Le offese di Toscani contro Giorgia Meloni? “Ha qualche calcinaccio nel cervello”

6 dicembre 2018 | 10:59
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Le offese di Toscani contro Giorgia Meloni? “Ha qualche calcinaccio nel cervello”

Mantini: “Chi resta in silenzio legittima in generale violenze che da verbali possono diventare più gravi”

Cuneo.  United colors? Il solo colore per Oliviero Toscani deve essere quello del rosso-vergogna per le definizioni con cui ha voluto colpire la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, durante una intervista radiofonica e naturalmente in assenza della diretta interessata. In assenza, quel che è ancora più grave, di una corale e unanime reazione di sdegno e di condanna da parte del sistema politico, dei movimenti cosiddetti progressisti e femministi e dei mass media.

Dal “fotografo dei potenti” arriva l’ennesimo “scatto infelice” che fotografa quella parte sicuramente minoritaria di Italia misogina e razzista contro il “diverso per idea”, ma che rischia di apparire maggioritaria di fronte al colpevole silenzio degli altri, di chi non condannando una violenza verbale finisce, senza volerlo, con il legittimare quella fisica contro una donna o contro una persona fragile a livello psicofisico.

Se un confronto o una discussione si riduce a scontro basato sull’estetica o sull’esteriorità, o a giudizi di minorità mentale perché si ha un pensiero di destra piuttosto che di sinistra, allora – con lo stesso orrendo metro di giudizio – si potrebbero definire i molti, troppi silenzi della parte politica del signor Toscani di fronte alla catena di femminicidi e violenze sessuali spesso irreparabili per le vittime. Forse, troppo impegnato a difendere determinati potentati economici e familiari, anche contro ogni evidenza logica come nel caso del ponte di Genova, al signor Toscani qualche calcinaccio nel cervello è rimasto.

Spero che chi finora ha taciuto, smetta di rimanere indifferente di fronte a messaggi che legittimano l’intolleranza, quella più dolorosa, quella per cui la vittima di violenza verbale e fisica viene additata come colpevole “perché era comunque destinata a fare quella fine lì”. Quelle battute, quei tre aggettivi – “brutta, volgare, ritardata” – colpiscono tutti e tutte noi. E chi tace, drammaticamente acconsente e non può mettersi la coscienza in pace con un convegno.