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Michele Sandri, da sindaco a voce di Langhe e Roero in Regione

14 aprile 2019 | 08:48
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Michele Sandri, da sindaco a voce di Langhe e Roero in Regione

Intervista esclusiva al primo cittadino di Monteu Roero candidato al Consiglio regionale del Piemonte per Fratelli d’Italia

Sindaco del comune di Monteu Roero, Michele Sandri è candidato al Consiglio regionale del Piemonte per Fratelli d’Italia, per portare in Regione la concretezza e la conoscenza dei problemi di un amministratore di un piccolo paese.

Michele Sandri, sindaco di Monteu Roero, candidato al Consiglio regionale del Piemonte con Fratelli d’Italia. Cosa l’ha spinta a questa scelta, non le bastava il ruolo di sindaco?
Bastava e avanzava… Il sindaco è il primo rappresentante dello Stato sul territorio e quello di un piccolo paese è costretto ad affrontare ogni giorno problemi di ogni genere. D’altra parte la nostra porta è sempre aperta per tutti, il nostro ruolo ci fa diventare un po’ amici e confessori, dispensatori di consigli e suggerimenti. Ma con tutta la buona volontà che posso metterci, mi sono reso conto che per molte questioni le soluzioni non rientrano nelle possibilità del sindaco. E allora ho pensato che andare in Regione potrebbe essere il modo giusto per poter continuare a fare quello che faccio da sindaco, ma molto meglio.

Perché meglio?
Perché, oltre alle difficoltà che le dicevo, spesso noi sindaci abbiamo le mani legate. Le faccio un esempio concreto. La legge conosciuta come “roccia – terra – scavi” che concede la possibilità di gestire le terre e rocce da scavo in regime di sottoprodotto e non come rifiuti, impone ai comuni vincoli impressionanti per la pulizia dei fossati quando i fossati rappresentano prevenzione e sicurezza per i cittadini che transitano sulle strade. E’ folle pensare che un comune come Monteu, che ha a disposizione 7.000 euro per realizzare circa 95 km di fossati, debba analizzare camion per camion quelli che trasportano i materiali di recupero. Come minimo i 7.000 euro vengono sprecati senza riuscire a fare le cose come si dovrebbe. Ma che ci posso fare io, povero sindaco di un piccolo paese? Mi adeguo e rispetto le leggi, fatto doveroso e importante, certo, ma al tempo stesso penso che a volte servirebbe di più utilizzare il buonsenso.

La Regione è un interlocutore importante per il territorio, anche sotto il profilo economico. Dalla Regione arrivano contributi e finanziamenti e di questi il Roero ha sicuramente la necessità, per poter continuare a svilupparsi.
Io conosco molte realtà locali, piccole imprese spesso in mano a giovani imprenditori impegnati nel settore enogastronomico, negli agriturismo, in quelle realtà che si occupano di accoglienza ai turisti. Sono settori in cui sono necessari investimenti importanti da parte di questi imprenditori che scommettono sul territorio ma devono essere supportati e aiutati dalla Regione, che non deve lasciarli da soli. Sono realtà cresciute grazie alla dedizione e al sacrificio dei giovani che le hanno ereditate da nonni e genitori. Se verrò eletto cercherò di essere, anche in Regione, un punto di riferimento per loro.

Il Roero è il figlio minore delle più celebrate Langhe?
Assolutamente no. Alle Langhe possiamo guardare con ammirazione per come hanno saputo diventare un simbolo, un’icona dell’enogastronomia. Ma non con invidia, perché il Roero ha delle potenzialità forse non del tutto espresse, ma una ricchezza paesaggistica, dei prodotti della terra veramente unici, delle peculiarità che rappresentano il miglior investimento del territorio per il futuro. Prima le ho parlato dei giovani imprenditori nel settore dell’accoglienza turistica ma abbiamo tantissimi artigiani in altri ambiti, industrie rinomate, un’economia importante che deve essere tutelata e anche aiutata ma non assistita, perché qui ci sono competenze e capacità lavorative veramente uniche.

