Cuneo, raccolta frutta estiva, segnali incoraggianti dalle pesche della Granda

27 luglio 2018 | 15:21
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Cuneo, raccolta frutta estiva, segnali incoraggianti dalle pesche della Granda

Operazioni in corso in tutta la provincia: produzioni in calo, ma di qualità interessanti

Cuneo. E’ partita in questi giorni in Piemonte la raccolta delle pesche e le premesse sono positive. Nel Cuneese, in particolare nell’area di Saluzzo, la stagione si è aperta con un ritardo di oltre una settimana rispetto all’anno scorso: le piogge hanno posticipato la maturazione delle nettarine, che oggi si presentano sul mercato con una qualità buona e quantitativi inferiori rispetto alla norma.

Anche in questo caso è stato il maltempo, in particolare le gelate di primavera e le precipitazioni in fase di fioritura, ad incidere sulla produzione. Il mercato è tonico e i prezzi sono in miglioramento rispetto alla precedente stagione.

“Nonostante la produzione delle varietà precoci non sia molto abbondante a causa del mix di eventi atmosferici sfavorevoli degli ultimi mesi, dal freddo alle abbondanti precipitazioni primaverili, dai violenti temporali agli sbalzi termici, l’inizio della campagna è comunque positivo per quanto riguarda la richiesta da parte del mercato – commenta Claudio Sacchetto, neo presidente della Sezione frutticola di Confagricoltura Cuneo -: la speranza dei produttori è di riuscire a compensare la minor produzione con una maggior remunerazione; è naturalmente presto per fare dei bilanci, anche perché in diversi casi il clima piovoso di giugno ha inciso su alcune varietà”.

Le pesche meno precoci sono di buona qualità, poiché stanno beneficiando del bel tempo di questi giorni: le premesse per un raccolto delle varietà tardive nella seconda metà di agosto sono quindi molto positive, specie se terranno le condizioni meteorologiche. La violenza delle trombe d’aria che si sono abbattute la scorsa settimana, in particolare nella zona di Savigliano, ha però azzerato le produzioni di chi era sprovvisto di reti antigrandine e in alcuni casi danneggiato gli impianti.

“La raccolta delle pesche è iniziata intorno a metà luglio, in leggero ritardo rispetto all’anno scorso, ma progressivamente questa differenza in termini di tempi si sta assottigliando grazie soprattutto alle positive escursioni termiche di questi giorni – continua Marco Bruna direttore di Confagricoltura zona di Saluzzo e Savigliano –; le quantità non sono elevate a causa del freddo intenso del mese di febbraio e delle abbondanti piogge primaverili, ma la qualità si presenta in generale buona, così come la pezzatura, specie su alcune varietà. La minor produzione a livello europeo e il tempo soleggiato di queste settimane hanno favorito una buona richiesta da parte del mercato ridando ai produttori un cauto ottimismo, con quotazioni al momento più elevate rispetto agli ultimi anni”.

Sul mercato, l’Italia beneficia anche del ritardo della Spagna, dove il maltempo ha colpito i frutteti e tardato, se non compromesso, le operazioni di raccolta. Questo significa che al momento manca la concorrenza dell’estero, a favore delle produzioni nostrane.

Per quanto riguarda l’albicocco, la stagione volge al termine con un bilancio magro in termini quantitativi, sempre a causa delle gelate primaverili, e prezzi piuttosto bassi che non sono giudicati soddisfacenti dai frutticoltori, in quanto non remunerativi della cura e dell’impegno necessari a coltivare un frutto particolarmente delicato quale l’albicocco. Discorso analogo per il mirtillo, che ha sofferto dell’andamento climatico. L’Italia, in questo caso, ha anche subito l’intasamento del mercato da parte delle produzioni straniere, che spuntano prezzi molto più bassi rispetto ai nostri, con un’incidenza del costo della manodopera di oltre il 50%. Questo significa perderci.

“In generale – commenta il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia – laddove la campagna è corta, a causa del meteo, si fatica a ottenere prezzi remunerativi. Nel settore frutta in Piemonte c’è anche da registrare un lento cambiamento delle produzioni, con una forte diminuzione delle superfici destinate alla coltivazione dell’actinidia (kiwi): la batteriosi degli ultimi anni ha infatti colpito troppi frutteti e ancora oggi non ci sono soluzioni definitive in grado di risollevare le sorti del comparto, che sta lasciando spazio ad altre produzioni”.