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Cimice asiatica, Coldiretti Cuneo: invasione ridimensionata

11 giugno 2019 | 19:02
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Cimice asiatica, Coldiretti Cuneo: invasione ridimensionata

Continua sul territorio il lavoro di monitoraggio e ricerca dell’Osservatorio sulla cimice asiatica per strategie di lotta mirate

Provincia. Con l’arrivo del caldo torna puntuale l’invasione della cimice asiatica, che si sta moltiplicando nel Nord Italia. Cresce la preoccupazione nelle campagne, dove l’insetto colpisce meli, peri, kiwi, peschi, ciliegi, albicocchi e piante da vivai con danni che possono arrivare fino al 40% dei raccolti.

“In provincia di Cuneo – rilevano i tecnici Coldiretti – i primi danni si segnalano sulle ciliegie in maturazione. Ma è molto probabile che si estenderanno ad altre piante e colture, considerando che nella Granda la cimice asiatica ha iniziato solo poche settimane fa ad uscire dai ricoveri invernali e non ha ancora dato inizio ad una nuova generazione”.

Da inizio 2018 Coldiretti ha istituito, insieme al Dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università degli Studi di Torino, a Fondazione Agrion e al Settore Fitosanitario Regionale, con il contributo di Fondazione CRC, Ferrero Hazelnut Company e Regione Piemonte, un Osservatorio sulla cimice asiatica allo scopo di approfondire la ricerca sulle strategie di lotta a quest’insetto, responsabile di danni ingenti in Piemonte su molte colture, dal nocciolo alla frutta.

“Una problematica che si è acuita con i cambiamenti climatici che si manifestano con una tendenza al surriscaldamento accentuatasi negli ultimi anni e con il moltiplicarsi di eventi estremi e sfasamenti stagionali – spiega Roberto Moncalvo, Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo -. In Provincia di Cuneo stiamo riuscendo a contenere il fenomeno grazie alla costante azione di monitoraggio dei nostri tecnici che, visti i risultati, non si fermerà. La sinergia sui territori ha reso possibile lo studio di strategie appropriate, adottando i metodi più sostenibili, con una particolare attenzione all’ambiente al fine di salvaguardare la qualità delle produzioni locali”.