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Tovaglia… addio?

3 marzo 2019 | 12:21
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Tovaglia… addio?
Tovaglia… addio?
Tovaglia… addio?

Il punto di vista di un esperto del settore: Matteo Prato, chef ristoratore, titolare dell’Osteria Due Grappoli di via Santa Croce, 38 a Cuneo

Cuneo. Oggi vogliamo parlare della tovaglia, un elemento che, a differenza di quanto accade oggi, non mancava mai sulle nostre tavole imbandite. Cosa sappiamo della sua origine e storia?

La tovaglia ha sempre rappresentato un simbolo di eleganza. per la tavola imbandita. Fu essenziale sin dai tempi dei Romani soprattutto quando, in fase repubblicana, cominciò a diventare espressione di civiltà. Prima erano panni della consistenza di un tappeto, con il passare del tempo cominciarono ad essere utilizzati il “mantelle” o “mantile”, simile all’attuale tovaglia.

L’utilizzo della tovaglia di tela o di lino durante il pasto nel territorio italiano viene testimoniato per la prima volta in età cristiana attraverso alcune rappresentazioni figurate, come le raffigurazioni dell’Ultima Cena e delle Nozze di Cana, dove troviamo una tovaglia quasi sempre bianca.

Nel Medioevo venivano utilizzate tovaglie bianche di lino, ornate di strisce o riquadri con balze dai colori intensi in occasione delle festività importanti, esserne privati costituiva una grande umiliazione.

Fra Quattrocento e Cinquecento in Italia l’utilizzo della tovaglia entrò a far parte della vita quotidiana delle classi più agiate.

E oggi? Matteo Prato, chef ristoratore, titolare dell’Osteria Due Grappoli di Cuneo ci spiega: “L’importanza della tovaglia sul tavolo nella vita di tutti i giorni è una cosa che si è persa, non viene più utilizzata perché siamo in un’era in cui si deve fare tutto veloce. Manca il tempo di sedersi a tavola, mangiare, di conseguenza non si gusta più e vanno a rovinarsi quei momenti di condivisione con la famiglia che una volta erano molto più presenti. Chi non si ricorda il classico pranzo della domenica? Quando si utilizzava appunto la tovaglia, il servizio “bello” e ci si ritrovava a tavola con la famiglia. Ai giorni nostri ci stiamo perdendo tutto questo, siamo troppo di corsa senza il tempo di fermarci nemmeno a tavola e capire cosa si sta mangiando. Per contro tutti diventano maestri nel criticare quello che viene messo in tavola sia da un ristorante che da un familiare e questo grazie all’infinità di programmi televisivi tutti si definiscono cuochi e ristoratori. Sarebbe bello riuscire una volta ogni tanto ad esser rilassati a tavola e parlare con i commensali, senza telefonini e distrazioni varie, un ritorno alla tradizione anche di un semplice pranzo di famiglia che poi tanto semplice non è.”