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Carne bovina di razza Piemontese, Coldiretti Cuneo: presto in etichetta l’IGP, garanzia di qualità e sicurezza

29 ottobre 2019 | 15:28
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Carne bovina di razza Piemontese, Coldiretti Cuneo: presto in etichetta l’IGP, garanzia di qualità e sicurezza

Approvato dal Ministero il piano dei controlli per i Vitelloni Piemontesi della Coscia IGP

Cuneo. Via libera del Ministero delle Politiche Agricole al piano dei controlli per i Vitelloni Piemontesi della Coscia IGP, ultimo atto formale che consentirà a brevissimo l’utilizzo del marchio IGP sull’etichetta dei pregiati tagli di carne bovina di razza Piemontese.

Si porta così a compimento l’iter di riconoscimento IGP iniziato nel 2009 e ottenuto a livello comunitario nel dicembre 2016 a tutela di un patrimonio unico, storicamente legato al nostro territorio.

“Con questo ultimo tassello viene veramente completato l’insieme delle attività previste dal disciplinare della denominazione IGP per i Vitelloni Piemontesi dalla Coscia. A seguito della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale si potrà partire con i controlli nelle aziende; ciò significa garantire al consumatore tracciabilità, elevata qualità e sicurezza alimentare” commenta Roberto Moncalvo, Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo.

Tra alcuni mesi i consumatori potranno trovare il marchio IGP sulle carni di bovini maschi e femmine di razza Piemontese, di età superiore a 12 mesi, che si distinguono per il grande sviluppo muscolare e una massa grassa contenuta rispetto ai capi di tipo comune: una potenzialità genetica esaltata da un’attenta alimentazione che gli allevatori gestiscono nel solco di una tradizione consolidata negli anni.

La Piemontese si colloca a pieno titolo come la prima razza autoctona nazionale, presente principalmente negli allevamenti della nostra Regione, in particolare in Provincia di Cuneo. Qui sono 210.000 i capi di Piemontese e 3.600 le aziende impegnate nell’allevamento, sia tradizionale sia legato al pascolamento in alpeggio, che garantisce il presidio delle montagne e dei territori svantaggiati.

Annualmente sono impiegati oltre 9.000 addetti nella Granda per un fatturato che, per il solo allevamento, vale oltre 300 milioni di euro e per l’intera filiera, comprendente la logistica, il trasporto, la mangimistica, la macellazione ed il sezionamento, supera i 600 milioni di euro.

“Con l’IGP – conclude Moncalvo – non viene solo difesa una razza ed una tipologia di allevamento, ma anche una tradizione alimentare unica, oltre ad essere tutelato un grande patrimonio dal punto di vista della biodiversità, dell’ambiente e dell’economia”.

Grande soddisfazione è stata espressa anche da Carlo Gabetti, Presidente del Coalvi, l’Ente proponente dell’IGP, a capo del Comitato che raggruppa tutte le maggiori Associazioni del settore zootecnico piemontese.