Autotrasportatori piemontesi pronti alla mobilitazione

14 novembre 2019 | 10:20
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Autotrasportatori piemontesi pronti alla mobilitazione

Rivendicati dalle oltre 6mila imprese artigiane del settore preparano il recupero delle accise sugli Euro 3 e incentivi. Ieri incontro a Roma con il Ministro dei Trasporti Paola De Micheli

Sono 6.403 le imprese artigiane dell’autotrasporto in Piemonte e sono intenzionate a scendere in sciopero se a Roma non verranno mantenuti gli impegni relativi al recupero delle accise per i veicoli Euro 3 e sui 240 milioni di euro promessi e destinati agli incentivi per investimenti, rimborsi pedaggi autostradali, deduzioni forfettarie per le spese non documentate e deduzioni per il contributo al servizio sanitario nazionale e incentivi per la formazione.

Ieri c’è stato un incontro con il Ministro dei Trasporti Paola De Micheli per trovare una via d’uscita che eviti la contrapposizione tra le parti. Gli autotrasportatori sottolineano come dall’analisi dei provvedimenti contenuti nella Legge di Bilancio e nel decreto legge fiscale emerga come l’autotrasporto italiano sia gravemente penalizzato a causa dei tagli sui fondi per il recupero accise sui veicoli Euro 3 e sulle risorse per la competitività del settore, che non sono mai stati discussi con le rappresentanze e che compromettono la sopravvivenza stessa di migliaia di imprese.

Dalle associazioni di categoria viene fatto notare, inoltre, come sia inaccettabile un qualsiasi taglio ai rimborsi delle accise per un settore che inquina solo per il 4,6 per cento del totale ed ha già ridotto negli anni le proprie emissioni clima alteranti.

Per le imprese di trasporto artigiane il rimborso è un diritto che spetta per il contenimento dei costi, per equipararli a quelli degli altri operatori e per il mantenimento della competitività in ambito nazionale e comunitario. Per questo deve rimanere un provvedimento intoccabile, a garanzia del futuro del sistema dei trasporti su gomma.

A chi accusa gli autotrasportatori di scarsa sensibilità ambientale viene risposto che il settore ovviamente avverte la necessità di affrontare la questione della tutela dell’ambiente ma, al contempo, chiede al Governo di prevedere un serio piano programmatico che permetta alle imprese di affrontare la transizione ecologica mantenendo competitività, redditività e dignità. La transizione ecologica è un processo che prevede diverse fasi di attuazione e si deve sviluppare in un arco temporale congruo.