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Le fate esistono, anche in provincia di Cuneo

5 novembre 2019 | 08:47
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Le fate esistono, anche in provincia di Cuneo
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Le fate esistono, anche in provincia di Cuneo
Le fate esistono, anche in provincia di Cuneo

La bovesana Claudia Pirotti è un’ambasciatrice de “I bambini delle fate”, impresa sociale di Franco Antonello: “L’autismo ti entra in casa come un ospite indesiderato e non se ne va più. Per questo ho sposato questa causa che ha l’obiettivo di raccogliere fondi per un sostegno che sia costante e duraturo nel tempo”

“Life is what happens to you while you’re busy making other plans”. La vita è ciò che ti accade mentre stai facendo altri piani, diceva John Lennon. Lo sa bene Franco Antonello da Castelfranco Veneto (Treviso) che, nei primi anni 90, è un giovane imprenditore di successo, alla guida di un’azienda leader nel mondo della pubblicità e della comunicazione (tanto da annoverare tra i propri clienti anche alcuni tra i più grandi periodici nazionali) quando si accorge che dei suoi programmi, delle sue ambizioni e dei suoi sogni, alla sua vita non importa nulla perché lei, per lui, ha altri piani. Nel 1992 nasce suo figlio Andrea al quale, all’età di due anni, viene diagnosticato un disturbo dello spettro autistico. Da quel momento l’esistenza di Franco, sarà lui stesso a dirlo, viene completamente stravolta. Egli si rende conto che se, da un lato, c’è il mondo imprenditoriale con le sue aziende ed i suoi “meccanismi perfetti”, dall’altro c’è un altro mondo, quello del “sociale”, che sino a quel momento non lo aveva quasi toccato, ma che da quel momento non lo abbandonerà più.

Di quello (il sociale) che fino ad allora era stato per lui un universo parallelo, lo colpisce il fatto che si basi sostanzialmente solo su donazioni e volontariato, elementi importantissimi ma palesemente non in grado, entrambi, di garantire alcuna continuità e men che meno di dispensare le certezze di cui necessita chi ne ha bisogno. Così decide di attivarsi in prima persona per cambiare le cose e, dopo aver lasciato l’azienda ad alcuni collaboratori, nel 2005 fonda “I bambini delle fate”, un’associazione, divenuta un paio d’anni fa impresa sociale, la cui mission è quella di sostenere economicamente progetti di inclusione sociale la cui esistenza sia garantita nel tempo grazie a raccolte fondi regolari, costanti e durature. Ed in questi quasi 15 anni le fate, con i loro bambini, di strada ne hanno fatta parecchia: 68 diversi progetti sostenuti di cui hanno beneficiato più di 1500 famiglie grazie al contributo di più di 3500 sostenitori privati e di oltre 800 imprenditori di 15 diverse regioni italiane.

Dunque, le fate esistono, anche in provincia di Cuneo. Una di loro vive a Boves, si chiama Claudia Pirotti ed è la principale ambasciatrice de “I bambini delle fate” nella nostra terra. Mamma di tre figli, di cui uno con autismo, di professione Claudia fa la musicoterapista: “L’autismo ti entra in casa come un ospite indesiderato e non se ne va più. Per questo, e le famiglie che ne sono coinvolte lo sanno benissimo, è necessario che il sostegno sia costante e duraturo nel tempo. Ogni bimbo, ogni ragazzo, ha le sue caratteristiche, i suoi tempi ed ogni giorno impara qualcosa di nuovo. C’è chi deve lavorare individualmente e chi in gruppo, chi sull’aspetto sensoriale e chi su quello cognitivo. Insomma, c’è un mondo di lavoro da fare e per questo abbiamo bisogno del sostegno di tutti”. Per realizzare questo sogno, “I bambini delle fate” attivano, tramite le Fate e gli incaricati, le raccolte fondi regolari “Fare impresa nel sociale” e “Sporcatevi le Mani”.

