vino e dintorni |
Cultura
/
Vino e dintorni
/

Un calice di Eros: Il Vino e la Sessualità

27 luglio 2018 | 15:42
Share0
Un calice di Eros: Il Vino e la Sessualità

Merlo della Topanera, Fat Bastard’ pinot noir, La Bernarda, Bricco dell’Uccellone, La monella, Nero di Troia, Soffocone di Vincigliata. Sono solo alcune delle più conosciute etichette che riportano, per errore o per marketing voluto, nomi allusivi al sesso.

Il rapporto tra il vino e sesso è molto stretto, negli scorsi articoli ho scritto di come questa bevanda sia fatta di passione, fatica, continua ricerca ed evoluzione; ma fin dai tempi dell’Antica Grecia troviamo scritti di un legame forte tra il consumo di questa bevanda e l’Eros.

Nella letteratura dell’epoca, il dio Dionisio ( Bacco per i romani) viene descritto come il dio del vino e dell’estasi.
Secondo la versione più diffusa del mito, Dioniso era nato dall’unione di Zeus con Semele. Cresciuto nella solitudine dei boschi, Dioniso piantò la vite, inebriandosi dell’ umòr che da essa cola.
“Il giovanotto con la bella capigliatura azzurra ondeggiante e un mantello scuro sopra le forti spalle” insegnò agli uomini la viticoltura percorrendo il mondo su un carro trainato da pantere (simbolo d’irrazionalità).

Il vino è sempre stato fonte di stimolo per l’erotismo; a Babilonia veniva assunto durante le celebrazioni pubbliche dove, prima i Reali e i Sacerdoti e poi l’intera popolazione si soddisfava e le festa si trasformavano in orge collettive.

Ovviamente il vino non era come lo troviamo ora. A questa bevanda venivano aggiunti stravaganti ingredienti quali: spezie, aromi e frutta.

In Egitto la bevanda era riservata alle caste nobili. Era merce di scambio e veniva comprato essendo loro invece grandi produttori di birra ( bevanda destinata agli schiavi). Conoscevano però già l’arte dell’invecchiamento ed era famosa la ricetta di Cleopatra contenente oppio e sostanze allucinogene.

Successivamente, Ippocrate ribadì il concetto che il vino era sinonimo di civiltà e buona salute anche sessuale, riportando un’opinione comune secondo la quale questa bevanda e non l’acqua era adatta all’umanità civilizzata.

Per Greci e Romani si trattava di un culto erotico del dio fallico i cui effetti erano potenziati aggiungendo ingredienti afrodisiaci come cannella, mandorle o rosmarino.
Alcuni dati particolari riguardante le donne e il vino, alludono alla sessualità anche se nei tempi degli antichi Romani, alle donne era proibito bere il vino. Un marito, trovando la moglie a bere era libero di ucciderla.

Facendo un salto fino ai giorni nostri continuiamo a ritrovare allusioni sessuali nel consumo di questa bevanda. Oltre ai benefici del vino sulla salute, il suo fascino si trasferisce anche in altri aspetti del bere. Queste, alcune allusioni e simbologie: La bottiglia del vino è un simbolo fallico, come il flûte dello champagne. Il riferimento alla forma e misura del seno femminile e la coppa Martini dello spumante è molto comune perché è un evidente paragone.

Addirittura, in una località romana, quale Frascati, è famosa la “Pupazza frascatana” ovvero Miss Frascati. È un dolce tradizionale a forma di donna con 3 seni. Il loro significato è che 2 seni siano per il latte e uno per il vino, dato la ricca presenza di vitivinicoli nella zona di Frascati. Negli anni a venire in Francia, e in seguito in Italia si sono utilizzate immagini molto spinte, tanto da essere poi vietate, per le campagne pubblicitarie delle etichette.

Ad esempio Il Soul Satèn 2000 di Contadi Castaldi si abbassa lentamente la cerniera e svela il corpo. Una bottiglia che fa lo striptease: è questo il packaging curato da Dryarn e che ha fatto vincere all’azienda vinicola del Franciacorta il premio Etichetta oro 2008 al Vinitaly. Oltre che essere elegante, l’abito nero è di un tessuto piacevole al tatto e dalla presa sicura. Non solo: il dress della bottiglia – assicura l’azienda – preserva la bottiglia dagli sbalzi di temperatura e la sottrae all’umidità.

Insomma, uno spogliarello chic e funzionale. In sicilia sei etichette di vini si ispirano al Kama Sutra. È l’idea della romana Piera Farina, dell’azienda Fimap di Marsala, che ha convinto chi lavora con lei a produrre quattro rossi (Nero D’Avola, Merlot, Cabernet Sauvignon e Syrah) e due bianchi (Grillo e Inzolia) decisamente caldi con etichette numerate e inequivocabili.

Il vino è capace di liberare il bevitore moderato dai freni inibitori. La scienza spiega che l’alcol è un vasodilatatore e pertanto favorisce il flusso di sangue anche agli organi genitali e irrorando le mucose, le rende più sensibili. Così il desiderio sessuale è stimolato. Un importante beneficio del vino, oltre al piacere della degustazione, è nella sua capacità di far bene alla salute in generale. Inoltre, il vino rosso contiene il resveratrolo, il polifenolo, presente nella buccia dell’uva, responsabile per i benefici del vino nella sessualità.

E’ indiscutibile che il vino e il sesso siano una coppia perfetta. Bevuto prima fa sciogliere la tensione per percepire meglio le sensazioni del corpo. Bevuto durante il vino o acini di uva stessa possono essere usati per “giocare”, scoprire e condividere nuovi modi per odorarlo, ingerirlo, sentirlo al tatto, degustarlo ed essere intimi.

Si può scoprire nuovi modi per godere il vino! Bevete quindi, ma con il giusto controllo!!

Suggerimento del sommelier per una serata ad alto tasso erotico:

Champagne Billecart Salmon rosè, Cruditè di pesce
Barbaresco Gallina Orlando Abrigo, Risotto al tartufo bianco
Hennessy Fine De Cognac, Cioccolato fondente 70% cacao