Villafalletto e le cinque meridiane della casa canonica

8 aprile 2019 | 08:58
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Villafalletto e le cinque meridiane della casa canonica
Villafalletto e le cinque meridiane della casa canonica
Villafalletto e le cinque meridiane della casa canonica
Villafalletto e le cinque meridiane della casa canonica
Villafalletto e le cinque meridiane della casa canonica
Villafalletto e le cinque meridiane della casa canonica

Questa sera, alle 21, presso il salone Tavio Cosio saranno presentati i lavori di restauro del complesso gnomonico, inaugurato un cartellone informativo e installato di fronte alla Casa Canonica, e presentata l’edizione di un opuscolo

Villafalletto. Questa sera, 8 aprile, alle ore 21, presso il Salone “Tavio Cosio”, con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Villafalletto, saranno presentati i lavori di restauro e del recupero funzionale delle meridiane della casa canonica.

All’incontro presenzierannoil Sindaco di Villafalletto Giuseppe Sarcinelli, i Parroci Don Sergio Daniele e Don Marco Giobergia, l’Assessore all’Arredo Urbano Laura Rosso, il Professore e Storico dell’Arte Alessandro Tonietta, la restauratrice Paola Carli, lo gnomonista Lucio Maria Morra e l’Architetto Luigi Gandino.

Per l’occasione verrà inaugurato un cartellone informativo sponsorizzato dal Comune e installato di fronte alla Casa Canonica, e presentata l’edizione di un opuscolo curato da Lucio Maria Morra per documentare questa importante opera di restauro realizzata su commissione della Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo di Villafalletto.

Sulla Casa Canonica di Villafalletto è stato recentemente scoperto e restaurato un complesso gnomonico di rilevante valore storico, scientifico ed artistico, costituito da 5 quadranti solari murali.

In realtà si tratta di 2 diversi impianti. Il primo impianto risale al 1703 ed include 4 quadranti gemelli (cioè concepiti e realizzati come un’unica opera) installati sulla facciata d’ingresso all’edificio. Il secondo impianto risale alla seconda metà del ‘700 ed è costituito da un quadrante singolo disposto a destra sulla facciata prospiciente il giardino interno. Mentre le tracce del quadrante prospiciente il giardino erano già ricomparse da tempo per il dilavamento dei ricoprimenti successivi, i quattro quadranti del 1703, sulla facciata principale, erano completamente occultati da diversi strati di tinteggiature a calce.

Soltanto nell’estate 2018, in occasione del restauro dei fronti esterni della Casa Canonica e del lavaggio delle facciate, sono tornati alla luce. In seguito al ritrovamento il direttore dei lavori, Arch. Luigi Gandino, ha ritenuto di promuovere l’intervento di restauro del complesso ed il committente, la Parrocchia di Santi Pietro e Paolo, nella persona del Parroco Don Sergio Daniele, ha accolto la proposta. Il nuovo Parroco Don Marco Giobergia, subentrato a fine ottobre, ha portato avanti la commessa fino al termine dei lavori di restauro, eseguiti tra ottobre e dicembre 2018.

L’intervento è stato concordato e supervisionato dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio tramite le incaricate Arch. Nadia Ostorero e Dott.ssa Giulia Marocchi, ed eseguito dalla restauratrice Paola Carli per l’apparato pittorico e dallo gnomonista Lucio Maria Morra per l’ambito specialistico, storico e tecnico-scientifico.

Tre dei quattro quadranti datati 1703 sono installati sulla facciata principale, rivolti a sud-ovest, ed uno sull’attiguo prospetto laterale, rivolto a sud-est, tutti allineati alla base del primo piano. I due quadranti sull’angolo a destra sono geminati, cioè contigui e perpendicolari tra loro. Da una ricerca storica a cura dell’Arch. Gandino è emerso che la committenza di questo impianto è da attribuirsi al Prevosto dell’epoca, l’Abate Paolo Emilio Falletti, un ecclesiastico erudito e di estrazione aristocratica. L’autore, anonimo, era senz’altro uno gnomonista d’eccellenza, un professionista riconosciuto, abile e competente, in sintonia col livello culturale del committente. In Provincia di Cuneo sono presenti diversi quadranti riconducibili allo stesso artefice, spesso siglati dal monogramma “MB”, tra i quali un altro proprio a Villafalletto sulla facciata laterale della Chiesa della Confraternita della Misericordia, detta “la Nera”, datato 1706.

Ognuno dei 4 quadranti possiede delle caratteristiche strumentali peculiari, presentando tutti assieme un grande quantità di demarcazioni arricchite da iscrizioni di valenza etica, religiosa, tecnica e didascalica.

