la protesta |
Politica
/
Saluzzese
/

Saluzzo, CasaPound: “La città merita rispetto, non è un accampamento”

7 agosto 2018 | 09:21
Share0
Saluzzo, CasaPound: “La città merita rispetto, non è un accampamento”

Striscione di protesta affisso in via Gatti, nei pressi del fabbricato occupato in via Lattanzi

Saluzzo. In merito alla questione dei lavoratori stagionali africani, su cui dibatte la politica saluzzese negli ultimi giorni, interviene CasaPound Italia, i cui militanti saluzzesi hanno affisso uno striscione in via A. Gatti, che recita: “Questa città non è un accampamento. Rispetto per Saluzzo!”. A poche decine di metri si trova il fabbricato ex-Cogibit, in via Lattanzi, occupato abusivamente da oltre un centinaio di persone.

“Abbiamo sentito tutti, da destra a sinistra – scrive Fabio Corbeddu, portavoce di CasaPound per la Provincia di Cuneo – parlare, ma non si è data voce ai cittadini: chiediamo rispetto, per questa città e per le famiglie che ci vivono. Il rispetto che viene negato ogni giorno, con il perpetrarsi di una situazione che ogni anno si fa più grave. Una città dove centinaia di persone vivono ammassate in una caserma-dormitorio o in un fabbricato occupato, dormendo per terra, senza luce e acqua corrente, in condizioni igienico-sanitarie precarie: una città dove manca il rispetto della dignità umana. Parliamo anche della dignità dei saluzzesi, costretti a convivere con queste situazioni nelle stagioni estive”.

“Abbiamo rispetto – prosegue la nota stampa di Cpi – delle rivendicazioni sociali dei braccianti stagionali, che siano stranieri o italiani. Abbiamo rispetto per chi chiede un contratto a norma, un giusto compenso, condizioni eque per tutti i lavoratori. Ma bisogna guardare in faccia la realtà: queste persone, in larga parte, non sono lavoratori . Questo perchè il lavoro per tutti, in questo territorio, purtroppo non c’è. Perchè quindi alimentare la convinzione di una possibile accoglienza indiscriminata per chiunque? Si tratta di una illusione, che produce il risultato sotto gli occhi di tutti: in una parola, il degrado”.

“Chiediamo solo il rispetto – conclude Corbeddu – delle norme basilari della convivenza civile: non è ammissibile che sia la collettività a farsi carico del mantenimento di centinaia di persone che vengono nel Saluzzese e non trovano un’occupazione. Chiediamo semplicemente la normalità: che si difenda la legalità sgomberando il fabbricato occupato abusivamente; che le strade ed i parchi smettano di essere usati come bivacchi o accampamenti; che si creino subito delle condizioni di vita dignitose per tutte le persone attualmente in città; che il Comune di Saluzzo non si presti più nell’alimentare illusioni di accoglienza illimitata, pagata dalla collettività per il profitto di privati. Vogliamo che si faccia qualcosa di concreto nell’immediato, ma soprattutto, a partire dalla prossima stagione, vogliamo che tutto questo non si ripeta mai più”.