Confartigianato Cuneo: “Rischio collasso per i piccoli imprenditori del sistema casa”

7 settembre 2019 | 17:01
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Confartigianato Cuneo: “Rischio collasso per i piccoli imprenditori del sistema casa”

La misura contestata da Confartigianato, approvata definitivamente dal Senato, prevede che i cittadini che effettuano lavori di riqualificazione energetica o antisismici, possano chiedere, in alternativa alla detrazione fiscale dal 50% all’85% spalmabile in 10 anni

«Rilanciare la riqualificazione energetica e l’adeguamento antisismico con uno sconto pari all’agevolazione è una proposta che appoggiamo, ma tali importi non possono essere scaricati sulle nostre imprese. Il rischio è il collasso, per mancanza di liquidità per le 9mila imprese artigiane cuneesi dell’edilizia, dell’installazione di impianti e dei serramenti».

È un “no” secco quello che arriva dal presidente di Confartigianato Imprese Cuneo, Luca Crosetto, che si unisce alla posizione del presidente nazionale Giorgio Merletti e del presidente regionale Giorgio Felici, sullo “sconto in fattura” per gli interventi relativi all’ecobonus e al sismabonus, previsto dall’Articolo 10 del Decreto Crescita.

La misura contestata da Confartigianato, approvata definitivamente dal Senato, prevede che i cittadini che effettuano lavori di riqualificazione energetica o antisismici, possano chiedere, in alternativa alla detrazione fiscale dal 50% all’85% spalmabile in 10 anni, uno sconto immediato sulle fatture da parte dell’impresa che ha realizzato i lavori. Sconto che l’impresa potrà farsi rimborsare dallo Stato tramite un corrispondente credito d’imposta da utilizzare esclusivamente in compensazione, in cinque anni. Inoltre, l’azienda potrà scegliere di cedere il credito così acquisito ai suoi fornitori di beni e servizi. Non potrà invece cederlo a istituti di credito e intermediari finanziari.

Per l’Associazione di Categoria, questo meccanismo penalizza proprio le migliaia di micro e piccole imprese, che non dispongono della capacità finanziaria per “anticipare” lo sconto al cliente e non sono in grado di sopportare l’onerosità dell’operazione di cessione del credito. La misura, evidenziano dalla Confartigianato, impatta sull’intera “sistema casa”, coinvolgendo quindi non solamente le aziende edili ma anche le imprese di impiantistica, del legno e dei serramenti.

«Portando un esempio, – spiega Luciano Gandolfo, rappresentante provinciale e regionale degli Edili di Confartigianato, nonché vice presidente nazionale ANAEPA (Associazione Nazionale Artigiani dell’Edilizia dei decoratori, dei Pittori e Attività Affini) – sostituendo degli infissi (scuri, persiane, avvolgibili) oppure sostituendo l’impianto di riscaldamento esistente con una caldaia a condensazione di classe A (senza contabilizzatori di calore), per una spesa complessiva di 10.000 euro, il proprietario ha diritto a una detrazione fiscale del 50%, pari a 5.000 euro, che potrà recuperare in dichiarazione dei redditi in 10 anni. Secondo l’articolo contestato, la stessa cifra potrebbe essere subito “scontata” cedendo il credito a chi ha eseguito i lavori. Quindi, per il committente, la sostituzione di fatto costa “solo” 5.000 euro, dato che i restanti 5.000 euro se li “caricherebbe” l’impresa che ha realizzato i lavori, portandoli in compensazione delle imposte nei successivi 5 anni».

«Di fatto, con la misura del Decreto Crescita – commentano Ettore Basso, presidente provinciale e regionale Confartigianato – Area Impianti e Categoria Elettricisti, e Gianfranco Castorello, presidente provinciale Area Legno – tante realtà dell’installazione di impianti e dei serramenti della provincia di Cuneo rischiano di essere tagliate fuori dal mercato. Si creerà una distorsione in cui soltanto i fornitori più strutturati e dotati di elevata capacità organizzativa e finanziaria potranno anticipare ai clienti la liquidità necessaria a ottenere lo sconto, e disporranno della capienza fiscale sufficiente per compensare il credito di imposta. Le imprese artigiane andranno incontro ad un immediato e drastico problema di liquidità e non saranno nelle condizioni di reggere la concorrenza di grandi gruppi di imprese di multiservizi che, avendo al loro interno delle finanziarie, non avvertiranno alcuna criticità. Il che ci fa sospettare che, nella disattenzione della politica, passino provvedimenti stilati proprio per fare da sponda agli interessi dei grandi operatori, perseguendo in tal modo la via dell’impoverimento e dello sfruttamento dei soggetti più piccoli, che comunque costituiscono oltre il 90% del tessuto produttivo nazionale».

«Ecobonus e sismabonus – conclude Domenico Massimino, vicepresidente nazionale di Confartigianato Imprese – hanno sicuramente la finalità positiva di un investimento nel comparto casa ma, fatto in questo modo, rischiano di mettere fuori dal mercato artigiani e piccole imprese. Un provvedimento di questo tipo, per non ledere alcun soggetto coinvolto, dovrebbe prevedere l’obbligo di acquisizione da parte dello Stato del credito di imposta generato. Inoltre, la possibilità, prevista dal decreto dopo una sollecitazione di Confartigianato all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, dell’ulteriore cessione del credito ai fornitori delle piccole imprese è nella pratica irrealizzabile, poiché nessun fornitore si accollerà né il credito né gli oneri finanziari ed i relativi rischi dell’operazione. L’Articolo 10 deve essere rapidamente superato e la migliore soluzione a questo problema consiste nell’abrogazione della norma. Confartigianato continuerà pertanto a battersi contro questa misura».