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Milano Finanza diventa targato Ghisolfi

5 febbraio 2019 | 14:43
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Milano Finanza diventa targato Ghisolfi

Il Banchiere scrittore, autore del Lessico Finanziario oramai proiettato verso i primi 10 best sellers finanziari di Amazon, inaugura una collaborazione sull’importantissimo giornale della Piazza Affari ambrosiana

Fossano.  Da oggi Milano Finanza è un po’ più cuneese. Grazie al debutto della firma di Beppe Ghisolfi. Più volte citato dall’editorialista Angelo De Mattia come modello nazionale ed europeo di educazione finanziaria, il Banchiere scrittore di origine fossanese – esponente europeo e mondiale delle Casse di Risparmio – inaugura un appuntamento opinionistico siglando riflessioni molto salienti e pungenti nel giornale di riferimento della Piazza Affari milanese.

Ghisolfi, attuale direttore del Magazine Banca Finanza, firma un editoriale oggi dedicato al difficile rapporto fra Banche e Politica, prima attraverso le nomine ministeriali dirette, abolite definitivamente tra il 1990 e il 1993, adesso in maniera più affievolita per il tramite delle Fondazioni. “Molti pensano che l’ingerenza della politica perduri. Il problema è che qualcuno deve pur nominare gli organi delle Fondazioni – scrive Ghisolfi nel corsivo di esordio sulle colonne di MF – Avrebbe senso eliminare Comuni, Province, Regioni? Essi, assieme agli enti che rappresentano la società civile, rientrano a pieno titolo negli statuti”. Quali soluzioni? Il Banchiere giornalista ne indica due possibili: anzitutto “ricercare persone adeguate e indipendenti. Uno dei provvedimenti sarebbe vietare all’Ente che percepisce un contributo di concorrere alle nomine”; idem nelle Banche in senso stretto, dove “se ricopri la carica di amministratore non puoi essere tra i clienti affidati. O una cosa o l’altra. Entrambe possono creare problemi”.

Uno spunto di riflessione molto importante in preparazione, aggiungiamo noi, della tornata elettorale amministrativa di fine maggio prossimo, con la gran parte delle Amministrazioni comunali e regionali che andranno al voto e dai cui assetti futuri deriveranno, in tutto o in parte, anche le governance del credito e delle erogazioni finanziarie locali.