è ora di dire basta

Carnevale di Mondovì, dopo dieci anni Carlo Comino ‘sveste’ i panni del Moro

11 luglio 2018 | 20:28
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Carnevale di Mondovì, dopo dieci anni Carlo Comino ‘sveste’ i panni del Moro

L’ultima apparizione al Carvò di Prea, in programma domenica 29 luglio Garelli e Natta: “Grazie Carlo, resterai Moro per sempre”

Mondovì. “Tutte le stagioni della vita hanno un inizio ed una fine”: si può sintetizzare così il lungo messaggio che Carlo Comino, per dieci edizioni sua Maestà il Moro della Città di Mondovì, ha ponderato e diffuso ai colleghi del direttivo della Famija Monregaleisa ed ai compagni della ‘sua’ Corte. Dunque, si cambia. Appena trentacinque anni ed il secondo posto nell’albo d’oro di presenze del Carlevè con la maschera principale, a debita distanza da Aurelio Cattò.

Entrato a far parte della Famija Monregaleisa quando era ancora ‘Comitato di Carnevale’, Carlo ha collaborato con le presidenze Oscar Barel e Domenico Tomatis, sino ad essere insignito del ruolo più ambito del carnevale monregalese da Enzo Garelli, patron dal 2009 al 2013, per poi proseguire il cammino al fianco di Enrico Natta, presidente dal 2014 ad oggi.

Una storia lunga dieci anni che l’ha visto salire sul trono affiancato da altrettante Bèle Monregaleise: da Sismia Selvaggia Spertino, Jessica Borracino, Susanna Ghiazza, Elisa Marchesani, Clara Allena, Lucia Vivalda, Vittoria Comino, Melania Yaya Dho, Marzia Petrolini sino a Livia Galestro. Il tutto circondato dall’affetto e dal ‘calore’ di una Corte che con tempo si è rinnovata sempre nel rispetto della tradizione.

«Cari Amici del Carlevè, al termine dell’edizione 2018 mi sono dato tempo fino a fine luglio per comunicare all’ente organizzatore del Carlevè se avessi continuato o meno a ricoprire il ruolo del Moro. Ora, il 9 luglio, dopo svariati pensieri e tante parole fatte con amici, conoscenti e compagni di viaggio in questi 12 anni di Carlevè che mi hanno visto per ben 10 anni come maschera simbolo della manifestazione sono qua a scrivervi che rimetto il mandato, svesto i panni del Moro, quel ruolo che tanto fascino e magia si porta con se.

Un ruolo che ho vestito con immensa felicità e orgoglio, che mi ha dato tanto e a cui spero di aver restituito altrettanto, un ruolo che dovrà gioco forza passare in mano a qualcuno che saprà conservare la tradizione che tanto è radicata nella nostra Città come io ho conservato e custodito in questi 10 anni. In questi anni, nella Corte del Moro vi è stato un vero e proprio ricambio generazionale svecchiando completamente il gruppo ma comunque sapendo conservare una forte identità e tradizione, questo è stato sicuramente merito dei due presidenti che si sono susseguiti cioè Enzo Garelli prima ed Enrico Natta fino ad oggi.

Io mi auspico che tale gruppo sappia andare avanti con uguale armonia per il bene della manifestazione, della città ma soprattutto per il bene di quelle persone meno fortunate di noi alle quali una nostra visita, una nostra carezza può alleviare una situazione non certo felice. È quindi con profonda tristezza che dichiaro conclusa la mia avventura nella Corte del Moro, non abbandono per polemica o dispetto, non è nel mio stile, ma credo che ogni cosa debba avere un inizio e poi una fine.

Come anticipato nei messaggi scritti sulla chat della Corte nelle scorse settimane, vestirò ancora i panni del Moro domenica 29 luglio a Prea per onorare l’invito a Carvò e dopodiché mi metterò a disposizione per aiutare, se ritenuto opportuno, nell’individuazione del mio successore e anche aiutarlo per i contatti con i vari artigiani che hanno fatto i miei costumi. Sono stati dodici anni bellissimi della mia vita, per questo voglio salutare con sincero affetto coloro che mi sono stati al fianco in qualsiasi veste: grazie a tutti, evviva il Carlevè!»

«Quando mi ha annunciato le sue intenzioni – commenta Enzo Garelli – ho subito pensato: Carlo, sei stato un Moro perfetto! Dieci anni fa, quando l’avevo scelto, era un giovanotto con tutte le caratteristiche per interpretare al meglio la maschera simbolo del nostro carnevale: un bel ragazzo, alto, allegro, membro di una famiglia da sempre legata al Carlevè. Tuttavia capisco, col tempo è diventato un uomo con grandi responsabilità: deve sviluppare l’attività imprenditoriale e coltivare gli impegni associativi sempre più pressanti. Grazie Carlo resterai Moro per sempre. Sono certo che, come me, non abbandonerai mai il Carlevè ‘d Mondvì…»

«Grazie Carlo – commenta Enrico Natta -, quando sono arrivato in questo ambiente tu eri già una vera e propria istituzione. Mi hai accolto ed abbiamo proseguito il cammino per questi cinque anni ricchi di soddisfazioni personali e collettive, continuando il percorso di valorizzazione del Carlevè ‘d Mondvì avviato dal mio predecessore Enzo Garelli.

Il Carnevale rappresenta di certo un impegno gravoso: tu, negli anni, non hai mai fatto mancare la tua presenza ed il tuo supporto alle varie iniziative, prestando particolare attenzione ai momenti meno divertenti e più emozionanti. Mi riferisco al “Giro del Moro” nelle scuole e nelle case di riposo del Monregalese. Sei sempre stato il primo a voler spingere questa iniziativa per portare sorrisi laddove non ce ne sono e coltivare nei giovani la passione per il Carlevè. Grazie per quello che hai fatto e per quello che continuerai a fare per il carnevale: un Moro è per sempre!»