In genere nei piccoli centri il sindaco non ha una colorazione politica mentre in Consiglio regionale si viene eletti come espressione di un partito o di un movimento politico. Le ragioni della sua scelta di rappresentare Fratelli d’Italia?
Voglio essere molto schietto e chiaro. Quando sei sindaco di un piccolo centro non puoi permetterti di avere una collocazione politica, perché devi rappresentare tutti i cittadini indistintamente. Questo non toglie che, al di là del ruolo di sindaco, si possa lavorare per il proprio partito di riferimento o per la persona in cui hai sempre creduto. I miei riferimenti sono Guido Crosetto e William Casoni, che ho sempre seguito nel tempo. Crosetto è stato tra coloro che mi hanno convinto a mettermi in gioco in queste elezioni regionali e sono contento della scelta che ho fatto, aderendo al progetto di Fratelli d’Italia. Comunque sia e questo è un messaggio che voglio lanciare a tutti i sindaci della Granda, quando si è amministratori, si deve fare un discorso di territorio e non di partito. Io sono stato eletto sindaco anche grazie al mio radicamento sul territorio ed è questo che conta, si deve guardare alla persona e a quello che può fare per il territorio.

A proposito del territorio. Cosa pensa del problema della Asti – Cuneo, tornato prepotentemente alla ribalta in questi giorni, accompagnato dalle ennesime polemiche?Temo che questo sia diventato, più che un problema da affrontare, un vero e proprio spot politico. Tutti ne parlano, dai sindaci ai parlamentari, ed è anche giusto, per carità. Però, realisticamente, dico che bisogna fare le cose che sono fattibili. Se una cosa si può fare e ci sono i fondi, si fa. Se è demandata a terzi, e nel caso della Asti – Cuneo di mezzo ci sono i concessionari, non c’è politico che possa farla. Con questo non dico che sono contrario a questo collegamento autostradale, solamente penso che oltre alla Asti – Cuneo ci sia di più. Non vorrei che parlando solo di Asti – Cuneo venisse meno l’attenzione su altri interventi importanti di cui la provincia di Cuneo tutta ha la necessità.

Secondo lei, quindi, su certe problematiche un consigliere regionale può fare poco. Quindi, in cosa pensa che lei potrebbe essere utile alla collettività, operando in Consiglio regionale.
Ad esempio andando a scovare tutti quei progetti che riguardano il nostro territorio e che per un motivo o per l’altro sono rimasti fermi in Regione. E poi cercherei di far estendere il più possibile i benefici della Legge regionale 18/84 L.R. 18/84, quella che regola la richiesta di finanziamenti per opere stradali, municipali, cimiteriali e di illuminazione pubblica. Questi sono interventi importantissimi per i nostri paesi, a cui spesso mancano le risorse per asfaltare una strada o per migliorare l’illuminazione pubblica. I nostri sono prevalentemente paesi di campagna e gli amministratori sanno quanto sia difficile trovare le risorse tra le pieghe del bilancio dei nostri comuni ad esempio per inghiaiare le strade. Io sono favorevole alla Asti – Cuneo e anche alla Tav ma dico: quanti anni sono passati da quando è caduta la tangenziale di Fossano? Due anni giusti, giusti e i lavori di ripristino del ponte crollato sono iniziati solo da pochi giorni… Vogliamo fare le grandi opere da milioni di euro e non riusciamo a fare 150 metri di tangenziale… Se sarò eletto le mie parole d’ordine saranno sostegno e sostenibilità. Sostegno ai comuni e sostenibilità delle proposte avanzate.

Oltre alle problematiche viarie e a quelle legate alle attività produttive, dove intenderebbe rivolgere la sua attenzione dal Consiglio regionale?
Senza populismo alcuno dico agli anziani e alle scuole. Per i primi penso sia necessaria una serie di misure volte ad assicurarne una serena vecchiaia, dopo tanti anni di lavoro e sacrifici. Tutele sotto il profilo socio-assistenziale soprattutto. Le scuole sono strutture fondamentali, dove i nostri ragazzi vengono preparati al loro futuro. In quest’ottica credo che l’edilizia scolastica debba usufruire di maggiori risorse economiche nel bilancio regionale, perché troppe scuole del territorio, dalle materne alle elementari, fino alle medie, superiori comprese hanno la necessità di interventi per la messa in sicurezza oppure per risolvere criticità che sorgono naturalmente in edifici spesso molto datati. Ne va di mezzo la sicurezza dei nostri figli e spero si possa trovare un fronte comune in Consiglio regionale, nel caso di mia elezione.

Ecco, appunto, perché gli elettori dovrebbero votarla?
Perché in Regione c’è bisogno di una voce seria e concreta che sia il megafono del territorio e di una persona che si impegni per trovare una soluzione alle problematiche che da anni affliggono Langhe e Roero. Gli ultimi esponenti che il Roero ha espresso in Consiglio regionale  sono stati Mariano Rabino e Giovanni Negro. Credo sia giunto il tempo che il territorio abbia nuovamente un rappresentante a Torino.