Plastica nel Mar Ligure dopo la mareggiata, “A rischio tutta la catena alimentare”

11 novembre 2018 | 09:44
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Plastica nel Mar Ligure dopo la mareggiata, “A rischio tutta la catena alimentare”
Plastica nel Mar Ligure dopo la mareggiata, “A rischio tutta la catena alimentare”
Plastica nel Mar Ligure dopo la mareggiata, “A rischio tutta la catena alimentare”
Plastica nel Mar Ligure dopo la mareggiata, “A rischio tutta la catena alimentare”

Parla la biologa marina bordigotta Sabina Airoldi

Liguria. Da più di una settimana, le coste liguri sono invase dalla plastica. La forte mareggiata che si è abbattuta sulle coste la notte del 29 ottobre, oltre a danneggiare ed affondare numerose imbarcazioni, ha anche trascinato a mare rifiuti di ogni genere, prevalentemente plastici, che fino a prima del disastro giacevano su banchine portuali e spiagge.

Balenottera comune nel Santuario Pelagos (Mar Ligure)

Nell’acqua, infatti, galleggia di tutto, da semplici bottiglie a contenitori in polistirolo, sacchetti e involucri. Non solo questi rifiuti offrono una brutta vista a turisti e residenti, ma possono essere una grave minaccia per l’ecosistema marino, soprattutto in questa zona di Mediterraneo dove è presente il Santuario Pelagos.Un grave rischio per la salute di cetacei, tartarughe ed altri organismi marini. A spiegarci la pericolosità della plastica in mare è Sabina Airoldi, biologa marina del Santuario:“Le tartarughe cibandosi di meduse a volte le confondono con la plastica,quindi c’è un’alta probabilità che le tartarughe marine assimilino materiali plastici mettendo a repentaglio la propria salute. Capita di vedere esemplari di tartaruga che fanno fatica ad immergersi, poiché la plastica ingerita occlude l’intestino e impedisce all’animale di andare sott’acqua.La plastica può portare gli animali marini ad avere gravi problemi di salute se non addirittura alla morte”.La plastica è di per se inerte, ma contiene degli additivi, come gli ftalati,che sono tossici. Tali sostanze, in acqua di mare, attirano altri composti xenobiotici che aumentano la tossicità del singolo pezzo di plastica. Infatti la biologa aggiunge: “E’ come se ad un boccone avvelenato si aggiungessero altre particelle ancora più tossiche, aumentando il rischio per la salute dell’esemplare che lo ha ingerito”. Negli ultimi anni negli organi interni di molti cetacei spiaggiati sulle coste del Mediterraneo sono state rinvenute enormi quantità di plastica. Pochi mesi fa infatti sulle coste spagnole è stato rinvenuto un Capodoglio morto dove all’interno del suo stomaco sono stati trovati 29kg di plastica. “In un recente studio sulle micro plastiche sono state esaminate le feci di 8 persone provenienti da Europa e Giappone, di cui un italiano. I risultati emersi sono allarmanti, poiché è emersa la presenza della plastica nelle feci di tutte e 8 le persone.Al momento non si conoscono ancora gli effetti all’interno dell’organismo,ma resta un dato allarmante per il fatto che la plastica è arrivata a contaminare l’intera catena alimentare animale” conclude la biologa.