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Pietro Mandrile e la sua canna da pesca, da Caraglio all’Amazzonia

5 aprile 2019 | 08:48
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Pietro Mandrile e la sua canna da pesca, da Caraglio all’Amazzonia
Pietro Mandrile e la sua canna da pesca, da Caraglio all’Amazzonia
Pietro Mandrile e la sua canna da pesca, da Caraglio all’Amazzonia
Pietro Mandrile e la sua canna da pesca, da Caraglio all’Amazzonia
Pietro Mandrile e la sua canna da pesca, da Caraglio all’Amazzonia
Pietro Mandrile e la sua canna da pesca, da Caraglio all’Amazzonia

Catturato un Lau Lau di 1,87 metri di lunghezza per 1 metro di circonferenza di petto, stimato sui 90 kg

Caraglio. Torniamo a raccontare quella che è solo l’ultima, in ordine temporale, avventura in giro per il mondo del giovane pescatore Pietro Mandrile.

Per coltivare la sua passione ha viaggiato anche all’estero in Svezia e in India, dove ad esempio catturò uno dei più rari ed elusivi pesci ambiti dai pescatori, il goonch. E dal 26 marzo scorso sino al 2 aprile è volato in Amazzonia per continuare la ricerca di pesci misteriosi.

Dei paesi centrali, tra i più facilmente raggiungiungibili e centrali, Suriname. “Ho scelto Suriname perchè avevo sentito parlare di un fiume che mi interessava. – ci racconta Pietro appena rientrato – Si raccontavano in merito storie di gente scomparsa, incidenti causati da un pesce grosso grosso. In realtà non è un mostro ma è un pesce gatto il cui nome scientifico è Piraiba, ma i nativi del luogo lo chiamano Lau Lau che è il nome più comune.

Ha raccolto informazioni, conosciuto persone che qui vivono e da anni si dedicano alla ricerca del Lau Lau così ha deciso di aggregarsi a loro per portare a termine questa nuova avventura.

“Per 8 giorni siamo stati su una zattera raggiunta dall’ultimo villaggio dopo 15 ore di navigazione. Una vera e propria zattera di legno e chiodi con un semplice telo a coprirci la testa. Eravamo senza acqua e luce, abbiamo bevuto acqua confezionata e cucinavamo quello che ci eravamo portati di surgelato o ciò che i pesci piccoli che pescavamo durante il giorno. Con me Rampi, un ragazzo del posto che non ha nulla ma dalla sua ha come me la grande passione per la pesca. Grazie alla sua soffiata ho individuato il punto in cui avrei potuto trovare questo pesce. Dopo 8 giorni sono incappato in questo gigante dopo averlo perso il primo giorno, ho ritentato nello stesso punto fin quando l’ho nuovamente agganciato, dopo avermi spezzato la canna in due pezzi, una canna che uso per anadare a pescare pesci spada al mare, grazie al suo aiuto sono riuscito nella cattura. Felicissimo perchè era il pesce che desideravo, tempo di scattare qualche foto e lo abbiamo liberato.”

Un pesce di 1,87 metri di lunghezza per 1 metro di circonferenza di petto, stimato sui 90 kg o anche qualcosa in più. Chissà dove arriverà la prossima il Sampei cuneese.