Voucher scuola, Mantini (Lega): “Il diritto alla formazione al lavoro dei giovani penalizzato dalla Regione”

26 aprile 2019 | 10:32
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Voucher scuola, Mantini (Lega): “Il diritto alla formazione al lavoro dei giovani penalizzato dalla Regione”

La dichiarazione di Anna Mantini, esponente della Lega e candidata alle elezioni regionali del 26 maggio

Fossano.“Voucher scuola, il diritto allo studio non dimentichi la formazione. Per stessa ammissione della uscente Giunta regionale di centrosinistra, lo stanziamento da oltre 17 milione di euro per i cosiddetti “voucher Scuola” – con un bando trionfalmente indetto un mese prima delle elezioni e con scadenza proprio alla fine di maggio – rappresenterebbe il più grande sforzo fin qui compiuto da Chiamparino e dai suoi assessori per il diritto allo studio.
Siamo lieti che il riconoscimento del diritto degli studenti e delle loro famiglie alla libera scelta educativa sia diventato un valore anche per quelle forze politiche di sinistra che, anni fa, si opponevano all’introduzione dei buoni scuola.
Come sempre però succede quando si arriva in ritardo su alcuni temi fondamentali per la vita e la libertà delle persone, anche qui è necessario portarsi al passo con i tempi, e da una prima lettura del bando appena indetto così non è.
Anzitutto viene previsto un eccessivo accentramento di tutte le procedure in capo alla Regione, penalizzando gli enti locali, e quello che dovrebbe essere il secondo pilastro della libera scelta, cioè la formazione professionale presso gli istituti tecnici e le agenzie certificate, resta penalizzato e confinato”.

Lo dichiara Anna Mantini, esponente della Lega e candidata alle elezioni regionali del 26 maggio.

“Occorrerà, per il futuro, una diversa programmazione di questi aiuti che possono essere di fondamentale importanza per le famiglie e per i ragazzi che, scegliendo un determinato percorso scolastico e formativo, possono avvicinarsi più efficacemente al mondo dell’impresa e del lavoro.
Il diritto allo studio diventerà sempre di più il diritto alla formazione personale, civica e professionale, e per questo è necessario che la Regione – anziché aspettare il mese prima – lo colleghi in maniera più diretta ai territori e alle Province, rilanciando il ruolo di orientamento di queste ultime – messe in ginocchio dai Governi nazionali e regionali del PD – e coinvolgendo nella scelta di genitori e studenti anche il mondo delle imprese e degli enti locali”.
In tal senso, anche nel passato recente, “non sono stati pochi gli appelli venuti dalle organizzazioni imprenditoriali e sindacali, ma l’accentramento delle decisioni in capo alla Giunta regionale non è affatto – né per il metodo né per i tempi – una risposta felice ai problemi dell’istruzione e del lavoro. Anzi!”.