Mantini: “Orribile assoluzione del violentatore siriano in Germania ci dice che nemmeno a Berlino c’è più un giudice”

9 febbraio 2019 | 09:37
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Mantini: “Orribile assoluzione del violentatore siriano in Germania ci dice che nemmeno a Berlino c’è più un giudice”

“In una Europa che ci ha abituati a ogni genere di cavillo burocratico, in nome dei cosiddetti diritti dei consumatori, si dovrebbe pensare a una direttiva comune per combattere la piaga delle violenze sessuali”

Cuneo. Scrive Anna Mantini, consigliere comunale di Fossano e della consulta femminile regionale.

“C’è un giudice a Berlino”, recita un famoso modo di dire che vorrebbe indicare una sorta di giustizia giusta. Dopo la sentenza agghiacciante emessa dalla magistratura tedesca, nessun’altra espressione suona altrettanto beffarda quanto questa.

Riconoscere una violenza sessuale come effettivamente compiuta, ma assolvere il suo responsabile in quanto non era al corrente del fatto che nei nostri Paesi – a differenza che nel suo, la Siria – lo stupro è punito dalla legge, equivale di fatto a rendere inutile il reato come tale.

Quanto successo in Germania, e che come una valanga rischia di travolgere Paesi soprattutto come l’Italia dove moltissime sentenze sui reati commessi da immigrati sono un orrore del diritto e una doppia violenza sulle vittime, deve richiamare tutta la politica su una necessità forte: regolamentare in modo preciso e severissimo le categorie penali, a partire da quelle contro la persona, in modo da obbligare la magistratura ad applicarle in modo oggettivo e senza nessun margine al ribasso come invece continua ad avvenire.

Altrimenti ogni legge e ogni servizio, dedicato alla donna vittima di violenza, sarà inutile e addirittura controproducente se la stessa vittima rivedrà i propri violentatori a piede libero poco tempo dopo e magari nello stesso luogo!

In una Europa che ci ha abituati a ogni genere di cavillo burocratico, in nome dei cosiddetti diritti dei consumatori, si dovrebbe pensare a una direttiva comune per combattere la piaga delle violenze sessuali allo stesso modo in tutti i Paesi UE e affermare in questo modo la cultura europea contro quella cattiva immigrazione che vorrebbe ridurre la donna a oggetto di prepotenza degli “usi locali” del maschio ospitato a spese di tutti noi, pure delle famiglie delle vittime.

Spero che fin dal livello comunale, dove episodi di soprusi e molestie sono sempre più frequenti, si prenda coscienza della necessità di sensibilizzare i candidati alle elezioni europee su questa esigenza. Se non c’è più un giudice a Berlino, ci deve essere a Roma e a Bruxelles”.