Educazione civica come antidoto agli investimenti dei pedoni a Cuneo?

17 aprile 2019 | 17:32
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Educazione civica come antidoto agli investimenti dei pedoni a Cuneo?

L’intervista all’assessore Paola Olivero

Cuneo. L’assessore Paola Olivero tra le sue deleghe in Comune, a Cuneo, ha quelle alla Polizia municipale e alla Tutela animali. L’abbiamo interpellata, in particolare, sulle misure che potrebbero essere adottate per arginare l’aumento di incidenti stradali che si sta verificando in città e che vedono coinvolti i pedoni.

Assessore Olivero, per le sue deleghe lei ha a che fare sia con gli automobilisti che con gli animali. Chi le dà più problemi?

Bé, tra le quattro ruote e i quattro zampe il problema sono sempre le due gambe che stanno da una parte o dall’altra dato che sia l’auto che i cani sono gestiti dagli esseri umani, che non sempre hanno degli atteggiamenti educati, questo sì.

Veniamo a un problema d’attualità, i troppi investimenti di pedoni che si stanno registrando ultimamente in città. Tante le richieste di intervento da parte dei cittadini. Cosa si può fare?

Purtroppo è un problema grave per il quale l’unica soluzione possibile è il ritorno a un maggior rispetto delle regole da parte degli automobilisti. C’è un codice della strada da rispettare, ci sono cartelli che indicano le regole di cui tener conto. In città abbiamo attivato le zone 30, siamo intervenuti nelle zone critiche con dossi e passaggi pedonali rialzati, ad esempio sul Viale degli Angeli. Il problema di fondo resta quello dell’ineducazione di molte persone alla guida. Basti vedere quanti sono, nonostante l’inasprimento delle sanzioni, coloro che guidano parlando al cellulare o, addirittura inviando sms con lo stesso…

Ha citato il verbo inasprire.Non ci potrebbe essere un maggior controllo da parte della polizia municipale?

Purtroppo, il personale della polizia municipale è sotto organico dato che abbiamo in tutto 38 agenti ma per poter lavorare meglio ne dovremmo avere almeno il doppio. Tenga presente che è necessario coprire alcuni servizi essenziali presso il comando e che di conseguenza il numero degli agenti che possono essere impiegati su un territorio vasto come quello di Cuneo e le sue frazioni è veramente insufficiente per coprire tutte le esigenze. Certo, potessi avere almeno dieci agenti in più sarei la persona più felice al mondo.

E allora, nelle zone più a rischio non si potrebbe ricorrere a strutture come i dossi o gli attraversamenti pedonali rialzati, come per il già citato Viale degli Angeli?In particolare davanti alle scuole, ad esempio l’Itis, di fronte al quale le auto sfrecciano ad alta velocità, con i pericoli conseguenti specialmente durante l’orario di ingresso o di uscita dall’istituto. In via Bersezio, di fronte alla scuola media n° 2, si è fatto un attraversamento pedonale rialzato, tanto per dire.

A questo proposito dobbiamo distinguere tra dosso e attraversamento pedonale rialzato, che sono due manufatti completamente diversi tra loro. I dossi non possono essere dislocati in modo indiscriminato nei centri urbani ma, da codice della strada, possono essere installati solo nelle zone 30 e in quelle definite residenziali. L’attraversamento pedonale rialzato, invece, è tutt’altra cosa perché è una struttura più “morbida”. Sulle strade urbane ad alto scorrimento, come Corso De Gasperi e Corso Gramsci, forse si potrebbero mettere questi dissuasori di velocità però, essendo strade interessate al passaggio dei mezzi di soccorso e mi riferisco soprattutto alle ambulanze più che ai vigili del fuoco o alle forze dell’ordine, bisogna fare molta attenzione. Questo perché la persona trasportata, a seguito del passaggio sugli attraversamenti pedonali piuttosto che sui dossi, specie se l’ambulanza avesse la necessità di procedere a una velocità più elevata per raggiungere rapidamente il pronto soccorso, potrebbe subire dei danni, superiori a quelli per cui viene portata in ospedale. Per questo motivo c’è titubanza a mettere attraversamenti pedonali rialzati o i dossi. Anche su corso IV Novembre c’è stato sollecitato l’intervento, ma il problema è lo stesso, dato che parliamo di una strada sulla quale le ambulanze transitano da sempre. Il codice della strada stesso impone che, laddove non ci sono strade alternative, almeno un’arteria principale deve essere lasciata sgombra da questi manufatti e dato che sul Viale degli Angeli abbiamo provveduto diversamente, l’unica via che dobbiamo e possiamo lasciare libera da dossi e attraversamenti rialzati è Corso IV Novembre – Corso Monviso – Corso De Gasperi e Corso Gramsci. Tra l’altro, nel recente passato ci sono stati comuni che sono stati citati in giudizio proprio perché le ambulanze, a causa di dossi o attraversamenti pedonali rialzati, hanno arrecato dei danni al paziente trasportato.

