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“Dialogo unico antidoto contro il mostro della violenza e dell’intolleranza”

13 gennaio 2019 | 18:00
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Peveragno commemora le vittime del nazi-fascismo, il sindaco Renaudi parla ai giovani

Peveragno. Nella mattinata di oggi il paese ha commemorato le trenta persone che il 10 gennaio 1944 persero la vita per mano tedesca, oltre a tutti i suoi caduti per opera del nazifascismo. Molti i sindaci dei comuni limitrofi presenti alla manifestazione: Maurizio Paoletti (Boves), Sergio Bussi (Chiusa di Pesio), Lorenzo Busciglio (Beinette), Bruno Viale (Roaschia, anche in rappresentanza della Provincia di cui è consigliere). Molto nutrita anche la schiera delle associazioni presenti.

Il corteo parte da Piazza Toselli, attraversa Via Roma e giunge in Piazza XXX Martiri dove ha luogo la cerimonia di commemorazione. E’ il vice-sindaco di Peveragno, Vilma Ghigo, a scandire gli interventi e a introdurre l’ex capitano degli alpini, Gabriele Macagno, che legge i nomi dei caduti peveragnesi.

Accompagnato dal comandante della stazione dei carabinieri di Peveragno, maresciallo Andrea Palazzolo, con il quale omaggia i caduti di fronte al cippo che ne riporta le identità, prende la parola il sindaco Paolo Renaudi, che si rivolge in particolare ai giovani: “E’ difficile capire come l’uomo, spesso in grado di fare cose bellissime, sia stato capace di concepire orrori come i campi di concentramento ed i gulag. Non si tratta di cose lontane da noi, nè nello spazio nè nel tempo: basti pensare alla pulizia etnica perpetrata pochi anni fa nella vicina ex Jugoslavia. Il mostro della violenza e dell’intolleranza è insito nell’uomo e dobbiamo essere quotidianamente bravi a tenerlo a bada, anche e soprattutto attraverso il dialogo e la continua ricerca della comprensione del pensiero altrui”.

Poi l’indicazione della rotta da seguire: “Fate come Anita: aveva sposato da soli 10 giorni uno dei trenta martiri, quando lo perse. Nell’aprile del 1945 venne condotta al cospetto della presumibile spia che aveva fatto sì che i tedeschi compissero quella strage e le uccidessero dunque il marito. Le dissero di vendicarsi, di farne ciò che desiderava. Anita si rifiutò, disse no alla vendetta cieca, si limitò a chiedere ‘perchè’?”.

La conclusione è affidata ai tanti bambini e ragazzini presenti. Sono gli alunni della scuola primaria e secondaria di Peveragno e sono accompagnati dalle loro insegnanti: Nadia Giordano, Irene Marro e Daniela Nelli della scuola primaria; Palmira Aristodemo e Marta Pellegrino della scuola secondaria, insieme alla responsabile del plesso di scuola primaria Silvia Beltritti ed alla dirigente scolastica Paola Banchio. Alla fine sono loro i protagonisti della giornata, i ragazzi, e non potrebbe essere altrimenti. Unici padroni e custodi del futuro, con grande decisione, esprimono concetti con la disinvoltura e la sicurezza di chi, in quello che dice, crede davvero. Fanno quasi tenerezza nel cercare stoicamente di mascherare l’evidente contrasto tra la durezza delle frasi che leggono e l’innocenza delle loro voci che le pronunciano. Non ci riescono, ed è giusto così.