Il primo quadrante, sulla sinistra della facciata, è il più complesso dal punto di vista strumentale: riporta tre sistemi orari sovrapposti, le ore italiche, francesi e babiloniche, oltre alla linea meridiana, la retta equinoziale e le iperboli solstiziali. La presenza dei tre sistemi orari è rimarcata dall’iscrizione in basso: TRÈ SIAMO E PVR VN SOL È QUEL, CHE REGGE, cioè “Siamo tre sistemi orari, ma uno solo è colui che ci governa”. Si riferisce evidentemente al sole, e VN SOL costituisce un vero gioco di parole. In alto è presente una seconda iscrizione: DELL`HORE IL CONTO GIVSTO SE SI TROVA, PER REGOLA DI TRÈ CON VN` SI PROVA. La “regola di tre con uno” o “regola del tre” non è altro che l’attuale regola delle proporzioni. Il motto è riferito ragionevolmente alla lettura delle frazioni di ora e potrebbe essere trascritto così: “Se si è in grado di leggere correttamente le ore, con la regola delle proporzioni si desumono le frazioni di ora”.

Il secondo quadrante, centrale sulla facciata, ha una marcata valenza astrologica. È un tipo di strumento
molto raro, da considerarsi di grande valore storico. Riporta le ore temporarie planetarie e canoniche. Le ore temporarie, usate nell’antichità classica, suddividevano le ore di luce in dodici intervalli, e venivano dette anche ore ineguali visto che la loro durata pulsava con le stagioni. Nel nostro caso si tratta di una variante detta delle ore planetarie, in cui al fascio delle linee orarie è sovrapposta una griglia grafica semicircolare che associa un pianeta “reggente” ad ogni ora per ogni giorno della settimana le cui iniziali sono indicate in alto a sinistra, al di sopra dell’ora prima: |S|V|G|M|M|L|D|. L’ora prima del Sabato era retta da Saturno, del Venerdì da Venere, del Giovedì da Giove, del Mercoledì da Mercurio, del Martedì da Marte, del Lunedì dalla Luna, della Domenica dal Sole, e così via per ogni ora, come indicato dai simboli dei pianeti nella griglia. Tali teorie e informazioni astrologiche erano comunemente diffuse e utilizzate per regolare varie attività, quali la medicina, l’agricoltura, ecc., in un’epoca in cui il sapere era ancora olistico e la scienza empirica, all’inizio del XVIII secolo. Un’ulteriore applicazione del quadrante è riferita alle ore canoniche, cioè a indicazioni orarie per gli uffici religiosi diurni, ovvero la Prima, la Terza, la Sesta, la Nona e il Vespro, indicandole abbreviate nel semicerchio più interno: PR, TE, SE, NO, VE. In alto è riportato il motto latino ASTRA REGUNT HOMINES, SED REGIT ASTRA DEUS, “Gli astri governano gli uomini, ma Dio governa gli astri”.

Il terzo e il quarto quadrante, sull’angolo a destra della facciata, sono geminati, cioè contigui e perpendicolari tra loro. Questo tipo di installazione (due quadranti gemelli ortogonali, uno rivolto a sud-est e l’altro a sud-ovest) risultava molto efficace poiché coglieva tutte le ore di luce durante tutto l’anno. La semplicità strumentale di questi due quadranti rispetto agli altri dello stesso impianto, il fatto che riportino solo le ore italiche, comunemente utilizzate all’epoca in Piemonte, e che funzionassero per tutto l’arco diurno, li predisponeva all’uso più popolare. Le iperboli solstiziali sono rimarcate dalla presenza delle diciture TROPICUS CAPRICORNI e TRO: CANCRI, trattandosi delle proiezioni appunto del Tropico del Capricorno e del Tropico del Cancro. Sui due quadranti corre inoltre un nastro svolazzante continuo con il motto FALIR NON PUÒ, CHI NON INGANNA cioè “Non sbaglia chi non mente”.

Il quinto quadrante, installato a destra sulla facciata prospiciente il giardino interno, costituisce un impianto a sé. Riporta le ore italiche, la linea meridiana, la retta equinoziale e le iperboli solstiziali. L’impostazione del quadrante risale alla seconda metà del ‘700. Per qualche motivo che non conosceremo mai la messa in opera subì un’interruzione e non venne ultimata. A metà ‘800 ebbe luogo un secondo intervento con il tracciamento a matita di altre demarcazioni e di un ampia cornice. Ma anche questa volta l’intervento si interruppe e le nuove tracce a matita non furono mai dipinte. Nella seconda metà dell’800 infine l’impianto fu cancellato, ovvero ricoperto da una tinteggiatura a calce (e probabilmente in questa stessa fase, se non in precedenza, anche i 4 quadranti della facciata principale).

L’attuale intervento di restauro ha inteso ripristinare la struttura originale dell’impianto settecentesco e la sua funzionalità..