come mai?

I Piemontesi scelgono le altre regioni per curarsi

1 agosto 2019 | 15:18
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I Piemontesi scelgono le altre regioni per curarsi

Il report relativo al 2017 della Fondazione GIMBE conferma che il Piemonte deve migliorare strutture e servizi per poter essere attrattivo nei confronti di chi cerca cure adeguate per la salute

Mentre, da una parte, l’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi ipotizza, dai bilanci di previsione delle Asl per il 2019, una perdita di circa 450 milioni e, al contempo, si pone l’obiettivo di offrire ai piemontesi una sanità efficiente e senza riduzione dei servizi pur con un indispensabile occhio attento alle risorse, dall’altra continua il fenomeno dell’esodo dei tanti piemontesi che scelgono ospedali fuori regione per curarsi. Questo dato emerge chiaramente dal report della Fondazione GIMBE sulla mobilità sanitaria, relativamente al 2017, che per il Piemonte comporta un saldo negativo pari a 46.482.752 euro cifra che deriva dalla differenza tra i crediti, 238.431.764 e i debiti, 284.915.516 euro.

Il dato relativo al Piemonte deriva, più tecnicamente, dalla differenza tra la mobilità sanitaria attiva e la mobilità sanitaria passiva. La prima identifica le prestazioni erogate da ciascuna Regione per cittadini non residenti e rappresenta il grado di attrazione esercitato verso i pazienti, tecnicamente il cosiddetto “indice di attrazione”. In termini economici identifica i crediti esigibili da ciascuna Regione. La mobilità sanitaria passiva identifica le prestazioni erogate ai cittadini al di fuori della Regione di residenza. In questo caso si può dire, semplificando che rappresenta l’indice di fuga e ha un risvolto economico negativo perché identifica i debiti di ciascuna Regione. Sulla base di queste considerazioni si può dire che i piemontesi hanno una certa tendenza a cercare altrove le cure e l’assistenza adeguate alle proprie esigenze.

Da notare come la distribuzione del saldo attivo 2017 per il 98% si concentra in sole 4 Regioni e l’88% in Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, quelle che sono in dirittura d’arrivo per ottenere maggiori autonomie con il regionalismo differenziato.

Per contro, la distribuzione del saldo passivo 2017, pur risultando maggiormente dispersa, per il 77% si concentra in 5 Regioni del Centro-Sud.

I dati, come detto relativi al 2017, danno l’idea di un’Italia a due velocità, con le regioni del Nord più attrattive verso i pazienti provenienti da tutta la Penisola grazie ai loro centri d’eccellenza. Il Piemonte si trova a metà classifica, penultimo tra le Regioni del nord, molto distante dalla Lombardia e dal suo saldo positivo di oltre 804 milioni o dal Veneto con i suoi +138 milioni. Dietro il Piemonte c’è solo la Liguria e i suoi – 74,6 milioni di euro. Bilanci di color rosso fuoco per Regioni come la Campania (-323 milioni), Calabria (-278 milioni), Sicilia (-237 milioni).

Ultimo dato poco incoraggiante per il Piemonte il fatto che la situazione segnalata nel report 2017 del GIMBE sia peggiorata rispetto a quella relativa al 2016, quando il saldo era negativo per 29,2 milioni, sintomatico, questo peggioramento, del fatto che sono aumentati i piemontesi che si fanno curare fuori regione e, di conseguenza, i costi relativi.