#stesseregole #stessomercato, la parola d’ordine della Confcommercio provinciale

18 aprile 2019 | 10:52
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#stesseregole #stessomercato, la parola d’ordine della Confcommercio provinciale

Intervista esclusiva al presidente Luca Chiapella

Cuneo. Il sistema di Confcommercio in provincia di Cuneo conta oltre 9000 soci e una struttura organizzativa fatta di dieci organizzazioni autonome e numerose società di servizi. E un insieme di oltre 340 dipendenti che lavorano quotidianamente a favore di imprese di tutte le dimensioni, specie micro, piccole e medie. Se una volta si diceva Confcommercio e si intendeva commercio oggi si dice Confcommercio-Imprese per l’Italia e si parla di commercio, turismo, servizi, trasporti, logistica e professioni. Ne abbiamo parlato con il presidente di Confcommercio della Provincia di Cuneo Luca Chiapella.

9.000 imprese associate in provincia, 1.800 nella sola Cuneo.Una platea importante di soci a cui dare risposte concrete.

E per farlo ci siamo dotati di una struttura ramificata. La Confcommercio nella provincia di Cuneo è basata su 10 Ascom territoriali che aderiscono all’unione provinciale. Ogni singola Ascom ha un territorio di competenza in cui andare ad associare le imprese, è autonoma nelle scelte politiche che, ovviamente, si devono allineare allo statuto e al codice etico in esso contenuto.  Rappresentiamo il terziario di mercato, il commercio tradizionale in forma fissa e ambulante, il settore turismo, il settore dei servizi.  Siamo un’associazione che, oltre a svolgere un ruolo sindacale, ruolo fondante principale, offre tutta una serie di servizi e assistenza alle imprese che vanno dal credito al settore fiscale tributario- paghe, alla formazione, con Ascomforma, che 7/8 anni fa è diventata Grandalavoro, agenzia che eroga formazione obbligatoria e formazione continua ai dipendenti e alle imprese.

Tante realtà diverse e problematiche differenti. Ma anche alcuni problemi comuni, come la fatturazione elettronica, di recente introduzione.

Già a partire da metà 2018 abbiamo organizzato incontri di informazione con fiscalisti, direttori di struttura e abbiamo fornito un servizio gratuito dedicato ai nostri soci  che hanno potuto aderire alla piattaforma che è stata messa a disposizione dalla nostra società di servizi. Questa piattaforma ha permesso la gestione di fatture attive e passive su un unico portale, pc, tablet, smartphone, consentendo all’imprenditore di ricevere e inviare la fattura ovunque si trovi. Il server dell’agenzia delle entrate non ci ha dato una grande mano, dal momento che a inizio anno si è fermato diverse volte, ma il nostro portale ha sostenuto regolarmente tutta l’attività di compilazione e invio della documentazione. Sicuramente quella della fatturazione elettronica è una rivoluzione importante, ma per quanto ci riguarda, come provincia di Cuneo, cozza con l’arretratezza di segnale internet nelle vallate, ma non solo, dove, oltre a mancare il segnale internet, neppure i cellulari prendono. Questa è una provocazione che vogliamo lanciare, ma prima di proporre l’innovazione bisogna che ci siano le infrastrutture necessarie a supportarla, altrimenti il progresso viene vanificato. Qui in provincia di Cuneo le zone bianche a fallimento di mercato, termine tecnico che non mi piace molto ma che chiarisce bene il concetto, sono tante e sono quelle dove le grosse compagnie delle telecomunicazioni non investono perché non c’è ritorno economico. Però, dove non arriva il privato deve farlo il pubblico, anche per garantire dei servizi essenziali. Se parliamo di servizi fiscali, non è pensabile che un nostro operatore di Acceglio oggi debba scendere a Dronero per inoltrarci dei documenti telematicamente.

Siete fautori di un dialogo continuo con le amministrazioni locali, anche su temi di ampio respiro.

In effetti è così. Per esempio come Confcommercio incontriamo quotidianamente le amministrazioni comunali per confrontarci su svariate tematiche, dalla normativa e regolamenti sui dehor alle aree mercatali o sul problema dei parcheggi che scarseggiano in molti centri e sono importanti per gli esercizi di vicinato che si trovano nei centri storici. E poi, ovviamente, c’è la tematica delle infrastrutture, che rappresenta una grossa spina nel fianco sia del settore imprenditoriale che per un territorio vocato al turismo ma raggiungibile con difficoltà. Mi riferisco alla Asti – Cuneo, al raddoppio del Tenda, alla variante di Demonte, alla tangenziale di Fossano. Sono le situazioni più paradossali e la stessa Asti – Cuneo è diventata la barzelletta d’italia, con gli 8 km mancanti per completare un tratto autostradale nevralgico, mentre sono 1,5 km quelli necessari per completare il tunnel di Tenda, un valico internazionale di collegamento con il ponente ligure, la Costa Azzurra e lo stesso monegasco.

