Cuneo, “La Svolta” agli arresti per tre magrebini

7 novembre 2019 | 11:43
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Cuneo, “La Svolta” agli arresti per tre magrebini

Sono i responsabili del violento pestaggio di un giovane ecuadoregno che a luglio fu anche derubato di cellulare e portafoglio con 800 euro. Le indagini della Mobile hanno permesso di individuare i tre giovani e di interromperne l’attività criminosa e violenta.

Cuneo.Hatem Rebei, 18 anni, di Cuneo, e Ben Salem Wael, 20, di Chiusa Pesio, entrambi di origine tunisina sono in carcere al Cerialdo mentre M. M., nato e residente a Dronero e di origine magrebina, ora è sottoposto all’obbligo di permanenza in casa perché all’epoca dei fatti era minorenne. I tre sono responsabili dell’aggressione a un giovane ecuadoregno di 24 anni che nelle prime ore dell’11 luglio scorso era stato picchiato a calci, pugni e cinghiate e derubato di cellulare e portafoglio contenente 800 euro. Per gli arrestati le accuse sono pesanti: rapina in concorso, rapina aggravata e lesioni.

Il giovane ecuadoregno era arrivato a Cuneo dalla provincia, per una serata di divertimento, almeno così sperava, che ha trascorso in parte agli ex lavatoi. Qui era stato avvicinato dai tre magrebini che avrebbero fatto amicizia con lui. Da qui ad accordarsi per trascorrere ancora qualche ora insieme il passo è stato breve. Una passeggiata in giro per Cuneo, una sosta in una panetteria appena aperta, erano le 5 di mattina, per colazione e poi i tre convincono il ragazzo a farsi accompagnare con la loro macchina. E qui è iniziato l’incubo per l’ecuadoregno che è stato portato nel parcheggio sotterraneo di piazza Boves, picchiato selvaggiamente e derubato. Alla fine, lasciato da solo è riuscito a chiedere aiuto a un autista di bus, che lo ha portato in piazza Torino dove è stato assistito dal personale di una volante che ha provveduto a chiamare un’ambulanza per le prime cure. Per lui 40 giorni di prognosi, ma poteva rischiare veramente molto di più.

Gli agenti della squadra mobile, 1a sezione criminalità organizzata, agli ordini del dirigente Pietro Nen, hanno avviato le indagini, coordinate dal pm Attilio Hoffman, ascoltando il racconto della vittima e ripercorrendo il percorso fatto in città dal gruppo avvalendosi dei filmati delle telecamere di sorveglianza che c’erano lungo il tragitto. Sono poi state acquisite le intercettazioni telefoniche delle conversazioni avvenute tra gli assalitori del ragazzo e alla fine si è giunti all’identificazione dei tre e alla convalida del loro arresto, avvenuto la settimana scorsa. Sabato in carcere c’è stato l’interrogatorio di garanzia alla presenza del giudice Alberto Boetti.

L’operazione, chiamata “La Svolta”, è stata molto più complessa e articolata di come l’abbiamo sintetizzata. Gli uomini della Mobile si sono trovati di fronte a un vero e proprio branco che spesso conviveva nello stesso alloggio, si era già reso responsabile di reati come estorsione, rapina, furti, si dava mutuo soccorso nei momenti difficili ed era particolarmente violento anche nei confronti dei coetanei. Senza trascurare la situazione di grave disagio e allarme che avevano creato nei paesi dove vivevano. L’aggressione all’ecuadoregno è stata studiata nei dettagli, con i tre che hanno creato i presupposti per instaurare un clima amichevole nei suoi confronti, per poterlo valutare e capire se poteva essere rapinato. Tra l’altro, gli 800 euro che l’ecuadoregno aveva con sé gli servivano per le prime spese che avrebbe dovuto affrontare in Liguria, dove si sarebbe dovuto trasferire per lavoro durante la stagione estiva.

Nel corso delle indagini sono stati utilizzati sistemi tecnologicamente avanzati e anche i tradizionali servizi in borghese che hanno permesso agli uomini della Mobile di scoprire altri reati tra cui il traffico di stupefacenti in cui sono risultati invischiati l’allora minorenne M. M. e un altro minorenne, estraneo però al pestaggio e finito pure lui agli arresti domiciliari. Da lì il sequestro di 2 hg di hashish. Sempre per questioni di droga ad agosto era finito in carcere anche il padre di Hatem Rebei, il 57enne Abdellatif Rebei, nella cui abitazione la polizia aveva trovato 5.500 pasticche di ecstasy, un quantitativo di droghe sintetiche che a Cuneo non era mai stato sequestrato in passato. L’uomo, che si è sempre dichiarato innocente era tornato in libertà con obbligo di dimora ed è stato denunciato per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

La soddisfazione espressa dal dirigente della Mobile, Pietro Nen, è stata quella di aver bloccato la deriva violenta di un gruppo di giovani che stava diventando molto pericoloso, nonostante la giovane età, e di aver potuto agire sul traffico di stupefacenti che si stava sviluppando in certe zone di Cuneo. Il nome che è stato scelto per l’operazione di polizia, “La Svolta” deriva dal gergo giovanile quando i ragazzi, in una serata particolarmente noiosa o ordinaria vogliono darle una svolta. A volte basta cambiare il locale che si è scelto per divertirsi altre, purtroppo, significa far uso di alcool o di droga.