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Il tartufo nero della Valle Grana protagonista in Friuli

12 agosto 2019 | 16:10
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Il tartufo nero della Valle Grana protagonista in Friuli

Il progetto ha proposto un percorso di approfondimento e valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale legato ai saperi e ai luoghi della cultura alimentare della valle Grana

Ci sarà anche un pezzo di valle Grana alla seconda edizione del festival Sguardi sui territori. Antropologia visuale ed ecomusei in programma a Gemona del Friuli (Udine) da venerdì 30 agosto a domenica 1 settembre. Il programma del festival, curato dall’Ecomuseo delle Acque del Gemonese, è incentrato sul rapporto tra ecomusei (ma anche musei di comunità e musei etnografici) e antropologia visuale, un indirizzo delle scienze demoetnoantropologiche volto a documentare e analizzare le manifestazioni visibili espresse dalle culture di un territorio. Presentazioni, incontri e proiezioni, tutti aperti al pubblico, costituiranno un’occasione importante di confronto e dibattito tra addetti ai lavori, operatori ecomuseali, antropologi, antropologi visivi documentaristi. Nel pomeriggio di sabato 31 agosto verrà proiettato anche il documentario dedicato al tartufo nero della valle Grana realizzato dal documentarista Andrea Fantino nell’ambito del progetto Valle Grana – Saperi e sapori di valle curato dall’associazione noau | officina culturale per l’associazione La Cevitou.

Il progetto ha proposto un percorso di approfondimento e valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale legato ai saperi e ai luoghi della cultura alimentare della valle Grana con particolare riferimento a cinque prodotti cardine di questo territorio: il formaggio Castelmagno, l’aglio di Caraglio, la patata Piatlina e la patata Ciarda della Valle Grana, il tartufo nero della Valle Grana, lo zafferano di Caraglio e della Valle Grana. Fantino ha compiuto una ricerca di antropologia culturale sul territorio e prodotto cinque video documentari, uno per ogni prodotto. La ricerca antropologica sul campo ha dialogato costantemente con la realizzazione dei documentari, fin dall’inizio pensati come prodotti di interesse scientifico e divulgativo.

Nel documentario dedicato al tartufo nero, che dopo la prima a Gemona verrà proiettato insieme agli altri quattro a ottobre nel festival Sconfinamenti a Caraglio, si ripercorre la storia del tartufo in valle Grana grazie alle testimonianze e ai racconti dei protagonisti che hanno contribuito a scriverla come Franco Viano, presidente dell’Associazione Tartuficoltori Valle Grana, Fabrizio Ellena, che alla tartuficoltura a Montemale dedicò la sua tesi di laurea, il fratello Gabriele, cuoco della Trattoria del Castello di Montemale e Diego Giordano, colui che nel 2002 diede a Viano lo spunto per coltivare il prezioso tubero.
Il racconto parte dal periodo in cui il tartufo nero in valle Grana era diffuso in natura e catalizzava l’interesse di appassionati tartufai piemontesi con “cerche” selvagge fino ad arrivare alla sua quasi totale estinzione in natura e prosegue con la realizzazione delle tartufaie coltivate. Le piante nelle tartufaie iniziano ad essere produttive dopo 7-8 anni: pensare di coltivare il tartufo significa anche saper pensare a lungo termine, investire nel futuro, avere pazienza.
«Il tartufo è anche una convivenza con i tempi, con l’incertezza, è un po’ una sfida per riuscire in qualche modo a far produrre a quella pianta quella pallina nera che il cane va a trovare», dichiara Fabrizio Ellena. «Dietro c’è tutto un meccanismo di pazienza e di lavoro, e quando lo trovi ti dà delle grandi soddisfazioni. Per tutto il suo periodo di vita noi non lo vediamo, e non sappiamo se ce n’è o se non ce n’è, a differenza di qualsiasi altro frutto, di qualsiasi altra pianta».

A Montemale si è costituito un piccolo gruppo di amici che sostiene il tartufo nero, il quale ogni anno viene proposto e promosso attraverso alcune cene a prezzo convenzionato con un menu dedicato. Lo chef Gabriele Ellena racconta che «all’inizio c’è stata un po’ di paura perché nessuno l’aveva mai cucinato. Non sapevamo bene come fare e su quali piatti adattarlo, poi studiando e facendo un po’ di ricerche abbiamo capito che il tartufo nero ha una versatilità enorme rispetto al bianco, che forse è più legato alla gestualità ed alcuni piatti. Il tartufo nero adesso lo abbiniamo dagli antipasti fino al dolce».

Il tartufo nero sarà come di consueto protagonista di un appuntamento della rassegna EXPA a cura dell’Ecomuseo Terra del Castelmagno: domenica 27 ottobre a Montemale sarà possibile scoprirne tutti i segreti e degustarlo in una giornata che vedrà protagonista anche lo zafferano della valle Grana.