A proposito del Colle di Tenda, recentemente avete partecipato a un importante incontro su questo tema.

Venerdì, insieme al dottor Marco Manfrinato, direttore dell’Ascom Cuneo, eravamo a Limone  per la costituzione di parte civile nel processo Tenda-bis. La vicenda è ormai nota, il cantiere è stato sequestrato, il progetto bloccato per un anno  e le ripercussioni per il turismo, per il commercio e per l’imprenditoria tutta sono state molto pesanti. Da qui è partita la richiesta per danni di un milione di euro per ogni anno di sospensione dei cantieri. Anche perché non è ancora dato di sapere quando i lavori potranno riprendere. Su questa tematica ho guidato, fino al sequestro del cantiere, un tavolo di coordinamento messo in piedi da Confcommercio e dal sottoscritto per sollecitare l’attenzione sull’avanzamento lavori. Questo per segnalare che cosa stiamo facendo, intervenendo non solo su tematiche di interesse dei nostri associati ma guardando al bene del territorio in senso più ampio.

Elezioni regionali ed europee alle porte. Che cosa vi aspettate dal nuovo mandato della Regione Piemonte e del parlamento europeo.

Iniziamo col dire che Confcommercio è apolitica e apartitica. Per focalizzare ciò che ci aspettiamo da queste elezioni regionali ed europee,  c’è stato un confronto con Confcommercio Piemonte per definire le tematiche più importanti su cui i nostri comparti di rappresentanza attendono risposte. Tra queste c’è sicuramente la richiesta di una maggiore attenzione ai negozi di vicinato. Quello che chiediamo è una politica che sostenga  questi esercizi, visto l’importante ruolo  a carattere sociale che rivestono come presidio del territorio, non solo nei centri storici ma anche nelle vallate e nei comuni più periferici. Su questa tematica non chiediamo solo aiuti economici bensì delle politiche di sviluppo. I contributi, che saranno comunque importanti, non dovranno arrivare a pioggia  ma servire per promuovere l’esercizio di vicinato, come è stato fatto in modo efficace per il turismo.

Ci sono sempre i fondi europei, se non fosse che nel nostro Paese vengono utilizzati poco e male.

E’ vero che i fondi europei, in Italia ma anche nella nostra provincia, vengono utilizzati poco e male. Per poterne usufruire meglio ci dovrà essere un maggior coordinamento tra le associazioni di categoria. Tra l’altro, su Cuneo è stata inaugurata da un anno e mezzo Europe direct, l’antenna dell’Europa sul territorio a cui chiunque può portare idee, proposte, richieste. Nel prossimo settennato di programmazione sarà importante che tutto quello che è la tematica terziario di mercato e turismo venga messo al centro di un’agenda sempre più votata a sviluppare il territorio. Noi abbiamo fatto delle campagne come “Io compro nel mio negozio la città, la valle, il borgo, il paese vivrà” che sono sempre attuali se immaginiamo tra qualche anno i centri storici svuotati. In questo senso ci sono già i segnali importanti delle vetrine vuote con scritto vendesi o affittasi, perché il piccolo imprenditore fatica sempre più, dovendo combattere anche contro la concorrenza sleale che gli fanno i grandi portali del web che hanno sede in paradisi fiscali dove non pagano tasse, non pagano iva. E’ per questo, per tutelare i piccoli imprenditori, che su proposta di Confcommercio nazionale abbiamo proposto di introdurre la web tax. Il problema è però quello di mettere tutti nelle stesse condizioni. Il nostro hastag è #stesse regole #stesso mercato, che vale nel commercio come nella ristorazione. Siamo per la libertà di mercato ma giocata con le stesse regole. Il piccolo ha delle peculiarità importanti che i portali e la grande distribuzione non possono offrire, come l’agganciare al prodotto tutta una serie di servizi  e il rapporto diretto col cliente. Questa valorizzazione può avvenire non solo se c’è un’associazione di categoria che ci crede, ma ci vuole anche la politica che metta in campo tutta una serie di strumenti, come l’accompagnamento al digitale o il  finanziamento dell’accrescimento professionale dei nostri imprenditori, dei nostri piccoli esercizi di vicinato. Quella sì che sarebbe una buona pratica politica.