Un vespaio di polemiche sull’apertura delle nuove cucine dell’ospedale di Saluzzo

24 ottobre 2018 | 11:38
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Un vespaio di polemiche sull’apertura delle nuove cucine dell’ospedale di Saluzzo

Grazie alle indagini svolte da un giornalista locale e dai consiglieri di minoranza della città, sono stati scoperti i motivi della mancata inaugurazione della nuova mensa ospedaliera saluzzese

Saluzzo. Continua ad essere oggetto di aspro dibattito politico e di polemiche la delicata situazione riguardante il futuro dell’ospedale cittadino e, in particolare, del nuovo punto cottura, che avrebbe già dovuto essere operativo entro l’autunno.

La patata bollente , scoperchiata grazie al fiuto di un giornalista locale e  dei consiglieri di minoranza saluzzesi Stefano Quaglia, Danilo Rinaudo e Domenico Andreis, è passata nella giornata di martedì 23 ottobre  anche tra le mani del consiglio regionale, grazie alla tempestività della rappresentante dei moderati, Maria Chiara Chiapello. L’interrogazione immediata, presentata dalla consigliera regionale, chiedeva delucidazioni in merito alla presunta data di apertura delle cucine.

1200 metri quadrati di spazio (tra mensa e cucina), una potenzialità di 2000 pasti al giorno (800 in più rispetto al passato), il coinvolgimento di 40 operatori sono i numeri che evidenziano l’importanza di questo nuovo servizio.

L’assessore regionale alla sanità Antonio Saitta ha spiegato che, “A motivare lo stop è stata la necessità di un intervento imprevisto e non compreso nel progetto che di recente ha determinato la volontà da parte dell’impresa di risolvere il contratto stipulato. Ora Amos procederà al riaffidamento delle opere restanti.”

Questo il commento di Maria Chiapello: “Peccato, con questo ritardo si son perse opportunità preziose per rilanciare il polo sanitario saluzzese. La ristrutturazione e il potenziamento delle cucine era infatti uno dei maggiori interventi tra quelli previsti per il riordino della struttura stessa e per una sua miglior integrazione con la struttura sanitaria di Savigliano”.

L’interrogazione portata in Regione segue l’interpellanza, sottoscritta lo scorso 16 ottobre da Quaglia, Rinaudo e Andreis, grazie ad un sopralluogo effettuato sul luogo: loro stessi avevano certificato la veridicità della definizione, coniata da un giornalista locale, di “cantiere che riconduce al deserto”.

Soltanto il 19 ottobre, la ditta responsabile dei lavori ha deciso di interromperli, adducendo come motivazione del proprio rifiuto la presenza di un vespaio al di sotto del pavimento.

Oltre ad aspettare ulteriori risposte da parte della Regione sui tempi di chiusura effettivamente previsti per quest’opera pubblica e sugli aggiornamenti circa lo stato attuale dei lavori, i membri dell’opposizione saluzzese si aspettano altrettanti chiarimenti dal sindaco Mauro Calderoni nel Consiglio del 25 ottobre e l’impostazione di un comune e regolare lavoro di monitoraggio e verifica della situazione, in stretta sinergia con la rappresentanza consigliare di Savigliano.