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Curarsi in Piemonte per i tumori all’utero e all’ovaio

21 ottobre 2019 | 14:28
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Curarsi in Piemonte per i tumori all’utero e all’ovaio

L’indagine del portale www.doveecomemicuro.it segnala requisiti e numero di interventi effettuati nei centri d’elezione per gli interventi sui tumori all’utero e alle ovaie. Ottime le prestazioni registrate dall’Ospedale Regina Montis Regalis e dal Santa Croce e Carle di Cuneo.

Secondo i dati di www.doveecomemicuro.it, portale che monitora le strutture sanitarie italiane e che ha realizzato un’indagine sui centri italiani più performanti per volume d’interventi per tumore maligno all’utero e per tumore maligno all’ovaio, in Piemonte a eseguire il maggior numero di interventi per tumore maligno all’ovaio, è l’Ospedale Sant’Anna – A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino, seguito dall’Ospedale Maggiore Carità di Novara, dal Presidio Ospedaliero Cardinal Massaia di Asti, dall’Ospedale Mauriziano Umberto I di Torino e dall’Humanitas Gradenigo di Torino.

Per quanto riguarda, invece, il numero d’interventi per tumore maligno all’utero, in prima posizione in Piemonte c’è ancora l’Ospedale Sant’Anna – A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino, seguito dall’Ospedale Regina Montis Regalis Mondovì, dall’Ospedale Mauriziano Umberto I di Torino, dall’Ospedale Maggiore Carità di Novara e dall’Ospedale Santa Croce e Carle di Cuneo.

Come per tutte le patologie complesse, anche per la gestione di questo carcinoma è fondamentale affidarsi a centri competenti e accreditati, in grado di garantire cure ed assistenza appropriate volte a prolungare la sopravvivenza e, al tempo stesso, a migliorare la qualità di vita”, spiega a www.doveecomemicuro.it Giovanni Scambia, Direttore Scientifico della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma.

Per quanto concerne il volume d’interventi per tumore maligno all’utero, in prima posizione in Piemonte c’è nuovamente l’Ospedale Sant’Anna – A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino seguito dall’Ospedale Regina Montis Regalis Mondovì, dall’Ospedale Mauriziano Umberto I di Torino, dall’Ospedale Maggiore Carità di Novara e dall’Ospedale Santa Croce e Carle di Cuneo.

“L’alto numero di interventi eseguiti in un anno è il primo elemento di cui tenere conto al momento di scegliere la struttura in cui operarsi, perché indicativo dell’esperienza accumulata da un ospedale. Una vasta letteratura scientifica, infatti, dimostra come un importante volume di attività abbia un impatto positivo sugli esiti delle cure”, spiega Elena Azzolini, medico specialista in Sanità Pubblica e membro del comitato scientifico del portale www.doveecomemicuro.it.

Da oggi, è possibile confrontare i centri che effettuano interventi per tumore maligno all’ovaio. I dati sui volumi di attività delle strutture relativi a questo carcinoma, infatti, sono disponibili su www.doveecomemicuro.it, portale che dal 2013 rappresenta un punto di riferimento per la ricerca della struttura in cui curarsi. Fonte dei dati è il Programma Nazionale Esiti 2018 di Agenas, edizione in cui è stato introdotto per la prima volta il nuovo indicatore. L’aggiornamento di doveecomemicuro.it ha riguardato anche gli indicatori precedentemente inseriti, compreso il volume d’interventi per tumore maligno all’utero, altra importante neoplasia ginecologica.

Secondo quanto riportato dal PNE 2018, la soglia oltre la quale diminuisce marcatamente il rischio di residui tumorali – fattore associato a minori probabilità di sopravvivenza a cinque anni dall’operazione chirurgica per tumore ovarico – è di 20 interventi annui. In Italia, questo valore di riferimento viene raggiunto solo dal 28% delle strutture: il 60% si trova al nord, l’11% al centro e il 29% al sud.

Il tumore maligno all’utero è la più frequente neoplasia ginecologica dopo quella al seno. Sebbene si contino circa 8.000 nuove diagnosi ogni anno, di questo carcinoma si muore sempre meno grazie alle campagne informative e ai traguardi raggiunti nella diagnosi e nelle cure. L’esame utile per prevenirlo è il PAP testda ripetere una volta ogni 3 anni a partire dai 25 anni.

Il tumore ovarico rappresenta, invece, circa il 30% di tutti i tumori maligni dell’apparato genitale femminile. “Secondo l’AIOM, in Italia nel 2018 sono stati diagnosticati circa 5.200 nuovi casi. Nel complesso, si stima che il rischio di sviluppare questo tumore nell’arco della vita di una donna sia di 1 su 75”, spiega Giovanni Scambia, Direttore Scientifico della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma.

Come per tutte le patologie complesse, anche per la gestione di questo carcinoma è fondamentale affidarsi a centri competenti e accreditati, in grado di garantire cure ed assistenza appropriate volte a prolungare la sopravvivenza e, al tempo stesso, a migliorare la qualità di vita”, spiega il dottor Scambia.

CLASSIFICHE REGIONALI

(Fonte PNE 2018)

Interventi chirurgici per tumore maligno all’ovaio

Le strutture pubbliche o private accreditate che in Piemonte hanno effettuato questo tipo di intervento sono 12.

Le 5 strutture che effettuano un maggior numero di interventi sono:

In Piemonte il valore di riferimento di minimo 20 interventi l’anno è rispettato dal 50% delle strutture (6 strutture su 12).

Il 12,2% dei residenti sceglie di farsi curare in altre regioni.

L’87,8% dei residenti sceglie di farsi curarsi nella propria regione.

Il 7,8% di interventi eseguiti su non residenti.

Interventi chirurgici per tumore maligno all’utero

Le strutture pubbliche o private accreditate che in Piemonte hanno effettuato questo tipo di intervento sono 28.

Le 5 strutture che effettuano un maggior numero di interventi sono:

Il 9,4% dei residenti sceglie di farsi curare in altre regioni.

Il 90,6% dei residenti sceglie di farsi curarsi nella propria regione.

Il 7,8% di interventi eseguiti su non residenti.