Continuano a Saluzzo gli appuntamenti per conoscere le pietre verdi di Oncino

26 maggio 2019 | 11:03
Share0
Continuano a Saluzzo gli appuntamenti per conoscere le pietre verdi di Oncino
Continuano a Saluzzo gli appuntamenti per conoscere le pietre verdi di Oncino
Continuano a Saluzzo gli appuntamenti per conoscere le pietre verdi di Oncino

Saluzzo. I primi due weekend di apertura della mostra presso le Scuderie della Caserma Mario Musso, sede della Fondazione Bertoni, come pure il il convegno organizzato dal Parco del Monviso e dedicato alla “giada”, più comunemente conosciuta come “pietra verde del Monviso”, hanno registrato un pubblico di oltre 500 persone, che hanno apprezzato le ricostruzioni allestite dal CAST – Centro di Archeologia Sperimentale di Torino e il video di approfondimento, ora disponibile per la fruizione anche su Youtube e, da lunedì sera, su Facebook accedendo alla pagina del Parco del Monviso.

Dino Delcaro, Presidente del Centro di Archeologia Sperimentale Torino, spiega il lavoro del CAST, portato avanti negli ultimi anni attraverso precise e pazienti “sperimentazioni sulle tecniche preistoriche di lavorazione delle pietre verdi e degli altri manufatti, che hanno permesso di scoprire le notevoli capacità dell’uomo neolitico”. Tutti gli esemplari presenti in mostra sono infatti stati realizzati utilizzando esclusivamente tecniche conosciute del periodo neolitico.

In questo contesto di grande interesse si inseriscono le attività previste per la giornata di domenica 2 giugno: alle 10,30 e alle 14,30 circa sono previste dimostrazioni di tecniche di lavorazioni neolitiche a partecipazione libera, mentre alle 14,30 gli accompagnatori naturalistici di Vesulus hanno programmato il laboratorio didattico per bambini e ragazzi “Un giorno da Neanderthal”, durante il quale i partecipanti si cimenteranno in un divertente laboratorio di archeologia sperimentale alla scoperta di come si viveva nell’età della pietra. L’animazione, precedentemente prevista presso il Museo del Piropo di Martiniana Po, si terrà nel cortile antistante l’ingresso, la partecipazione è soggetta al versamento di un’offerta libera e occorre prenotarsi entro il 31 maggio al numero 347.6916071.

La mostra “La Giada del Monviso“, sarà aperta al pubblico tutti i week end dalle 10 alle 18 presso due saloni delle Antiche Scuderie della Caserma Mario Musso (dall’11 maggio al 16 giugno e dal 31 agosto al 29 settembre 2019). L’allestimento prevede anche un ampio salone dedicato alla vita nel Neolitico con isole tematiche dedicate agli aspetti di vita che gli archeologi sono riusciti a ricostruire e presentare ai visitatori. L’ingresso è libero.

Il Presidente del Parco del Monviso, Gianfranco Marengo, ricorda come “il progetto del Parco sulla “Giada del Monviso” avrà un ulteriore sviluppo nel mese di settembre con una seconda fase della mostra, visite guidate ed escursioni nella valle di Oncino, laboratori didattici e incontri. L’iniziativa nel suo complesso si propone di tutelare e valorizzare l’importante sito archeologico di Oncino e le attività che si sono svolte agli albori della storia, un momento finora poco approfondito e che merita di essere conosciuto”.

Nel mese settembre sono infatti previste escursioni e attività formative per i docenti nel Vallone del Lenta, per scoprire l’area e l’ambiente che 7.000 anni fa vide nascere la lavorazione della “pietra verde di Oncino”.

Un po’ di storia

Secondo quanto emerso dalle ricerche storico-scientifica svolte negli ultimi 15 anni, circa 7000 anni fa, nell’appartato vallone di Oncino, ad est del Monviso, veniva estratto e lavorato un raro minerale simile alla più nota giada cinese. A render suggestivo il ritrovamento è stata anche la scoperta che i manufatti in “giadeite” hanno poi viaggiato per migliaia di chilometri fino a raggiungere, come punti estremi, l’Irlanda, la Normandia, Danimarca e Bulgaria.

La scoperta iniziale è da attribuirsi ai geologi dell’Università di Torino – Franco Rolfo e Roberto Compagnoni – che fin dal 2003 localizzano sulla Punta Rasciassa, a circa 2.400 m di quota, il primo giacimento primario (cioè in sede non fluviale) di giadeite delle Alpi.

Dopo anni di studi – pressoché in simultanea con i colleghi italiani – anche l’archeologo francese Pierre Petrequin giunge allo stesso risultato e localizza anch’egli i primi blocchi massivi nel Vallone del Lenta, a monte di Oncino.

Il convegno, che è rivolto ad un pubblico vasto di “curiosi, scienziati ed appassionati” ha l’obiettivo di rilanciare l’attenzione sulla “pietra verde” e sulla storia del Neolitico nelle Valli del Monviso. Un periodo storico poco conosciuto e fonte di grande interesse, di cui molto è ancora da scoprire, soprattutto nell’area saluzzese.