Ad Alba “Mafie: capire e raccontare” e l’operazione Barbarossa

6 dicembre 2018 | 09:21
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Ad Alba “Mafie: capire e raccontare” e l’operazione Barbarossa

A introdurre e a moderare l’incontro sarà Alessandro Prandi, Garante comunale delle persone private della libertà

Alba.  Sabato 15 dicembre alle ore 9.30 in sala della Resistenza, del Palazzo comunale (piazza Risorgimento, 1), c’è l’incontro pubblico “Mafie: capire e raccontare”, terzo appuntamento della manifestazione “TuttiDiritti – Carcere, Legalità, Persone” con eventi ed attività sui temi legati alla detenzione, alla legalità e ai diritti umani snodati tra l’autunno e l’inverno albese.

Al centro dell’incontro ci sarà l’operazione Barbarossa condotta nella primavera scorsa dai Carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Asti, portando allo sgominamento di una cellula di ‘ndrangheta attiva nell’astigiano e con base nell’albese. La vicenda solo per poco tempo ha catalizzato l’attenzione dell’opinione pubblica. Forse non si è compresa la pericolosità delle dinamiche su cui ha fatto luce.

Tuttavia dopo l’intervento delle forze dell’ordine contro la criminalità organizzata nel basso Piemonte, nel maggio scorso, il primo cittadino albese, Maurizio Marello, ha incontrato le organizzazioni a contatto con il mondo lavorativo e produttivo del territorio per sondare, capire, porre l’attenzione e tutelare una zona ricca e quindi appetibile ed a rischio infiltrazioni malavitose, soprattutto nel settore degli appalti e nel mondo agricolo.

«L’attenzione da parte dell’Amministrazione è alta – dichiara il Sindaco Maurizio Marello – Nel maggio scorso abbiamo siglato il Patto per l’attuazione della sicurezza urbana con il Prefetto di Cuneo per rafforzare le azioni di prevenzione e di contrasto alle forme di illegalità presenti nel territorio. Qualche settimana fa, il ministero ci ha finanziato il 40% di un progetto da 238 mila euro per potenziare il sistema di videosorveglianza  in diverse zone della città, anche attraverso sistemi di tracciabilità targhe automobilistiche, ed integrarlo con le sale operative della Questura di Cuneo e del Comando Provinciale dell’Arma dei Carabinieri».

Intanto, Libera Piemonte ha redatto un proprio dossier di approfondimento sulla vicenda che sarà presentato durante l’evento del 15 dicembre.

Il programma della mattinata si apre con i saluti del Sindaco Maurizio Marello, gli interventi di Davide Pecorelli responsabile della comunicazione Libera Piemonte e Andrea Zummo responsabile della formazione  Libera Piemonte.

Un momento di ricordo sarà dedicato all’agente Giuseppe Montalto ucciso a soli trent’anni dalla mafia in una frazione di Trapani, alla vigilia di Natale del 1995, davanti alla moglie incinta e alla figlioletta di dieci mesi perché aveva intercettato e sequestrato un bigliettino fatto arrivare in carcere ai boss. A lui è stata intitolata la Casa di Reclusione di Alba, nell’ottobre 2011.

A ricordarlo nella sala della Resistenza ci sarà l’ispettore della Polizia Penitenziaria Gerardo Romano che ha lavorato con Giuseppe Montalto nel Carcere di Torino.

A introdurre e a moderare l’incontro sarà Alessandro Prandi, Garante comunale delle persone private della libertà.

«L’obiettivo – afferma Alessandro Prandi – è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica locale su un concetto molto semplice e lineare: interessarsi ed investire in dignità e diritti significa interessarsi ed investire in rispetto della legalità sul territorio e nella sicurezza dei cittadini».

A chiudere l’evento sarà Valentina Sandroni, referente provinciale di Cuneo per Libera.

«Al di là della responsabilità penale dei singoli che sarà valutata solo all’esito di un processo e per i quali vige il principio di non colpevolezza – affermaValentina Sandroni – è doveroso interrogarsi sul contenuto di questa inchiesta che ci svela quanto la ‘ndrangheta sia pericolosa e quanto la sua espansione sia direttamente collegata alla capacità delle mafie di legarsi profondamente al tessuto economico e sociale, coltivando rapporti, affari ed imponendo la propria presenza, spesso silenziosa. La lotta alla mafia inizia con l’abbandonare le immagini stereotipate della provincia tranquilla, dell’isola felice, per cercare di capire quali sono i punti deboli del nostro sistema sociale, politico, economico che lasciano spazio alle mafie, consentendogli di radicarsi».

TuttiDiritti è promossa dalla Città di Alba, dalla Compagnia di Iniziative Sociali – CIS, dall’associazione di volontariato penitenziario “Arcobaleno”, dai Garanti Regionale e Comunale delle persone private della libertà personale, dall’Ente Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, dal Mercato della Terra “Italo Seletto” Onlus, da “Libera –  Associazioni, Nomi e Numeri Contro le Mafie”, dalla Consulta comunale del Volontariato, dall’Istituto di Istruzione Statale “Umberto I°”, dal Liceo “Leonardo Da Vinci” di Alba, dal’Istituto d’Istruzione Secondaria Superiore “Piera Cillario Ferrero” di Alba e dall’associazione “RecuperAmiamoli” e dalla Caritas Diocesana.

“TuttiDiritti” è possibile grazie al sostegno della Città di Alba, di Banca d’Alba e del Centro Servizi per il Volontariato Società Solidale.