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Manta, la sfida di Alessandro Scaramozzino

10 febbraio 2019 | 18:31
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Manta, la sfida di Alessandro Scaramozzino
Manta, la sfida di Alessandro Scaramozzino
Manta, la sfida di Alessandro Scaramozzino

Una rara malattia genetica, un tumore sarcoma e la forza di non arrendersi e credere nei propri sogni

Manta. La storia di Alessandro non è una qualunque bensì una di quelle che ha dello straordinario, a cui è difficile rimanere indifferenti.

Per puro caso ho letto un post di quella che, ho scoperto, in un secondo momento, esser la dottoressa di Alessandro.

Così ci siamo incontrati nella sua casa di Manta per approfondire la conoscenza.

“Sono Alessandro Scaramozzino, ho 37 anni, sono sulla sedia a rotelle da quando ne ho 25 a causa di una rara malattia genetica.”

Da tutta la vita ha una grande passione: i pick-up americani. Quindi per inseguire questo interesse è stato negli States nel 2005, nel 2006 e nel 2013.

Ritornato in Italia per fare il visto, esattamente una settimana dopo ho iniziato ad accusare dolore al polpaccio destro. A distanza di un anno al CTO di Torino proprio la dottoressa Gullino, autrice del post, si è accorta che avevo un tumore maligno che si chiama sarcoma, di ben 12 kg, molto grave. Avevo 15 giorni di vita e la mia unica possibilità di sopravvivenza era l’amputazione dell’arto, avvenuta l’8 ottobre 2014.

Nonostante le difficoltà, un anno trascorso a letto per via di quella che si definisce “sindrome da arto fantasma”, i medicinali Alessandro ha continuato con la sua determinazione ad inseguire il suo sogno.

“Ho sempre voluto avere la mia indipendenza e autonomia per questo ho deciso di acquistare il nuovo pick, up Dodge Ram 3500 della casa automobilistica Fca, prodotto in Canada. Ci sono voluti due anni e due mesi per averlo finito: i comandi speciali a joystick per esser autonomo nella guida, la gru per salire e finalmente a metà l’ho portato a casa.”

Lo spirito combattivo di Alessandro lo sta portando ad una nuova sfida a cui sta lavorando con un progetto a tutto gli effetti, con tanto di costituzione per aver tutte le carte in regola.

Il suo vuole essere un viaggio, non una vacanza qualunque, ma il riscatto di un guerriero che non teme sfide al limite del possibile. Ha in mente tre tappe: Fatima, Medjugorje e Capo Nord. Da raggiungere a bordo di quel pick-up da lui ribattezzato “Orso polare”.

“Lo devo a me stesso. Il progetto si chiama Ale Road Warrior a cui è legata anche una pagina Facebook. Non mi dò più dei tempi perché la vita ha deciso per me in passato ma non nascondo che mi piacerebbe riuscire ad affrontare già una tappa nell’estate.”

In questi viaggi ad accompagnarlo serviranno un paio di persone: una per aiutarlo nella quotidianità e un’altra a documentare tutta l’avventura con riprese e aggiornamenti continui su blog e social.

Alessandro ha bisogno di tante persone che credano in lui e in questo progetto, degli sponsor che abbiano la giusta sensibilità di appoggiarlo.

“Il messaggio che voglio lanciare a tutto il sistema è un messaggio super positivo: con tanto cuore, coraggio e testardaggine le cose se si vogliono si possono fare. Non bisogna fermarsi davanti a problemi e malattie; le difficoltà sono sempre tante ma se vuoi qualcosa che non hai mai avuto, devi fare qualcosa che non hai mai fatto.”

Il suo cuore è grande e nel progetto includerà l’aiuto all’associazione per la ricerca del sarcoma che a lui ha salvato la vita. “Proprio perché possa accadere che tutti inseguano i propri sogni, anche senza qualche pezzo.”

Ieri, 9 febbraio, il sindaco di Cuneo Federico Borgna ha incontrato Alessandro. Accomunati da una disabilità ma anche dalla caparbietà chissà che non decidano di far una tappa del viaggio insieme.

“Per me è sempre stato tutto una sfida, dovevo dare un senso all’accaduto, ci voleva uno schiaffo forte tanto quello ricevuto dalla vita. E questo progetto lo è.” conclude.

Da Alessandro e dalla sua forza di volontà c’è solo da imparare.