intervista esclusiva |
Cuneo e valli
/
Sport
/

ASD Olmo: “Per ripartire col calcio a Cuneo, noi ci siamo”

28 luglio 2019 | 10:10
Share0
ASD Olmo: “Per ripartire col calcio a Cuneo, noi ci siamo”

Nessuna fusione ma la disponibilità a dare una mano per far ripartire il calcio a Cuneo. L’Olmo può essere un esempio virtuoso da imitare per chi voglia rilanciare un progetto calcistico con basi sicure. Il presidente dell’Olmo Riccardo Andreis dice la sua sulla situazione calcistica a Cuneo

Presidente Andreis, per l’ottavo anno consecutivo militerete in Eccellenza con la prima squadra. Avete un settore giovanile fiorente, a cui la Figc ha riconosciuto il titolo di Scuola Calcio Elite:come fate a sostenere tutto questo?
E’ una domanda a cui è difficile rispondere. E’un mistero anche per noi. Mettiamo tanto impegno per superare le difficoltà che incontriamo, questo sì. Il problema principale sono le risorse da reperire perché gli sponsor sono sempre meno, anche perché la situazione economica è quella che è. Per il settore giovanile ci sono le quote delle famiglie che, comunque, da sole non bastano a coprire le spese. Per la prima squadra annaspiamo un po’, cerchiamo tutte le soluzioni possibili, arrampicandoci anche sui muri.

Nonostante le difficoltà disponete di una struttura all’avanguardia, avete anche rinnovato da poco parte degli impianti, l’Olmo ha fatto passi da gigante dal 1984, l’anno della fusione tra la squadra di Madonna dell’Olmo e il Donatello di Cuneo.
Gli impianti, bisogna dirlo, ci sono concessi in gestione dal Comune però non ci limitiamo alla pura gestione delle strutture ma cerchiamo di apportare sempre dei miglioramenti chiedendo dei contributi, per poterlo fare, ovviamente. Chi ci è sempre stato al fianco è la Fondazione CrC che ha finanziato moltissime operazioni, ultimamente, per esempio, abbiamo ristrutturato gli spogliatoi. Anche il Comune ci ha dato un contributo, sapendo che se  si accollassero loro i lavori spenderebbero molto di più.

La stagione 2018/19 si è conclusa da poco tempo con la salvezza della prima squadra nello spareggio giocato contro l’Albese per restare in Eccellenza, ma già la nuova stagione è alle porte. Si torna a galoppare…
Per noi, a livello dirigenziale, non c’è mai sosta. Comunque, dal 2 agosto riprende l’attività della prima squadra e a fine mese inizieranno gli allenamenti anche la juniores e le formazioni del settore giovanile. Quest’anno poi, oltre alla Juniores, avremo  altre quattro squadre agonistiche nel campionato regionale.

Quanti sono i ragazzi che militano nell’Olmo?
Circa 250 a cui si devono aggiungere quelli che militano nella prima squadra e senza dimenticare i tecnici, che sono una trentina.

Un ponte da attraversare per entrare in Cuneo, una distanza breve che divide due realtà opposte: voi che, pur facendo fatica, continuate a portare avanti positivamente il vostro progetto, dall’altra il Cuneo 1905 e la situazione allucinante in cui si è venuto a trovare. Da osservatore e conoscitore del calcio, si è chiesto come mai si è arrivati a questo punto e come mai nel calcio ci sono dirigenti come quelli che hanno preso in mano il Cuneo portandolo al fallimento?
Sui dirigenti posso dire che io non sapevo chi fossero, ma quando ne è stato comunicato il nome persone del nostro direttivo che li conoscevano hanno subito detto che si trattava di personaggi poco affidabili. Bisognava pensarci bene prima di affidargli la società… Un altro discorso che però mi sento di fare sul Cuneo è quello relativo al comportamento tenuto in questi anni. Mi riferisco in particolare al suo settore giovanile per il quale, obbiettivamente, è riuscito a formare tutte le squadre portando via i giocatori, in maniera non propriamente corretta,  a tutte le società dei dintorni, non solo a noi. Loro facevano i campionati nazionali, è vero, e quindi era anche giusto, in fondo, ma avrebbero potuto agire in modo diverso. E poi, certo, avevano una bellissima prima squadra in serie C, ma quanti ragazzi di Cuneo ci giocavano? Quello è un altro segnale che la società non poteva che essere destinata al fallimento. E avendo tutti giocatori che arrivavano da squadre professioniste, non so quanto questo potesse servire alla città…

