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“Rimpianti? Quando guardo mio figlio mi sento in colpa per ciò che non gli ho dato”

9 aprile 2019 | 13:35
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“Rimpianti? Quando guardo mio figlio mi sento in colpa per ciò che non gli ho dato”

Intervista esclusiva a Guido Crosetto

Il “gigante di Marene” dice addio al Parlamento per dedicarsi completamente al suo ruolo di presidente AIAD, la Federazione Aziende Italiane per l’aerospazio, la difesa e la sicurezza, ma non abbandona la politica, mantenendo il suo ruolo di coordinatore nazionale di Fratelli d’Italia.

On. Crosetto per lei è stato più facile entrare in Parlamento che uscirne. Quando finalmente le sue dimissioni sono state accettate il suo discorso di commiato è stato accolto dagli applausi di tutta l’Assemblea. E’ sempre convinto di aver preso la decisione giusta?
Non so se sia una decisione giusta, so che ho semplicemente fatto quello che avevo dichiarato prima di candidarmi, durante la campagna elettorale e poi una volta eletto: sono tornato in campo per dare una mano al partito che ho fondato ma siccome negli ultimi 5 anni avevo iniziato un percorso di lavoro ed impegno nel quale molte persone hanno creduto, dovevo portare a termine ciò che avevo iniziato. Certo, è stata una decisione presa razionalmente e non con il cuore, per cui mi è costata e mi costa molto ed il modo con cui l’Aula mi ha salutato mi ha profondamente colpito oltre che onorato.

La sua esperienza politica ha avuto inizio dalla sezione giovanile della DC. Quali dei principi che caratterizzavano la Democrazia Cristiana dei suoi tempi ha ritrovato in Fratelli d’Italia?
Ero giovane e prevaleva l’idealismo e la voglia di fare bene per il proprio Paese e cioè le cose che ho trovato in Giorgia.

Ha avuto posizioni critiche contro alcune regole europee e contro le politiche monetarie della BCE. La Comunità europea non è ancora quell’istituzione pensata dai Padri fondatori. In balia del duopolio franco-tedesco, incapace di dare vita alla sua missione unitaria, nei vari campi,   viene vista per lo più come una matrigna, pronta a dispensare sanzioni ai Paesi in difficoltà, vedi l’esempio della Grecia e anche dell’Italia. Lei che idea di Europa ha e quella europea è davvero una strada obbligata?
Io non ho idee pregiudiziali sull’UE ma mi limito ad osservare ciò che accade, le decisioni prese, le regole fissate. Prendiamo ad esempio le banche. Fino a pochi mesi fa ci hanno detto che le regole fissate erano immutabili, scritte nella roccia per sempre. Sulla base di quelle regole hanno fatto fallire le nostre banche ed hanno bruciato miliardi di risparmi di cittadini incolpevoli. Ora però, visto che i problemi li hanno gigantesche banche tedesche, le regole possono essere cambiate. Le sembra normale? Per non parlare di cosa stanno ancora obbligando a far fare alle nostre banche con gli NPL. Per rimanere in un settore. Se poi avessimo tempo le potrei fare mille esempi di un’Europa matrigna e della totale incapacità italiana di difendere i propri interessi e farsi rispettare.  Ciò detto so anche io che siamo troppo piccoli per non sceglierci un “famiglia” più grande, ma una famiglia che ci accetti come figli, non come animali domestici…

Da più parti l’avrebbero vista come il candidato ideale del centrodestra alla presidenza della Regione Piemonte e ha ricevuto apprezzamenti anche dal campo avversario. Non è successo, ma se fosse accaduto quali sarebbero stati i suoi primi provvedimenti per il Piemonte, prioritariamente?
Beh, mi riservo di scriverli nel programma di Cirio e metterli a disposizione della coalizione di centrodestra. Glieli sintetizzo: Innovazione, formazione, lavoro, impresa, servizi efficienti, sburocratizzazione, infrastrutture materiali ed immateriali.

Cosa servirebbe di più, la TAV per il Piemonte o la Asti – Cuneo e il raddoppio del Tenda, per  la provincia di Cuneo?
Non si può e non si deve scegliere: servono tutte!

