l'interrogativo |
Regione Piemonte
/

Possono i privati essere un supporto per la sanità pubblica?

9 novembre 2019 | 09:26
Share0
Possono i privati essere un supporto per la sanità pubblica?

E’ la domanda che sorge spontanea nell’apprendere che la Regione Piemonte prevede di incrementare le tariffe e i budget destinati alle strutture sanitarie accreditate, nell’ottica di rendere queste ultime un supporto del pubblico in determinati comparti

Da una parte la sanità pubblica, quella per cui paghiamo le tasse, da cui arrivano segnali allarmanti riguardanti la carenza, negli ospedali, di personale medico e infermieristico. Dall’altra i privati, a cui la Regione apre prevedendo di incrementare le tariffe e i budget destinati alle strutture sanitarie accreditate. Secondo chi guida la Regione Piemonte questo dovrebbe essere un riconoscimento e al contempo un  passo deciso in direzione di un sistema sanitario privato non più concorrente del pubblico ma in grado di diventare un supporto dello stesso in determinati comparti.

Ovviamente si tratta di un supporto che prevede dei costi. L’Aiop, l’Associazione delle strutture private, è chiaramente soddisfatta del cambio di linea che dovrebbe archiviare i rapporti spesso turbolenti con l’assessorato regionale alla Sanità tanto che nell’Assemblea generale che s’è tenuta mercoledì 6 novembre, ha deliberato all’unanimità di proseguire nelle trattative per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro della Sanità privata, così come espresso dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.

Nel comunicare la prosecuzione delle trattative l’Aiop è andata oltre, dichiarando:”Aiop ringrazia in particolar modo l’assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Luigi Genesio Icardi, per la disponibilità dimostrata nel voler adottare, per le strutture sanitarie private accreditate con il sistema sanitario regionale, una misura che prevede un incremento delle tariffe e del budget pari alla copertura del 50 per cento dell’aumento del costo del contratto”. Sembrerebbe, perciò, una svolta per ciò che riguarda una Sanità prioritariamente pubblica, dove il privato ha sempre  avuto un ruolo sostanzialmente marginale.

La Giunta, con questa decisione, è in linea con gli annunci fatti in campagna elettorale. Resta da quantizzare a quanto corrisponde, in euro,  “l’incremento delle tariffe e del budget pari alla copertura del 50 per cento dell’aumento del costo del contratto”. E bisognerebbe sentire anche il parere di chi opera nell’ambito della sanità pubblica, per capire come viene giudicata questa inversione di tendenza di una Regione che guarda con interesse a Veneto e Lombardia, anche loro amministrate da giunte di centrodestra. E, infine, è questa la risposta che aveva in mente il governatore Cirio per abbattere le liste d’attesa e per frenare la tendenza dei pazienti piemontesi a rivolgersi a strutture ospedaliere di altre regioni?