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The sound of wine: le tonalità musicali del vino e gli effetti benefici

11 novembre 2018 | 16:40
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The sound of wine: le tonalità musicali del vino e gli effetti benefici

Uno studio condotto da una Università scozzese ha rilevato una stretta connessione tra vino e musica che stimolerebbe alcune zone del cervello fino ad influenzare le sensazioni percepite durante la degustazione

Fino a che punto possiamo beneficiare di una degustazione di cibo, vino o distillato? Sembra una domanda insensata, ma più mi interrogo e cerco risposta a questo quesito, più esso acquista di logicità.

Tutto dipende da cosa e come ci approcciamo, e in quale tipologia di degustazione ci immergiamo. Si esatto, non sono tutte uguali; in alcuni casi potremmo definire la degustazione “commerciale”, quella che serve a valutare economicamente il prodotto. In altri casi la degustazione diventa un gioco, dove già sappiamo la fascia di valore del prodotto ma si cercano le qualità e le potenzialità confrontando anche etichette e annate diverse (le famose Verticali).

Ma se non avessimo come fine ultimo la valutazione del prodotto; ma al contrario sfruttassimo il momento della degustazione come cura per il corpo? Lo ammetto, a primo avviso sembra impossibile e insensato ma studi medici lo hanno dimostrato.

Come nella musica: Uno studio condotto da una Università scozzese ha rilevato una stretta connessione tra vino e musica che stimolerebbe alcune zone del cervello fino ad influenzare le sensazioni percepite durante la degustazione.

Esame visivo, olfattivo, gustativo. Questi gli elementi fondamentali durante una degustazione enologica. Di recente, uno studio condotto sull’abbinamento vino e musica dal professore Adrian North del Dipartimento di Psicologia della Heriot-Watt University di Edinburgo ha evidenziato una stretta correlazione tra degustazione e ascolto di brani musicali i quali consentono di esaltare il gusto e gli aromi del vino. Anche il vino, come il susseguirsi delle note, è musica e suscita emozioni, ricordi, atmosfere. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sul British Journal of Psychology

Ad affiancare queste proprietà è il neuroscienziato dell’Università di Yale Gordon Shepherd, che nel suo libro “Neuroenology: How the Brain Creates the Taste of Wine” ricorda:

“L’approccio al vino sollecita la maggior parte dei nostri sensi. La vista inizia a interagire con la bottiglia ancora tappata, e prosegue andando ad analizzare la tonalità e l’intensità del colore di ciò che viene versato nel bicchiere; l’olfatto viene chiamato in causa quando si tratta di riconoscere i sentori di fiori, frutti e spezie che salgono dal calice; e infine, al momento dell’assaggio, il gusto va a rilevare le note dolci, quelle acide e quelle sapide presenti nel vino, mentre la lingua e il palato percepiscono le sensazioni tattili legate al corpo e alla tannicità di certi rossi.

Ma non solo. La degustazione diventa un esercizio ancora più completo quando dai sensi si passa ai ricordi, fondamentali per riconoscere profumi e sapori, andando a coinvolgere naso, lingua e gola in un processo che arriva fino all’emozione e al giudizio di valore. Il tutto, per essere svolto nel modo più corretto, deve dunque mettere in funzione e in relazione tra loro le più svariate parti della nostra mente. Non a caso un altro studio realizzato dallo stesso Shepherd aveva rivelato come l’esercizio continuo a cui sono sottoposti alcuni dei migliori sommelier del mondo abbia portato all’ispessimento di certe aree del loro cervello, in grado di garantire loro una maggiore agilità mentale.”

Ecco quindi che la stimolazione alla produzione delle endorfine, della dopamina, del gaba e della feniletilammina (ormoni responsabili dell’euforia, ricompensa, serenità e infatuazione) ci possono aiutare semplicemente con quella che definirei Felicità.

Quindi non posso far altro che consigliarvi di prendere per mano il/la vostra compagna, degustare ad esempio un merlot o un cabernet, caldo profondo ed elegante con Everything I do, I’ll do it for you di Bryan Adams live.

Continuate a seguirci perché proprio su questo abbinamento usciremo prossimamente con un intervista a Eleonora Simeone piano e voce jazz dei migliori Hotel Svizzeri e non solo; stilando la nostra Carta Vini Musicale.