“Quote rosa? Mi preoccupano le quote rosse”

7 settembre 2019 | 12:03
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“Quote rosa? Mi preoccupano le quote rosse”

L’analisi di Anna Mantini (Lega) sul governo Pd-5 Stelle appena insediato: “Primi segnali negativi sulla sicurezza, dimenticato il Codice Rosso. Preoccupazioni anche sul destino dell’autonomia del Piemonte”

Più che per le quote rosa carenti, questo governo preoccupa per le quote rosse abbondanti nel suo programma dal punto di vista di una ideologia nuovamente contraria al ceto medio e alla sicurezza dei cittadini.
Battute “cromatiche” a parte, sembra dalle prime intenzioni e dai primi provvedimenti che l’intento della neonata coalizione giallorossa sia quello di rinnegare e di vanificare radicalmente quanto fatto nei 14 mesi precedenti in particolare per quello che è stato il contributo apportato dai ministri della Lega.
Sembra del tutto sparito ogni riferimento al Codice rosso, la legge dell’ex ministro Giulia Bongiorno di rafforzamento della lotta alla violenza domestica e contro le donne, e allo stesso tempo si sta chiaramente lavorando a smontare pezzo per pezzo i decreti sicurezza che avevano l’intento di fornire più strumenti alle forze dell’ordine per contrastare l’immigrazione illegale e la criminalità in genere, in analogia a quanto si è già fatto contro la legge Bossi-Fini fino a vanificare la sua efficacia a colpi di sentenze avverse e di disapplicazioni.
Un altro banco di prova, dove spero che il mio e nostro pessimismo potrà essere almeno in parte smentito, è quello delle opere pubbliche soprattutto infrastrutturali: la Tav è sparita dal nuovo contratto di governo (sarà silenzio-assenso o silenzio-rigetto?), l’autonomia differenziata definitivamente delegittimata sebbene anche i governatori del centrosinistra ne confermino l’utilità assoluta, l’Asti-Cuneo sarà a rischio di nuove riscritture e nuovi rinvii?
I governi parlamentari che nascono dalla paura del voto – e ne abbiamo avuti di esempi, nel 2000, nel 2011 e nel 2016 – producono solo pasticci nella migliore e danni nella peggiore delle ipotesi. Soprattutto all’interno di uno scenario istituzionale in cui i tre quarti dei Governi locali e regionali sono ampia espressione della coalizione che ha vinto Politiche, Europee e Regionali e anche parecchie Comunali e rischiano, come successo ora per una legge del Friuli Venezia Giulia, di vedersi annullate dal Conte bis decisioni democratiche e rispondenti agli interessi dei territori.
Che cosa accadrà ora con il progetto di autonomia rinforzata della Regione Piemonte, premiato dalla maggioranza dei Cittadini Piemontesi alle elezioni del 26 maggio?