925 giorni in primo grado e 986 in ultimo grado. Peggio di noi solamente Cipro, Grecia, ma con un grado di giudizio in più, e Portogallo per cui vale lo stesso discorso della Grecia.

Chiudendo con il capitolo dei costi necessari per far funzionare la giustizia a Cuneo, la cifra più rilevante è quella pagata ai difensori dal gratuito patrocinio, quello che si attiva quando una persona non può pagarsi un avvocato e allora ci pensa lo Stato in sua vece: 1 milione 239 mila 327 euro. 91.926 € è la cifra spesa per i consulenti tecnici, quelli definiti ausiliari del magistrato. Per telefonia, pulizia, elettricità, riscaldamento si sono spesi, sempre nel 2018, 364.277 euro. In totale, nel 2018 c’è stato una movimentazione di denaro di 2 milioni 142 mila 770 euro.