La prima è rivolta agli imprenditori: “Non vogliamo donazioni o regali, chiediamo alle grandi aziende ed ai grandi imprenditori di diventare protagonisti in prima persona della trasformazione del mondo che abbiamo in mente. Un mondo fatto di inclusione e di attenzione al prossimo, un mondo in cui tutti abbiano le proprie possibilità ed opportunità. Sono tanti gli imprenditori che già hanno aderito, ma abbiamo davvero bisogno di tutti. Ricordo i primi che ci hanno dato fiducia sulla parola perché in qualche modo, come mamma, ero riuscita a coinvolgerli nella mia storia di vita con mio figlio Franci: quando abbiamo organizzato una serata in cui, anche attraverso l’uso di immagini, ho illustrato mia quotidianità, il loro commento unanime è stato ‘ora sappiamo perché vi diamo questi soldi e ne siamo orgogliosi’. Gli imprenditori, insomma, entrano a far parte di un circolo virtuoso dal quale non vorranno più uscire”. Anche se non si ha un’azienda, tuttavia, si può contribuire: “Attraverso la campagna ‘Sporcatevi le mani’ qualunque comune cittadino, con una piccolissima donazione mensile, può dare il suo preziosissimo aiuto”.

Ed è proprio grazie al sostegno di alcuni generosi e sensibili imprenditori che è nato il progetto “Famiglie al Centro” in virtù del quale molte famiglie di bambini e ragazzi con autismo hanno accesso a spazi e momenti che, altrimenti, per loro potrebbero diventare realtà soltanto a fronte di costi elevatissimi: “per poter svolgere attività che per altri sono normalissime, i nostri bambini ed i nostri ragazzi hanno bisogno di personale altamente formato: così anche un semplice corso di nuoto che per un bambino ‘neurotipico’ costa poche decine di euro, per un bambino con autismo rappresenterebbe una spesa spesso insostenibile per una famiglia”.

E’ il mondo che deve iniziare a modificarsi: “Le persone con autismo vivono in una condizione, in conseguenza della quale, hanno dei limiti oltre i quali non possono andare. Ne consegue che l’unico modo affinché possano vivere bene sia che il resto del mondo conosca la loro condizione e, in qualche modo, si adegui a loro: non possiamo pretendere che avvenga il contrario. Per questo è importantissimo fare formazione e informazione perché tutti devono conoscere le difficoltà che vivono quotidianamente le persone con autismo e con essi le loro famiglie. C’è un grandissimo lavoro sociale e di comunità da fare: dal panettiere al dentista, dall’ufficio postale al supermercato, ognuno deve fare la sua parte, anche soltanto attraverso piccolo accorgimenti, affinché il mondo sia sempre più pronto ad accoglierli”.

Di Claudia Pirotti non possono non colpire la straordinaria energia positiva che è in grado di trasmettere semplicemente raccontando, ed il contagioso entusiasmo nel decantare la bellezza dell’essere utile al prossimo: “Molte volte il fare per gli altri in realtà è un dono per sé stessi. E’ un egoismo sano, faccio una cosa perché mi fa stare bene”.
La storia di Claudia, così come quella di Franco, dimostrano che sì, aveva ragione il leader dei Beatles: la vita è davvero ciò che ci accade mentre stiamo facendo altri piani, ma anche che il segreto della felicità, ammesso che esistano l’uno e l’altra, risiede proprio nella capacità di adattamento che ognuno di noi riesce ad avere nel passaggio, anche quando pare muro insormontabile, dai programmi che abbiamo per la nostra vita a quelli che lei ha per noi.

Per approfondire:
Profilo facebook Claudia Pirotti
Pagina facebook Famiglie al Centro – CAP 12100
Pagina facebook i Bambini delle Fate
Profilo linkedin Monica Rolfo

(Nella fotografia, da sinistra: Monica Rolfo (incaricata de I bambini delle fate per il progetto “Fare Impresa nel sociale”), Andrea Antonello, Franco Antonello e Claudia Pirotti)