In Consiglio Regionale ci sono i ragazzi di “Friday for future”, ma se ne vanno in segno di protesta

16 ottobre 2019 | 09:33
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In Consiglio Regionale ci sono i ragazzi di “Friday for future”, ma se ne vanno in segno di protesta

Discussione in aula sui temi ambientali che non soddisfa i giovani che chiedono un impegno più concreto della politica. Poi l’uscita dall’aula per protestare contro Cirio, Lega e FdI

Per continuare a combattere la sfida ambientale la Regione rimarca la necessità di aumentare la percentuale di raccolta differenziata, di varare un piano per contrastare l’inquinamento legato al riscaldamento degli edifici, di costruire nuovi invasi e sviluppare maggiormente l’idroelettrico, di incentivare la nascita di piccole comunità energetiche. Ma ai ragazzi di “Friday for Future”, in visita al Consiglio regionale, è sembrato che la presa di posizione della Giunta regionale fosse troppo blanda e, dopo aver ascoltato le repliche del governatore Cirio e degli esponenti di Lega e Fratelli d’Italia che negavano l’origine antropica dei cambiamenti climatici, se ne sono andati per protesta.

Nei loro interventi in Consiglio regionale i ragazzi avevano puntato il dito sul mancato impegno della politica in tema ambientale:“Un ragazzo che nasce e cresce in Piemonte vive in media due mesi in meno rispetto a un suo coetaneo di un’altra regione italiana. Da anni, la pianura padana è costantemente oltre la soglia di sicurezza dell’Oms per quanto riguarda l’inquinamento atmosferico. E questo è solo uno dei problemi. Responsabilità. Siamo qui oggi per chiedervi di prendervi le vostre responsabilità, in qualità di politici, di rappresentanti, di adulti, di genitori, di umani”. Questo è quanto aveva detto Niccolò Lanfranco, 29 anni, studente del Politecnico. “Avete delle responsabilità verso la salute dei cittadini che rappresentate. Avete delle responsabilità nei confronti della scienza. Avete delle responsabilità verso la nostra generazione, ma soprattutto verso le generazioni che verranno. Il 10 settembre, all’audizione consigliare siamo venuti a portarvi un messaggio. Il 27 settembre abbiamo dimostrato che quel messaggio è l’urlo di 150 mila piemontesi, 1 milione di italiani, 8 milioni di umani. Oggi ci aspettiamo una risposta. Ci aspettiamo che comprendiate la situazione. Ci aspettiamo che prendiate atto dell’emergenza in cui ci troviamo. Pretendiamo che da domani questa dichiarazione venga trasformata in fatti”. Per questo i ragazzi hanno chiesto al consiglio di esprimersi su documenti che contengono proposte concrete, dallo smog alla costruzione di nuovi edifici ecosostenibili.

“I cambiamenti climatici, nei prossimi anni, diventeranno la minaccia per eccellenza nella nostra regione, se voi continuerete ad ignorarla e a non agire. Vi basti pensare che la temperatura massima media piemontese è aumentata di 2 ºC in soli 60 anni. Questo significa che i nostri figli, i nostri nipoti non conosceranno più questa regione come l’abbiamo vista noi. Non sapranno cos’è un ghiacciaio. Non sapranno cos’è la neve. I nostri ghiacciai alpini, che sono ormai diventati gli indicatori terrestri del cambiamento climatico, ci mostrano la loro sofferenza. Da inizio ‘900 abbiamo perso il 50 per cento della massa glaciale e il 70 di questa solo dagli anni ’70. Si parla di milioni e milioni di metri cubi di ghiaccio persi ogni anno. E questo deve allarmarci”. I dati non mancano. “L’estate 2019, nella nostra regione, è stata la terza più calda di sempre. La Società Meteorologica Italiana ha registrato drammatiche perdite di ghiaccio quest’estate, con una serie di bilanci negativi che vanno a sommarsi a quelli degli scorsi anni. Ad esempio, sul ghiacciaio del Ciardoney, sul Gran Paradiso, quest’estate abbiamo perso 1,65 metri di spessore e ben 8 di fronte glaciale. Non stiamo parlando di qualcosa che sta accadendo in un luogo lontano. L’emergenza climatica è qui, nella nostra regione, ora”.

Poi l’uscita di scena dall’Aula in segno di protesta.

(nella fotografia un’immagine del Friday for Future cuneese del 2019)