Rinviato a giudizio allevatore per l’incendio boschivo di Chiusa Pesio della scorsa estate

20 luglio 2018 | 10:03
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Rinviato a giudizio allevatore per l’incendio boschivo di Chiusa Pesio della scorsa estate
Rinviato a giudizio allevatore per l’incendio boschivo di Chiusa Pesio della scorsa estate
Rinviato a giudizio allevatore per l’incendio boschivo di Chiusa Pesio della scorsa estate

Le successive indagini mirate hanno consentito ai reparti operanti di raccogliere prove determinanti a carico del suddetto allevatore il quale avrebbe cagionato consapevolmente il rogo

Cuneo. Si rende noto l’esito di un’articolata indagine di polizia giudiziaria che si è recentemente conclusa con il rinvio a giudizio del G.I.P. di Cuneo per S.B., di anni 70, allevatore residente nel Comune di Chiusa di Pesio per aver cagionato l’incendio verificatosi il 23.08.2017 lungo la S.P. 211 per Pianfei, poi sviluppatosi su 6 ettari di superficie boscata.

La zona, sita nei pressi delle Fonti Abrau, era già stata interessata in passato da analoghi episodi di natura dolosa, ultimo fra i quali l’incendio di pochi giorni prima in loc.

Moie, poco distante da loc. Marenchi. Le indagini sono state dirette dal PM di Cuneo, dott.ssa Giulia Colangeli e si sono protratte sino a Marzo di quest’anno. I Carabinieri Forestali della Stazione di Mondovì e del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale di Cuneo, con la collaborazione del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Mondovì, hanno operato raccogliendo nel tempo utili elementi ed articolando l’attività in diverse fasi investigative, che hanno permesso, gradualmente, di chiudere il cerchio attorno al responsabile. Dalle prime ricognizioni effettuate in campo, dall’analisi dei segni sulla vegetazione lasciati dal fuoco per identificare il punto di innesco e sulla base delle iniziali informazioni raccolte, sono scaturiti i sospetti su S.B..

Le successive indagini mirate, esplicatesi attraverso lo svolgimento di attività di intercettazione telefonica ed ambientale, hanno consentito ai reparti operanti di raccogliere prove determinanti a carico del suddetto allevatore il quale avrebbe cagionato consapevolmente il rogo, presumibilmente per la pulizia dei pascoli in conduzione.

Il fenomeno degli incendi boschivi rappresenta un evidente danno per gli ecosistemi e il paesaggio del nostro Paese, come si è potuto constatare lo scorso anno attraverso i numerosi episodi che hanno interessato tutto il territorio nazionale e, in particolare, il Piemonte. Ma oltre a procurare indelebili ferite al territorio e all’ambiente, l’incendio boschivo costituisce anche un rilevante fatto sociale.

Occorre infatti considerare che la quasi totalità degli eventi che si verificano sono, statisticamente, originati per mano dell’uomo e, molte volte, dolosamente. Non a caso, la legge 353/2000 ha introdotto, nel codice penale italiano, il reato di incendio boschivo, sia di natura dolosa che di natura colposa, prevedendo pene molto severe per i responsabili.

L’esito positivo dell’attività sull’incendio dei Marenchi è frutto di un determinato impegno profuso dai Carabinieri Forestali e delle valide metodologie di indagine poste in essere, patrimonio prezioso ereditato dalla maturata esperienza acquisita in materia dagli appartenenti all’ex Corpo Forestale dello Stato, oggi inquadrati nell’Arma, appunto, come Carabinieri Forestali.