Fabiana Dadone come Raffaele Costa?

27 ottobre 2019 | 17:48
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Fabiana Dadone come Raffaele Costa?

Il neo ministro si trova di fronte a una spesa per i consumi intermedi della Pubblica amministrazione che continua a correre arrivando nel 2018 a 100,2 miliardi

Spending review continua ad essere una parola abusata nei dibattiti televisivi e non, ma resta una pia illusione, al momento, nella programmazione italiana. Nonostante il decreto fiscale abbia
congelato 3 miliardi di spese dei ministeri, i costi per i consumi intermedi della Pubblica amministrazione continuano a correre arrivando nel 2018 a 100,2 miliardi. E’ quanto rilevato dalla
Cgia, l’Associazione Artigiani e Piccole Imprese di Mestre che sottolinea come si tratti di “denaro usato dallo Stato centrale, dalle sue articolazioni periferiche, dalle Regioni e dagli Enti locali per la
manutenzione ordinaria, cancelleria, spese energetiche e di esercizio dei mezzi di trasporto, servizi di ricerca-sviluppo e di formazione del personale acquistati all’esterno, quota annuale per l’acquisto dei macchinari”.

Un barlume di speranza si era registrato tra il 2010 e il 2014 quando la dinamica delle uscite relative a questa tipologia di spesa si era pressoché arrestata. Superata la fase più critica dei conti pubblici, i costi sono tornati a salire e negli ultimi 5 anni la crescita è stata del 9,2% (+8,5 mld in valore assoluto), mentre l’inflazione, sempre nello stesso periodo di tempo, è aumentata solo del 2%.

L’Italia non esce bene neppure dal confronto con i principali Paesi dell’Ue dal quale emerge che siamo i più “spendaccioni”. Nel 2017 per i consumi intermedi la nostra Pubblica amministrazione
ha speso il 5,5% del Pil, contro il 5% della Spagna, il 4,9% della Francia e il 4,8% della Germania. La media dell’area dell’euro si è attestata al 5,1% del Pil. Dalla disaggregazione per funzioni della
spesa per consumi intermedi emerge come la quota più significativa spetti alla sanità passata da 24,1 a 33,7 miliardi nel decennio 2007/2017. Seguono i servizi generali della Pa con 16,1 mld, la
protezione dell’ambiente con 11,7 mld, l'istruzione con 7 mld e le attività culturali/ricreative con 6,4 mld.

Sono dati che fanno riferimento al 2017 e non tengono conto delle nuove revisioni dei conti pubblici avvenute nel 2019. Trattandosi di costi intermedi non includono, ovviamente, i costi del
personale.

Un altro politico monregalese, quindi, è chiamato a un’opera moralizzatrice della spesa pubblica. Come ai suoi tempi tentò di fare l’onorevole Raffaele Costa con il ministero della Sanità, così oggi
Fabiana Dadone, a capo del ministero che si occupa della Pubblica amministrazione, deve affrontare l’annoso problema della spesa fuori controllo. Ci riuscirà? Ai posteri l’ardua sentenza,
per ora ha i dati della Cgia di Mestre su cui meditare…