Le famiglie al centro della commedia di Godano “Croce e Delizia”

1 maggio 2019 | 17:32
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Le famiglie al centro della commedia di Godano “Croce e Delizia”

La recensione della seconda fatica del regista

Famiglie espanse, o per meglio dire, deflagrate, quelle raccontate dalla seconda fatica di Simone Godano. Una vacanza a Gaeta per conoscersi, per raccontare l’inconfessato, con tutte le difficoltà del caso.

La nuova commedia che segue al riuscito “Moglie e marito” getta uno sguardo su tematiche di assoluta attualità, facendosi foriero di ineludibili riflessioni sui rapporti sociali ed interpersonali. Carlo e Tony sono una coppia omosessuale che non potrebbe immaginarsi peggio assortita: il primo è un vedovo padre di due figli e nonno di due nipoti che bada al sodo nelle avversità della vita. Il secondo è un sessantenne commerciante d’arte naïf, egocentrico, che ha sempre anteposto il lavoro e l’istinto alle dinamiche famigliari. La prima famiglia è implosa, con la morte inaspettata dell’angelo del focolare, la seconda si è sgretolata per le bizzarrie sessuali e le infedeltà dell’inaffidabile figura di riferimento maschile.

Godano intesse il canovaccio narrativo in equilibrio tra commedia e dramma intimo, avvicinando due universi tangenti, ma molto diversi tra loro: Penelope, figlia di primo letto di Tony non riesce ad accettare l’ennesima decisione eccentrica del padre, Sandro, primogenito di Carlo non riesce a capacitarsi del cambio repentino di orientamento sessuale di quest’ultimo. Nell’apparente spensieratezza di una cornice estiva (uno splendida villa affacciata sul mare) ribollono sentimenti violati e crisi mai superate: la frase pronunciata dal personaggio di Penelope in apertura “Quando soffrirai di crisi abbandoniche almeno saprai di chi è colpa, della tua famiglia”, descrive fino dall’incipit l’umore della pellicola.

Una commedia che calca i sentieri della wedding comedy senza scadere in eccessiva faciloneria e senza dare l’impressione di sposare la piaggeria; l’iniziale fulcro del racconto, l’imminente matrimonio tra Carlo e Tony si rileva essere un mero pretesto per parlare di incontro e di rinascita, in un continuo gioco delle coppie, anche le meno prevedibili. Un film che vive di due anime, la Croce, il passato non risolto che grava su molti personaggi raccontati, ma anche la Delizia, il sapore di ripartire da capo, di riscoprirsi e di programmare il futuro con fiducia e rinnovata energia.