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Si apre il carnevale 2019 a Verona alla presenza delle maschere buschesi Buscaja e Bella Antilia

9 gennaio 2019 | 10:47
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Si apre il carnevale 2019 a Verona alla presenza delle maschere buschesi Buscaja e Bella Antilia
Si apre il carnevale 2019 a Verona alla presenza delle maschere buschesi Buscaja e Bella Antilia
Si apre il carnevale 2019 a Verona alla presenza delle maschere buschesi Buscaja e Bella Antilia

Con i nuovi gemellaggi in Basilicata e Molise quasi concluso il progetto del “Giro d’Italia in maschera” per il carnevale antiliese

Busca. Come da tradizione scaligera, lo scorso 6 gennaio, si è tenuta la cerimonia di apertura del 489° Carnevale di Verona, le maschere dalla storica piazza San Zeno hanno raggiunto piazza Bra, e davanti all’Arena hanno dato il via alla festa più colorata dell’anno, con canti , balli e discorsi delle autorità e comitati carnevaleschi locali.

Presenti da Busca, anche le maschere Buscaja e la Bella Antilia impersonate e create dai coniugi Bruno, ormai legati da anni alle varie maschere italiane. L’invito ai buschesi è giunto dallo storico Papà del Gnoco, Pietro Robbi detto “Sandokan”, che fu eletto maschera cittadina veronese nel 1977, nel 1984 e nel 2009, oggi fa parte del senato del comitato “Bacanal del Gnocco”. La maschera veronese è tra le più antiche d’Italia. Risalente al tardomedioevo il Carnevale di Verona o meglio il Bacanàl del Gnoco il cui giorno di spicco è il venerdì grasso, affonda le sue radici ai tempi di Tommaso da Vico medico del XVI secolo che lasciò nel suo legato testamentario l’obbligo di distribuire annualmente alla popolazione del quartiere di San Zeno (dove si trova l’omonima Basilica) viveri ed alimenti, in particolare i gnocchi, da lì il nome “papà del gnocco”.

Le maschere buschesi nate nel 2012 col nome di Buscaja, impersonata e creata da Dante Bruno, e la Bella Antilia, impersonata da Cristina Demarchi, furono già proposte benchè con nomi diversi nel primo carnevale di Busca nel 1954, con i nomi di Nerun e Poppea ideate dal compianto Luigi Malausa, ma riviste e riadattate nel 2012 da Dante Bruno hanno avuto maggior successo, sia come foggia di costumi che come nomi propriamente legati alla leggendaria distruzione dell’antico villaggio di Antilia (a seguito del rogo, la buscaja è ciò che rimase della bella e rigogliosa Antilia). Ad accompagnarli il Saraceno, impersonato da Mimmo Prat, e il Sarvanot, impersonato da Mario Collino conosciuto anche come Prezzemolo. Sono tutti cittadini privati, autofinanziati con la passione per il carnevale e le tradizioni locali.

Nel nostro progetto del “Giro d’Italia in maschera”, – ci spiega Dante Bruno – quest’anno concluderemo il viaggio nella penisola italiana e nel 2020 con la visita delle isole Sicilia e Sardegna avremo davvero concluso completamente il nostro tour.Quest’anno abbiamo stabilito due gemellaggi con la Basilicata e il Molise.”

A metà gennaio infatti le maschere buschesi saranno presenti al carnevale di Tricarico (MT) e nei giorni seguenti saranno ricevute dal Sindaco di Matera. Il carnevale di Tricarico è caratterizzato dalle maschere delle mucche e dei tori che rappresentano una mandria in transumanza, un evento ormai conosciuto in tutta Italia, il giorno clou è il 17 gennaio festa di Sant’Antonio Abate, protettore di questi animali. A fine febbraio toccherà il Molise,esattamente a Tufara in provincia di Campobasso, dove parteciperanno al locale carnevale incontrando la curiosa maschera locale ovvero il diavolo di Tufara. La maschera più conosciuta del Carnevale di Tufara è quella del diavolo: un tempo era collegata alla morte di Dioniso, divinità adorata dai villaggi di contadini. Questa maschera è formata da sette pelli di capra, che ricorda la più comune forma nella quale il dio si presentava sulla Terra, e ha in mano un tridente; con l’avvento del Cristianesimo, l’importanza della festa dedicata a Dioniso scema, ma rimane come maschera carnevalesca tipica di Tufara.

Non mancheranno tappe ai carnevali di Savona, Borghetto Santo Spirito, Cento, Firenze e molti altri da cui abbiamo rivevuto moltissimi inviti. Sempre con piacere ci apprestiamo ad apprendere il folklore degli altri paesi, ma altresì porteremo la storia, la tradizione di Busca per le località italiane. Perchè, citando Andrea Flamini  lo storico Gianduja dell’Ass.Piemonteisa, il carnevale è un’occasione per fare parlare della propria terra, a carnevale non gettate coriandoli ma cultura.” conclude Buscaja.