Coldiretti Cuneo a Regione: “Produttori con mani legate, serve deroga per incenerimento contro batteriosi”

22 novembre 2018 | 12:35
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Coldiretti Cuneo a Regione: “Produttori con mani legate, serve deroga per incenerimento contro batteriosi”

Intanto l’eco dell’azione in difesa dei produttori di kiwi è arrivata sino al Senato, con un’interrogazione presentata al Ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio

Cuneo.  È paradossale la situazione che in queste settimane vivono i produttori di kiwi, costretti ad estirpare parzialmente o totalmente le piante malate per arginare la batteriosi e la “moria” del kiwi.

La Regione Piemonte stabilisce che il materiale tagliato o estirpato debba essere distrutto mediante incenerimento o interramento profondo, fatte salve altre modalità prescritte dal Settore Fitosanitario. Quest’ultimo prevede che il materiale vegetale sia destinato alle centrali termiche dopo la trasformazione in cippato.
Tuttavia, al termine delle operazioni di raccolta, le aziende che devono effettuare le potature di risanamento o l’estirpo delle piante malate si trovano in estrema difficoltà. Innanzitutto perché nessuna ditta è disponibile a ritirare i cascami vegetali dopo averli cippati, poi perché i volumi sono così grandi da rendere impossibile l’interramento profondo, infine perché la nuova Legge regionale 15/2018 sugli incendi boschivi ne vieta l’incenerimento.

“Per questo – dichiara Roberto Moncalvo, Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo – chiediamo alla Regione Piemonte di concedere una deroga temporale che permetta alle aziende di procedere con l’incenerimento, in una situazione di forte criticità fitosanitaria, con un elevato pericolo di ulteriore diffusione di batteriosi e moria”.

Intanto, l’eco dell’azione in difesa dei produttori di kiwi è arrivata sino al Senato, con un’interrogazione presentata al Ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio, perché il Governo valuti le condizioni per riconoscere lo stato di calamità naturale o di emergenza o preveda interventi straordinari in Piemonte, considerando sia l’ampia diffusione del problema che le sue implicazioni su un settore strategico per la nostra economia agricola.