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Caselli a Cuneo: “Il periodo difficile delle democrazie europee”

30 ottobre 2018 | 14:54
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Caselli a Cuneo: “Il periodo difficile delle democrazie europee”

La discussione ha avuto come tema principale il futuro dell’Europa e dei nostri ordinamenti democratici, compreso il nostro, di fronte all’avanzata dei nuovi sovranismi e del ripristino delle frontiere

Cuneo. Si è svolta ieri presso il Salone d’Onore del Municipio una conferenza dal titolo “Democrazie a rischio in Europa ?”, organizzata dall’associazione APICE (l’associazione cuneese per l’incontro delle culture in Europa). Franco Chittolina, presidente dell’associazione, ha intervistato Giancarlo Caselli, magistrato torinese di lungo corso ora in pensione.

La discussione ha avuto come tema principale il futuro dell’Europa e dei nostri ordinamenti democratici, compreso il nostro, di fronte all’avanzata dei nuovi sovranismi e del ripristino delle frontiere.

“I trattati dell’Unione europea, nelle primissime righe, ci ricordano i principi e i valori fondanti della democrazia rappresentativa. A Giancarlo Caselli vogliamo chiedere come questi principi siano stati tradotti in pratica nel corso della sua breve esperienza di lavoro a Bruxelles”.

“Ho lavorato per due anni a Bruxelles, nella nascente agenzia europea “Eurojust”, che allora aveva solo carattere provvisorio. Sono stati per me anni molto fecondi e proficui, perché tutti, inglesi, francesi tedeschi o lussemburghesi, cercavano di lavorare e infondere nuova linfa in un ambito, come quello della cooperazione europea in materia di lotta alla criminalità organizzata, che presupponeva uno spiegamento di forze superiori di quelle a disposizione di ogni singolo Stato membro. Questo fecondo lavoro tra esperti non sembra aver però accresciuto la necessità, tra gli Stati membri, di intensificare ulteriormente tale coordinamento. E’ mancata la volontà, a livello politico, di continuare sulla strada intrapresa e di conferire all’ Unione Europea ulteriori poteri in questo ambito. Tale incompiutezza ha caratterizzato, a mio avviso, anche altri aspetti della costruzione comunitaria”.

“La Polonia è stata ultimamente la destinataria di una procedura d’infrazione da parte dell’Unione Europea, in seguito all’accertamento della violazione dello stato di diritto in quel Paese.  Ritiene che la suddivisione tradizionale dei poteri, indicata come base della democrazia dal filosofo francese Montesquieu, sia oggi diventata lettera morta ?”

“Rispondo citando Giorgio Lattanzi, attuale presidente della Corte Costituzionale: ” il clima politico – istituzionale dei giorni nostri, sia a livello nazionale sia a livello europeo, sta cambiando: convinzioni e orientamenti, che un tempo erano tenuti nascosti per vergogna, oggi circolano liberamente”. Proprio queste nuove idee, oggi circolanti nell’opinione pubblica, sono all’origine della volontà popolare, che ha portato al potere certi governi. Ultimamente, il governo polacco, espressione di tali orientamenti neo – sovranisti, ha cercato di sostituire membri della propria magistratura con magistrati più giovani e dunque più malleabili, controllabili dall’esecutivo. Di fronte a questo tipo di minacce, l’Europa con tutti i suoi difetti, ha dimostrato di non essere soltanto potenza economica, ma anche baluardo nella difesa dello stato di diritto, che tra l’altro figura essere tra i suoi principali valori costitutivi”.

“La democrazia sta soffrendo in Europa anche in Paesi considerati democraticamente stabili, come Germania, Francia e Italia. Come vede questa situazione dal suo punto di vista ? E, se l’accusassero di aver fatto poco per la sopravvivenza della democrazia, lei come si discolperebbe ?”

“La nostra democrazia ha sofferto altri momenti di crisi o di debolezza anche in passato. Penso alla diffusione del terrorismo in Italia, quando le fazioni terroristiche di sinistra hanno devastato il nostro Paese per più di dieci anni, hanno guerreggiato e ucciso un po’ dovunque. Abbiamo raschiato il fondo del barile, ma siamo riusciti a superare questa difficile situazione, continuando a rispettare i valori e le regole della democrazia. Quello del nostro Paese è certamente un contesto politico complicato, dove è in atto uno scontro tra i fautori di una democrazia, ancorata ai valori imprescindibili della costituzione del ’48 e coloro, invece, che vorrebbero una democrazia nuova, fondata sul primato della maggioranza politica. Ricordo come la sovranità spetti sì al popolo, ma nei limiti e nelle forme previste dalla Costituzione. Infine, la democrazia è anche un problema di responsabilità collettive: alla fine sono i cittadini che, nei loro gruppi di appartenenza, attraverso il loro impegno civico e la loro responsabilità civile, esprimono la loro volontà di aderire o meno ai valori fondativi del nostro Stato democratico”.