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Marchesi di Barolo: una storia di passione… dal passato al futuro

7 ottobre 2018 | 13:12
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Marchesi di Barolo: una storia di passione… dal passato al futuro
Marchesi di Barolo: una storia di passione… dal passato al futuro
Marchesi di Barolo: una storia di passione… dal passato al futuro
Marchesi di Barolo: una storia di passione… dal passato al futuro
Marchesi di Barolo: una storia di passione… dal passato al futuro

La storia di una cantina, protetta da dolci colline nel cuore delle Langhe, dove nacque un vino che, alla moda della tradizione francese, fu chiamato Barolo in onore del luogo di nascita

Barolo. Oggi vi racconteremo la vera storia di come il Barolo è diventato il vino dei Re. Siamo andati, all’interno della proprietà dei Marchesi di Barolo per respirare quel profumo di moderna tecnologia a servizio del passato.

Le Antiche Cantine dei Marchesi di Barolo hanno sede a Barolo, nel palazzo prospiciente il Castello dei Marchesi Falletti. Proprio qui, più di 200 anni fa, iniziò una bellissima storia. La storia di una cantina, protetta da dolci colline nel cuore delle Langhe, dove nacque un vino che, alla moda della tradizione francese, fu chiamato Barolo in onore del luogo di nascita. Nessuno allora poteva immaginare che, un giorno, sarebbe diventato re: il Re dei vini, il vino dei Re.

La storia inizia, più precisamente, nel 1807 quando il Marchese di Barolo, Carlo Tancredi Falletti, prende in sposa a Parigi una nobildonna francese, Juliette Colbert di Maulévrier, pronipote del famoso ministro delle finanze del Re Sole. Fu proprio Juliette ad intuire le grandi potenzialità del vino prodotto a Barolo che, solo dopo una completa fermentazione ed un prolungato affinamento in legno, poteva rivelare tutte le qualità tipiche del suolo e del vitigno: il Nebbiolo, potente ed austero, in grado di durare nel tempo e di esprimere tutte le caratteristiche di questo straordinario terroir.

Nel 1864, con la morte di Juliette, la prestigiosa dinastia dei Falletti si estinse: per perpetuarne il ricordo e l’attività benefica, fu creata, per volontà della Marchesa, l’Opera Pia Barolo nel bellissimo Palazzo Barolo, in Torino.

Questa storia fu destinata ad incrociarsi con quella di un’altra famiglia: la famiglia Abbona che aveva fondato la propria cantina “Cavalier Felice Abbona e Figli” nella piazzetta ai piedi dell’arco di accesso al castello dei Marchesi di Barolo. Proprio in quegli anni, infatti, nasceva Pietro Abbona che, operando con tenacia e competenza nelle cantine paterne, insieme al fratello Ernesto ed alle sorelle Marina e Celestina, riuscì ad acquistare l’Agenzia della Tenuta Opera Pia Barolo, ovvero le antiche cantine di vinificazione ed affinamento dei Marchesi di Barolo.

Così Massimo Martinelli lo descrive nel libro “Il Barolo come lo sento io”: “Fra i personaggi legati al nome del Barolo alcuni possono essere definiti storici, veri e propri pionieri. Il primo posto va al commendator Pietro Abbona, vero e proprio patriarca del Barolo, che fece conoscere, alfiere indiscusso, il vino della sua terra in tutto il mondo. Vero è che la sua era la cantina dove il Barolo mosse i primi passi storici. Le sue botti (e sono in parte le stesse che si possono ancora ammirare nelle cantine in Barolo) erano infatti patrimonio della Marchesa Falletti. Il commendator Abbona ereditò tradizione, amore alle vigne, alla cantina, al vino ed ha portato la sua etichetta dove figuravano i castelli di Barolo e di Serralunga ovunque sulle mense più lontane. Ed è con piacere che gli si riconosce questo grande merito”.

Arrivando ai giorni nostri, la famiglia Abbona continua l’opera iniziata più di due secoli fa: produrre vini di alta qualità, destinati ad arricchire, anno per anno, la storia di una grande cantina dove attualità e tradizione s’incontrano e dove si tramanda, da padre in figlio, un importante patrimonio di vigne, cantine e conoscenze ormai da più di cinque generazioni.

La prossima settimana in esclusiva su cuneo24 “vino e territorio” Valentina Abbona e Davide Abbona. Il futuro dell’azienda, nota in tutto il mondo.