Quindi non ci sono grandi alternative…

L’unica è quella di confidare in un ritorno all’educazione delle persone e alla consapevolezza che la nostra vita vale di più che arrivare 5 minuti prima. Lo so che può suonare come retorica, però è un dato di fatto. La segnaletica c’è, il codice della strada pure, chiunque abbia la patente ha sostenuto un esame e ha dovuto studiare il codice quindi sa che in presenza di segnaletica verticale o orizzontale che dir si voglia ci sono dei limiti che non si possono superare. Poi, al di là della cartellonistica e delle regole, dovrebbe prevalere il buonsenso perché ci sono persone che ritengono di viaggiare in città, con l’aumento di numero di macchine e pedoni che c’è, come se fossero su una pista di formula 1, mettendo a repentaglio la loro vita e quella degli altri. Se solo si tornasse ad avere senso civico, le città si autogovernerebbero e così le forze dell’ordine potrebbero rivolgere la loro attenzione a problematiche di maggior importanza per la città, piuttosto che correre dietro ai divieti di sosta.

Passando alla sua delega alla tutela animali, è più difficile aver a che fare con gli animali o con i cosiddetti esseri umani?

Bé, è una bella lotta… Battute a parte, oggi il risultato più grande che credo di essere riuscita a ottenere in questo ambito è stato quello di attivare una non indifferente campagna di sterilizzazione per le colonie feline. E’ sicuramente una problematica molto sentita dal momento che c’è sempre più gente che abbandona i gattini, per cui la sterilizzazione delle femmine risulta essere già un passo avanti importante. Per quanto riguarda i cani, come Comune abbiamo un canile che funziona bene e nel quale, da un paio d’anni, nella gestione si è affiancata la Lida, l’unica iscritta al registro delle imprese di volontariato della Regione Piemonte, con una convenzione per lo sgambamento benessere animali. Il contratto per la gestione del canile è in scadenza e se anche l’attuale gestore, persona meravigliosa, continuasse ad aggiudicarsi l’appalto, prima o poi andrà in pensione. Per questo il Comune ha voluto provare ad affiancargli un’associazione animalista, che per legge fosse abilitata a farlo, per vedere se nel futuro sarà possibile dare direttamente in gestione il canile a queste associazioni. E così, intanto, la Lida può fare un po’ di pratica. Al di là di ciò, per quanto riguarda i cani devo riconoscere che il problema principale, e mi riferisco alle deiezioni, non sono tanto gli animali quanto alcuni proprietari. Ci sono infatti persone che raccolgono regolarmente le deiezioni dei loro cani, ma ce ne sono altre che non lo fanno. Ci sono proprietari educati e proprietari ineducati, il problema è che nel secondo caso a farne le spese sono i nostri amici a quattro zampe e anche i proprietari corretti perchè, come al solito, viene fatto di tutta un erba un fascio. A Cuneo, purtroppo, questo problema si registra in più zone come pure nei parchi. D’altra parte, in città il numero dei cani è aumentato perché per moltissime persone sole o famiglie sono diventati sempre più animali da affezione. Resta la discussione eterna: tassa sì, tassa no. E’ vero che si danneggerebbero le persone più anziane che prendono il cane per compagnia e mi rendo conto che per loro pagare la tassa sarebbe un problema. Ciò non toglie però, che ogni tanto mi verrebbe voglia di avere qualche soldino in più sui bilanci, proprio per riuscire a fare dei controlli in più.