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Verrà proiettato anche a Cuneo il video di Giovanni Bianco sugli alpini cuneesi in Russia

24 marzo 2019 | 10:14
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Verrà proiettato anche a Cuneo il video di Giovanni Bianco sugli alpini cuneesi in Russia
Verrà proiettato anche a Cuneo il video di Giovanni Bianco sugli alpini cuneesi in Russia
Verrà proiettato anche a Cuneo il video di Giovanni Bianco sugli alpini cuneesi in Russia

L’appuntamento è nel Salone parrocchiale di San Paolo per le 21 di venerdì 29 marzo

Cuneo. Dopo il successo raccolto a Boves e Carrù, il ricercatore bovesano Giovanni Bianco ripropone una delle sue ricerche, in video, dell’ultimo periodo (girata l’anno scorso, tra maggio e luglio). L’appuntamento è nel Salone parrocchiale di San Paolo, a Cuneo (Via Fenoglio 47), per le 21 di venerdì 29 marzo.

Il soggetto è «Gli ultimi Reduci della provincia di Cuneo ricordano la tragedia della guerra sul fronte russo», sei testimonianze raccolte e registrate a Carmagnola, Carrù, Cuneo, Frabosa Soprana, Montemale, Villafalletto, in cui anche l’amico partigiano ricorda Nuto Revelli Ufficiale alpino in Russia e scrittore (a cui molto Bianco si ispira), per la solita durata di novantasei minuti, tutti di alta qualità.

La sera del 15 ha raccolto applausi e pienone (esaurendo tutti i CD a disposizione) per la proiezione nel Salone di San Damiano Macra di opera dedicata alle persone del luogo (quello di origine della famiglia paterna dell’autore).

Giuseppe Garnerone, Montemale 1921: genitori contadini a Montemale con mucche, bosco, vigna; comunità povera con emigrazione in Francia. Un fratello del 1913 in Abissinia, Francia, Albania/Grecia , poi prigioniero in Germania. Luglio 42 parte in treno da Dronero per Russia insieme a 21 della zona, tornati soltanto due. Eravamo in sessanta per vagone con i muli. L’inverno è stato duro, io sono stato fortunato; i tedeschi erano ben vestiti, attrezzati ma non ci hanno mai aiutati, anzi; invece i civili russi ci hanno ospitati nelle loro isbe. Tornato nel 1943, dopo l’8 settembre i tedeschi stavano portandoci in Germania, io con altri tre siamo riusciti a fuggire, tornare e nasconderci. Quando vado in piazza a Dronero mi fermo sempre di fronte al la lapide con i nomi dei morti in Russia, giovani di venti anni, la gioventù più bella.

Giovanni Alutto, Carmagnola 1916 (102 anni), nato a Barbaresco da famiglia contadina. Nel 38 militare ai campi estivi della Gardetta, corso per radiotelegrafisti, grado di sergente. Fronte francese, Albania, luglio 42 partenza per Russia da stazione Borgo Gesso. Fronte sul Don vicino a villaggio russo, dove trovano verdure e materiali per i rifugi. Tornato nel 1943, a settembre spedito a Bolzano. Siamo stati invasori con i muli; Ho l’obbligo morale di ricordare e far conoscere, quindi partecipo a tutti i raduni, finchè posso.

Giuseppe Falco, S. Rocco Castagnaretta 1921, famiglia di sette membri. due fratelli in guerra, uno in Etiopia, l’altro prigioniero in Germania, io unico superstite.Nel 1942 partenza per Russia, in treno da stazione Borgo Gesso, poi a piedi verso il Don. Ghiacciato il fiume parte l’attacco russo e inizia la ritirata. Sostegno della popolazione civile, si camminava in mezzo ai morti, sun turnà a cà cun i strass ai pè. Arrivato a casa a Caraglio, i vicini venivano a cercare notizie dei loro cari. Partecipo a tutti i memoriali per ricordare il sacrificio di tanti morti.

Giorgio Rulfi, Frabosa Soprana 1921, famiglia contadina, d’estate margari in montagna, ( papà reduce della 1915-18) Militare a Mondovi, campi in valle Stura, inserito come sciatore nel Battaglione Monte Cervino. Corso ad Aosta, gennaio 1942 partenza per Russia . I Russi erano ben attrezzati, ci hanno fatti prigionieri e portati in campo di prigionia. I morti a migliaia finivano nelle fosse comuni con le loro piastrine (questo mi ha fatto molto male) Trascinavamo i corpi per molti metri con una cinghia legata ad un braccio.

Domenico Gastaldi Villafalletto 1919: famiglia contadina, conducente di muli, fronte francese poi Russia in treno da Borgo Gesso. Nella neve, nel gelo ci siamo salvati grazie ai civili russi che ci hanno aiutati. Sono tornato, pesavo trentasei chili. Basta a tutte le guerre!

Registrazione della consegna di onorificenza del Comune di Villafalletto nell’ambito del Raduno.

Giuseppe Bertano, Carrù 1919, famiglia contadina, mucche e vigna; conducente muli in Albania con freddo e pioggia; agosto 42 partenza per Russia da S. Michele Mondovì. In cambio di sale da cucina una donna russa mi ha dato un paio di stivali russi, mi hanno salvato la vita. All’8 sett 43 eravamo a Bolzano, abbiamo liberato i muli e siamo tornati a casa, un po’a piedi e con mezzi di fortuna. Importante ricordare il sacrificio di tanti giovani, partecipo sempre ai raduni.

Felice Garelli, Cuneo 1925, geometra del catasto. Ad aprile 1944, chiusa la Scuola Superiore, sono salito in montagna a San Giacomo di Boves al “casin ‘d casa”, comandante Rosa, poi trasferiti in Valle Stura, a Valloriate, sotto il comando del tenente Nuto Revelli. Sottolineo che il suo reparto è stato l’ultimo a ritirarsi dal Don. E’ sempre stato il nostro punto di riferimento, dotato di grande umanità, un amico e un maestro. Sullo sfondo brani tratti dai libri dello scrittore.

Le testimonianze sono intervallate e sottolineate da immagini del Sesto Raduno Alpini della Piana cuneese a Villafalletto 16-17 giugno.