La Granda continua ad avere un notevole bisogno di infrastrutture perché l’isolamento si vince solo una viabilità all’altezza dei tempi. Invece la Asti – Cuneo rimane da completare ed è buona solo per gli spot elettorali del governo mentre il raddoppio del Colle di Tenda si dibatte tra sequestri del cantiere e polemiche con la Francia.
Non lo racconti a me che sono quello che aveva trovato e messo a bilancio i soldi per queste opere! Purtroppo poi si è fermato tutto e la politica locale ha perso interesse e forza…

L’OCSE, Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, ha lanciato un allarme: quota 100 va abrogata e il reddito di cittadinanza crea lavoro nero. Due cavalli di battaglia del governo targato 5Stelle – Lega messi sotto accusa. E’ d’accordo con quanto detto dall’OCSE?
Il reddito di cittadinanza, così come è stato scritto e pensato, non creerà un solo posto di lavoro e aumenterà l’assistenzialismo. Infatti è stato pensato da persone che sperano di vivere pagate dallo Stato. Quota 100 invece se costruita come possibilità è tarata per mantenere in equilibrio il sistema, come era stata prevista nel programma del centrodestra, può andare bene.

Spesso viene da pensare che il parere di queste istituzioni come pure quello delle agenzie di rating rispondano a delle logiche diverse da quelle prettamente economiche. Italiani brava gente o popolo facilmente suggestionabile?
Siamo suggestionabili, cambiamo idee in fretta ma è altrettanto vero che queste agenzie non sono enti al di sopra delle parti ed asettici ma società con azionisti cui devono distribuire dividendi o vantaggi…

Da noi sembra che prevalga su ogni cosa il problema immigrati. Invece, le preoccupazioni degli europei in vista delle prossime elezioni riguardano soprattutto il lavoro. Dovrebbe essere anche un nostro problema, visto che a febbraio la disoccupazione è salita al 10,7% e i giovani senza lavoro sono  al 32,8%. Invece dei proclami cosa servirebbe per aiutare l’economia italiana a ripartire veramente.
Liberare le imprese, gli imprenditori, gli operai, i liberi professionisti e chiunque produca dal gioco insopportabile di un fisco, una burocrazia ed una giustizia, insopportabili!

Il PD ha appena eletto un nuovo segretario, Zingaretti, ma non sembra aver ancora superato la crisi post Renzi. Il Movimento 5Stelle sta dimostrando che non basta la buona volontà per governare, servono preparazione e conoscenza dei problemi. Berlusconi, che lei ha molto criticato, nonostante tutto resta il vero e unico “dominus” di Forza Italia. La Lega è Salvini dipendente ma continua ad avere diversi scheletri nell’armadio. E poi c’è Fratelli d’Italia. Nato nel 2012, cosa rappresenta oggi nel panorama nazionale?
Cerca di rappresentare un modo diverso di concepire la politica: non è vero che chiunque può improvvisarsi a farla, la politica è preparazione, dedizione, fatica, visione. È una cosa seria, non un recinto nel quale far giocare e far esperienza a dei ragazzini. Certo, anche FdI hai i suoi difetti, ma è il partito più attento e vicino al mondo del lavoro e di chi lavora, che ci sia oggi in Italia.

Sindaco di Marene, consigliere provinciale, tre volte in Parlamento e una con incarichi di governo. Guardandosi indietro, c’è qualcosa che rimpiange di aver dovuto lasciare da parte per seguire questo importante percorso personale?
Chiunque abbia dovuto fare delle scelte ha necessariamente dei rimpianti. Io ne ho molti perché ho sacrificato molto della mia vita all’impegno politico ed amministrativo, che ho aggiunto a quello lavorativo. Andavo in azienda alle 7, poi in comune alle 12, poi di nuovo in azienda fino alle 20/21 e poi comune. Per anni. Compreso il sabato. E magari la domenica andavi in giro per politica. Quando fai una vita così, sacrifichi famiglia e figli. È stato giusto? Non lo so, me lo chiedo molte volte e quando guardò mio figlio mi sento in colpa per tutto quello che non gli ho dato con la vicinanza fisica.