Presidente Andreis, anche noi abbiamo riportato la notizia dell’interessamento di alcune realtà, tra cui l’Olmo, nei confronti del Cuneo nel tentativo di salvare la società. Poi abbiamo letto la sua smentita sul vostro sito. Al punto in cui siamo conferma che non siete interessati a salvare non il soldato Ryan ma il soldato biancorosso al di là del ponte?
Intanto, per quanto riguarda il soldato biancorosso al momento il problema principale è che non si sa neanche con chi parlare, perché non è rimasto più nessun dirigente. Per quanto riguarda i ragazzi, quelli svincolati  se ne sono già andati da altre parti, compreso da noi, per poter giocare. Detto questo, cosa si può fare, allora, se non offrire dei servizi e dire che se si vuole ripartire col calcio a Cuneo noi ci siamo per un progetto sportivo che coinvolga la città, e sempre e solo in continuità con il più che dignitoso cammino che sin dal 1984 ha permesso all’Olmo di ritagliarsi un importante spazio nel calcio dilettantistico piemontese.Ma il discorso sulle fusioni non esiste, perché la fusione implica di doversi fare carico di certe cose e noi, che già triboliamo con le nostre, non possiamo certo accollarci quelle che avevano loro…

In  assenza del Cuneo, l’anno prossimo potreste giocare voi al Paschiero? Lo stadio rischia di diventare una cattedrale nel deserto un po’ come lo è stato, per un certo periodo, il Palazzetto di San Rocco, una volta sparito il volley maschile di A1.
Quello dipende dal Comune. Noi abbiamo avuto degli incontri con il sindaco e l’assessore allo sport, e abbiamo espresso la nostra disponibilità per certe situazioni, come gli impianti del Parco della Gioventù. Il Paschiero è davvero una cattedrale nel deserto, lasciato andare non proprio a ramengo ma quasi, basta andare a vedere lo stato in cui sono gli spogliatoi. Dipende quindi dal Comune, se fosse disponibile perché no, l’Olmo potrebbe proprio giocare lì.

Il Cuneo 1905 nel suo girone quest’anno è andato poco virtuosamente a braccetto con la Lucchese. Per entrambe gestioni societarie scriteriate che hanno comportato penalizzazioni e multe. E poi speranze di salvezza, proteste dei tifosi, fallimenti e curatori fallimentari, interventi delle rispettive amministrazioni comunali, tentativi, sinora vani, di dare una svolta a una crisi che priverà i tifosi, le vere vittime, delle loro squadre del cuore. E tutto a causa di dirigenze incapaci, a dir poco. Questo, però, rende ancor più onore a chi, pur tra mille difficoltà si impegna seriamente per portare avanti un progetto, come il vostro. Un esempio a cui potrebbe attingere anche il nostro sindaco nel tentativo di dipanare la matassa?
Da quel punto di vista noi ci siamo. Senza ombra di dubbio noi per ripartire ci siamo, però ci vogliono delle basi. Intanto siamo in una città come Cuneo e bisogna valorizzare i ragazzi della zona  e della provincia e non fare una squadra tanto per fare. Non avrebbe senso, dal mio punto di vista.

Ultima considerazione: il suo sogno nel cassetto, sportivamente parlando?
Che qualcuno si faccia avanti e dica ‘ti prendo la presidenza, ti faccio fare tutto quello che vuoi ma la presidenza la prendo io’. E’ veramente impegnativo fare il presidente ma va bene così, è una passione ed è da tanti anni che ci sono dentro. E poi è bello vedere i risultati che ci sono in una società come la nostra che ha la prima squadra fatta quasi tutta da ragazzi del nostro vivaio.