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Quando il figlio dell’imperatore giapponese passò nella cappelleria Cerati a Cuneo

23 marzo 2019 | 10:41
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Quando il figlio dell’imperatore giapponese passò nella cappelleria Cerati a Cuneo
Quando il figlio dell’imperatore giapponese passò nella cappelleria Cerati a Cuneo
Quando il figlio dell’imperatore giapponese passò nella cappelleria Cerati a Cuneo
Quando il figlio dell’imperatore giapponese passò nella cappelleria Cerati a Cuneo

Si parla di Macario che venne ad acquistarvi un cappello per suo figlio, di Andrea Giordana e perfino dell’indimenticabile Alberto Sordi. E, con un sorriso, ci si lascia nel ricordo di “Quel cappello rosso venduto a Enrico Maria Salerno”

Cuneo.“Doveva essere un paio d’anni fa, in occasione della Fiera del Tartufo ad Alba – ci confida la titolare – è entrato un signore orientale con tutto il suo corteo… Era alla ricerca di un cappello Borsalino. Solo dopo l’acquisto abbiamo scoperto chi avevamo servito”. Con orgoglio ci mostra la foto di Pupi Avati che era un habitué della poltroncina all’ interno dello storico locale durante la regia del suo film cuneese (“Gli amici del bar Margherita”, del 2009, da lui scritto e diretto, con Diego Abatantuono, Neri Marcorè, Fabrizio de Luigi e Luigi Lo Cascio; musiche di Lucio Dalla). « L’idea di girare un film a Cuneo gli è venuta – confida ancora la titolare – dopo una cena allo Zuavo, dalla quale è uscito un pò brillo (sorride)”.

I Cerati costituiscono una tessera del variegato mosaico della nostra città e del nostro Paese, visto che il bisnonno, ex socio Barbisio a Biella, si è trasferito a Cuneo nel 1857, tre anni prima dell’Unità d’Italia. Da allora è l’unico rivenditore autorizzato del marchio Borsalino nel capoluogo della Granda e uno dei pochi a possedere copia delle numerose medaglie ricevute in riconoscimento dall’azienda “Giuseppe Borsalino e Fratello”.

Una famiglia, quella dei Cerati, più che storica e tutta Piemontese. Discendenti nientedimeno che da Pietro Micca, una cui pronipote sposò un Cerati, appunto. E di cui si ritrova traccia nel Polo museale di Sagliano Micca (BI), dov’è sita la casa natale del mitico eroe settecentesco.

Entrare nella cappelleria Cerati è come introdursi in un libro di storia: si cambia epoca, si viaggia attraverso le generazioni e si scopre una dimensione particolare che ci porta al crocevia di un innesto dove tempo e spazio si miscelano in un’alchimia difficile da definire. Così si parla di Macario che venne ad acquistarvi un cappello per suo figlio, di Andrea Giordana e perfino dell’indimenticabile Alberto Sordi. E, con un sorriso, ci si lascia nel ricordo di “Quel cappello rosso venduto a Enrico Maria Salerno”.