L’ITIS “Delpozzo” di Cuneo all’incontro con l’ex magistrato Giuliano Turone:

27 novembre 2019 | 09:03
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L’ITIS “Delpozzo” di Cuneo all’incontro con l’ex magistrato Giuliano Turone:
L’ITIS “Delpozzo” di Cuneo all’incontro con l’ex magistrato Giuliano Turone:
L’ITIS “Delpozzo” di Cuneo all’incontro con l’ex magistrato Giuliano Turone:

Presentazione del saggio “ITALIA OCCULTA: da Aldo Moro alla strage di Bologna. Il triennio maledetto che sconvolse la Repubblica (1978-1980) “ “Stragi e depistaggi dal delitto Moro alla strage di Bologna”

Cuneo. Martedì 26 novembre gli alunni delle classi quinte e di alcune classi quarte hanno partecipato all’incontro, tenuto nella sede della Provincia di Cuneo e organizzato all’interno del ciclo di conferenze “Resistenze di Oggi”, con l’ex magistrato Giuliano Turone sulla storia dell’Italia negli anni di piombo.

Nello specifico, il giudice ha presentato ai giovani il suo saggio “ITALIA OCCULTA: da Aldo Moro alla strage di Bologna. Il trentennio maledetto che sconvolse la Repubblica” che affronta con chiarezza e scientificità documentale ciò che è successo in quegli anni politicamente assai difficili per la democrazia italiana.

Il triennio 1978- 1980 è considerato come il triennio più agghiacciante della storia del secondo Novecento italiano e suo inizio può essere considerato proprio il rapimento dell’allora Presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro. La svolta finale, invece, fu la strage di Bologna per mano della destra eversiva che causò 85 morti e 200 feriti.

<Ricostruire i fatti accaduti nel triennio non è stato semplice – ha detto il giudice Turone – perché era evidente la presenza nel sistema di una “macchia” che voleva inquinare con disinformazioni continue e depistaggi per non fare emergere la verità sottostante agli avvenimenti gravissimi del triennio. E’inevitabile che per riuscire a spiegare il perché degli avvenimenti accaduti in quel periodo emerga la necessità di ampliare lo spettro ed analizzare molti più avvenimenti che a postumi riescono a far riflettere su tutti i possibili, se pur difficili, collegamenti>.

Gli argomenti presentati ai ragazzi sono stati tantissimi, perché l’arco temporale è stato gravido di avvenimenti importanti: il sequestro e l’uccisione di Aldo Moro del 1978, il coinvolgimento di Andreotti nella mafia siciliana di Michele Sindona, l’omicidio di Mino Pecorelli del 1979, il dissesto della Banca Privata Finanziaria di Sindona, l’omicidio di Giorgio Ambrosoli del 1979, le stragi di Capaci e di via D’Amelio del 1992, l’omicidio del capitano dei carabinieri Emanuele Basile del 1980, il maxiprocesso a Cosa Nostra dell’86-92, l’assassinio di Piersanti Mattarella del 1980, l’uccisione del giudice Mario Amato del 1980, la strage della stazione di Bologna del 1980.

Giuliano Turone nel 1981 era uno dei due giudici – l’altro era Gherardo Colombo – che ordinò la perquisizione di un immobile a disposizione di Licio Gelli e fu dunque lui a ritrovare la lista di più di 900 persone che erano iscritte alla loggia massonica P2, soggetti che appartenevano a tutte le articolazioni più importanti dello Stato e della vita pubblica. Dalle prove sequestrate emersero pure tutti gli affari segreti in cui la P2 aveva avuto un ruolo di intrusione e di organizzazione in vista del famoso “Piano di rinascita nazionale”.

Questa straordinaria scoperta ha permesso al giudice Turone la ricostruzione storica di ciò che successe in quegli anni, una rielaborazione più libera di quella giudiziaria, ma molto documentata.

Turone ha citato, lodandola, la relazione che scrisse sulla P2, il suo presidente, l’onorevole Tina Anselmi, in cui compare una metafora più espressiva di qualunque altra dell’organizzazione della P2, in cui il sistema della P2 viene rappresentato dall’immagine di una doppia piramide con i vertici legati tra di loro e le basi opposte, di cui la piramide in basso è costituita dagli iscritti alla loggia massonica, il punto di contatto fra le due piramidi è il maestro venerabile aretino Licio Gelli, mentre la piramide superiore è costituita da personaggi di cui oggi si conosce (o si suppone siano) i nomi, come Giulio Andreotti, Francesco Cossiga ed i collaboratori delle sfere dei servizi segreti deviati.

Molta attenzione è stata riservata anche agli onesti e pochi servitori della Repubblica, come il generale Dalla Chiesa, più volte ricordato dal giudice milanese.

Nel trarre le conclusioni del lungo, ma splendido intervento, il giudice Turone ha esposto il suo sconforto nel riconoscere che in quegli anni bui la nostra Repubblica fu esposta a rischi di involuzione a causa di comportamenti di uomini che avevano rinnegato i loro giuramenti di fedeltà verso le istituzioni. Ha espresso molta speranza e fiducia nelle nuove generazioni, capaci di comprendere le atrocità che nel secolo scorso sono state attuate e che sono in grado oggi di impedire che esse possano ripetersi.

Ecco il commento a freddo di un alunno (Petrucci Elia, 5 A CHI) al termine della conferenza a cui ha partecipato: – < Sinceramente ho trovato l’incontro molto utile per la comprensione dei fatti terroristici avvenuti nel triennio ’78-80; il giudice Giuliano Turone si è espresso in modo molto chiaro ed i fatti da lui spiegati e narrati sono stati compresi da tutti noi.

Penso che, soprattutto adesso, ci sia bisogno di sapere la verità sui quei tristi avvenimenti e credo anche che la politica debba sempre di più coinvolgere noi giovani così da far sì che possiamo assumere scelte consapevoli ed essere critici rispetto a ciò che accade nel mondo.

L’essere portatori sani di giustizia contro la criminalità organizzata è un dovere che dovrebbe accomunare tutti noi cittadini di questa Italia.

Grazie ai nostri insegnanti e al dirigente scolastico per averci offerto questa opportunità formativa.>