Volontario di Ail Cuneo ex malato di mieloma taglia il traguardo di una tripla Ironman in Austria

18 luglio 2019 | 11:04
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Volontario di Ail Cuneo ex malato di mieloma taglia il traguardo di una tripla Ironman in Austria
Volontario di Ail Cuneo ex malato di mieloma taglia il traguardo di una tripla Ironman in Austria
Volontario di Ail Cuneo ex malato di mieloma taglia il traguardo di una tripla Ironman in Austria
Volontario di Ail Cuneo ex malato di mieloma taglia il traguardo di una tripla Ironman in Austria
Volontario di Ail Cuneo ex malato di mieloma taglia il traguardo di una tripla Ironman in Austria
Volontario di Ail Cuneo ex malato di mieloma taglia il traguardo di una tripla Ironman in Austria

Corrado Gallian in meno di 60 ore ha percorso 11,4 km a nuoto, 540 km in bici e 126,6 km di corsa

Volontario dell’Ail di Cuneo Sezione “Paolo Rubino” all’Ospedale Santa Croce ed ex malato di mieloma, ha corso una tripla Ironman in Austria in meno di 60 ore. È l’incredibile impresa di Corrado Gallian, 53enne originario di Torre Pellice, sposato con Roberta e papà di Tazio. Corrado ha tagliato il traguardo della Ultra-Triathlon organizzata a Bad Blumau, cittadina che dista 100 km da Vienna, percorrendo 11,4 km a nuoto, 540 km in bicicletta e 126,6 km di corsa in 58 ore e 54 minuti. Il limite massimo per la categoria e per essere considerati dei finisher era di 61 ore. Alla competizione hanno preso parte atleti provenienti da tutto il mondo, tra i quali anche un altro italiano, in gara per accumulare punti in una speciale classifica mondiale prevista per queste distanze. Trader privato, Corrado Gallian si era già messo alla prova nel 2017, a cinque anni dalla comparsa di un mieloma, chiudendo l’Ironman di Cervia in meno di 13 ore.

“Devo innanzitutto ringraziare tutti coloro che mi hanno supportato in questa sfida – commenta Corrado Gallian raggiunto nel viaggio di ritorno -. E per tutti intendo i miei familiari, ma anche i tanti amici e volontari dell’Ail che hanno coperto anche i miei turni di assistenza ai malati in ospedale. Se sono arrivato in fondo è grazie a loro, che seppur a distanza mi hanno sempre incoraggiato”.

Per prepararsi a competere su tali distanze, Corrado ha iniziato ad allenarsi lo scorso autunno. “La parte più difficile è stata proprio la preparazione alla gara, durata quasi un anno – continua -. Gli allenamenti sono entrati nel vivo con la Maratona di Venezia corsa il 28 ottobre 2018. Dopo aver recuperato ho iniziato una preparazione in palestra fatta di pesi per rafforzare i muscoli, aumentando via via i carichi e i tempi di allenamento. Ho fatto fondo in progressione per prepararmi alle tre discipline, arrivando a correre 50-60 km consecutivi, nuotando fino a 10 km alla volta e disputando una randonee in bici da 400 km. È stato un periodo molto impegnativo fisicamente, ma soprattutto mentalmente. Il corpo si abitua all’allenamento, la testa è più complicata”.

L’avventura di Corrado è iniziata alle 7 di venerdì 12 luglio con il via alla gara di nuoto ed è terminata domenica 14 luglio alle 17 dopo quasi 59 ore di gara, tanti carboidrati mangiati e solo un’ora e mezza di sonno: “Ho concluso in un tempo più alto rispetto a ciò che mi ero prefissato, ma ora posso solo gioire. Sono anche io un finisher, nonostante i miei piedi non siano mai stati così gonfi. La parte più dura è stata la corsa, dove io non eccello: essere forti lì vuol dire recuperare anche un ritardo di ore accumulato tra nuoto e bici”. Durante tutta la gara Corrado ha avuto al suo fianco dei “tifosi” speciali: “Devo tutto a mia moglie, a mio figlio e ai miei 4 amici Paolo, Paola, Franco e Filippo che a turno si sono presi cura di me percorrendo dei tratti in compagnia, cucinando per me, tenendomi sveglio e spronandomi nei momenti più duri. Ce l’ho fatta grazie a loro”. Distanze terribili che spesso e volentieri inducono numerosi atleti ad abbandonare. “Non mi è mai passato per la testa di lasciare intentato qualcosa – conclude -. Quando faccio qualcosa non riesco a pensare di smettere, anche per quello che ho passato nella vita. Non sono capace di fermarmi”. E in futuro? “Non ho ancora voglia di pensarci. Mi fermo a riflettere per un po’, poi chissà, c’è sempre la gara sulla quintupla distanza. Voglio dimostrare a chi è chiuso in una camera sterile come lo sono stato io che se si combatte nulla è precluso nella vita. Me l’ha insegnato anche l’Ail”.